martedì 14 ottobre 2014

Pillole calcistiche.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pazzo,
anche il calcio a volte può essere romantico. Intendiamoci, non il sistema calcio e tutto il corollario, che mai lo è stato e mai lo sarà. Non esiste una golden age del calcio. Negli anni '20 si è arrivati a spararsi in curva fra tifosi avversari, e la cronaca di oggi è impietosa e piena di situazioni stupide e drammatiche allo stesso tempo. Né ovviamente lo è il business dietro, basta leggersi i libri di Carlo Petrini e capire che doping e affarismo hanno sempre fatto la parte del leone. 

Quello che è notevolmente cambiato è il rapporto con i media. Sempre più sono stati esaltati calciatori mediocri e mezze calzette, che alla prova dei fatti si sono dimostrati tali e che non potrebbero reggere il confronto con i veri campioni. Chi ha potuto ammirare Best, Maradona, Baggio, Le Tissier, solo per fare qualche nome, sa benissimo di che parlo.

Nel rapporto media - calcio la radio è sempre stata la regina, anche se oggi forse è un po' obsoleta. Forse. E il binomio "Tutto il calcio minuto per minuto" - "90' minuto" è davvero qualcosa di leggendario. Quando il servizio pubblico è davvero tale.

Per chi non è più ventenne questo binomio significa e significherà sempre qualcosa. Ameri, Ciotti, Provenzali, Valenti, Carino, non sono semplici voci, ma emozioni, domeniche con l'orecchio incollato alla radio prima e corse a casa dagli amici per vedere "90'"  e tanto altro ancora. E poi c'è Pizzul, la voce della Nazionale (non perdo nemmeno tempo con i paragoni con i telecronisti di oggi, non ha senso).

Domenica scorsa dopo 42 anni e un numero imprecisato perché talmente elevato di telecronache, è andato in pensione Ugo Russo, a cui giustamente è stato dato l'onore delle armi, come voce dal campo principale.


Questo è il calcio vero. Questo il giornalismo sportivo che piace. Grazie Ugo Russo, le tue lacrime sono le nostre.

Luca Leone

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