venerdì 18 ottobre 2019

“Quando il gioco si fa duro… i duri cominciano a giocare…” - La quinta e ultima parte del racconto testimonianza dell'ex marciatore Raffaello Ducceschi.

Pubblichiamo la quinta e ultima parte di un lungo articolo-racconto firmato dall'ex marciatore Raffaello Ducceschi, che dopo aver letto questo recente articolo di Emanuela Audisio apparso su Repubblica del 1 ottobre scorso sul problema del caldo atroce che ha sconvolto i recenti mondiali di atletica leggera, ha deciso di dire la sua sul problema delle temperature bollenti durante le competizioni.

CAPITOLO 5

Regola numero 5: Studiate la storia

queste non son cagate…

nell’estate del 1982 ero appena diventato un professionista dello sport travestito da poliziotto amateur, fiamme oro, e giravo l’Italia in autostop con lo zaino… una sera, in una famosa località balneare ligure del Levante mi fermai ad ascoltare un gruppo di ragazzi italiani e stranieri che cantavano Guccini e i Beatles… io timido mi avvicino titubante ma uno di quelli che ascoltavano decise di intrupparmi “ciao come ti chiami?” era Enrico Maria Porro (per la cronaca uno di quelli che suonavano era Giuseppe Cesaro, oggi scrittore, autore del romanzo Indifesa e giornalista).

Nacque un’amicizia che mi porta oggi a scrivere queste righe e due estati dopo portò Enrico in vacanza in Spagna a cercare dappertutto notizie sulla mia gara a Los Angeles… ma qui in Spagna tutti i giornali parlavano solo della “Costola”..no… non quella di Adamo…quella di Josep Marin…oro agli europei di Atene del 1982 sulla 20 km, ma forte anche sui 50, cercava la doppietta…cos’era successo?
…viaggiava nel sedile posteriore dell’auto della squadra spagnola a Los Angeles…voleva cambiare stazione radio… o alzare il volume… quindi si sporse sul sedile anteriore per arrivare all’autoradio…appoggiando un po’ troppo il tronco… ma è piccolino di statura e per arrivarci si sporse e appoggiò troppo… si ruppe una costola… così!
…favorito in entrambe le distanze fece solo una comparsa con la costola dolorante nella 20 km, riuscendo a mala pena a finir la gara ma era un “cagnaccio” di quelli che non mollano mai, arrivò ancora sesto, rinunciò alla 50 km perdendo 2 medaglie con una costola…

regola numero 6: impara a cambiare la radio… e non rompere le costole!

è una strana analogia, nel 1984 si gareggiò la prima maratona olimpica femminile… a Roma 1987 la prima 10 km di marcia femminile…a Doha la prima 50 km di marcia femminile, l’ultima gara femminile che mancava per uguagliare le gare dei maschi… tappe del femminismo sportivo… ma il tema è sempre lo stesso… e atlete erano pronte alla distanza più lunga, allenate, quel che mancava era l’esperienza… imparare a idratarsi e raffreddarsi… anche se… non potranno mai usare il “trucco segreto del Müsass”…

A Doha nonostante il caldo ha staccato il biglietto per le Olimpiadi dell’anno prossimo anche lo Spagnolo Jesus Garcia Bragado, “Ciusso” per gli amici, plurimedagliato, ne ha già fatte sette, partendo da Barcellona 1992, sempre ai vertici mondiali, sta facendo tutti i record… di longevità… di longevità sportiva… di numero di olimpiadi… di protesi…
…per fare la quinta olimpiade si mise una protesi a un’anca, per la sesta una nell’altra…

regola n.7: anche le anche (e le cartilagini) hanno un limite…

… ne ha fatte 7 e vuole l’ottava, tanto le protesi ce le ha già
… se arriva a Tokyo saranno 8… a Doha è arrivato 8º… quanto hanno influito caldo ed esperienza? Certo una gara veloce avrebbe penalizzato i suoi 50 anni… Bravo Jesus! nato per far miracoli…

…volevo citare Emanuela Audisio che nel suo bellissimo discorso tenuto a Barcellona lo scorso inverno nel tempio del Barça, al Camp Nou, quando le consegnarono il Premio Vázquez Montalbán per il giornalismo sportivo (foto sotto), numerava le regole fino a 11 come son 11 i giocatori di calcio… io mi fermo a 8… come le corsie di una pista di atletica, 8 come i finalisti, 8 come le olimpiadi che vuol fare “Ciusso” Jesus Garcia Bragado… 8 come il piazzamento ottenuto da Ciusso a Doha per il suo lasciapassare olimpico… con la tenacia e con l’esperienza…senza quel caldo ce l’avrebbe fatta? …chissà…lui non molla, per marciare bene, si sa, il segreto è smollare le anche… lo molleranno le sue anche?


regola n.8: non mollare…

Gare di notte? caldo umido? altitudine? cambi di stagione?… evitare i bagni? protesi d’oro? costole di gomma?… son tutti fattori che possono stravolgere il risultato…

il bello del Calcio è che nemmeno la squadra dei favoritissimi si può distrarre un’attimo perché subito una Korea o una Svizzera ti infilano una pappina e nello smarrimento te ne infilano un’altra… quindi i tifosi delle squadre minori possono sempre sperare in un momento di fortuna… che manda a casa i favoriti… nel calcio nulla è mai scontato e tieni i tifosi in suspence fino alla fine della partita.

Invece il bello dell’atletica è che il più forte vince sempre, vince sempre il migliore, ... il rovescio della medaglia è che spesso le gare sono scontate, si trasformano in una noia mortale dove il più forte domina senza regalare la benché minima emozione… il favorito se ne va al primo metro e arriva sicuro al traguardo… e allora si spera almeno in un noiosissimo record mondiale lungo magari le 2 ore della maratona o le tre o quattro ore della 50 km… e tutti vorrebbero, per il record di turno, il fresco per i fondisti ed il caldo per velocisti, salti e concorsi…

…così SetteBello, Primiera e Briscola si sa già chi ce li ha… da prima di cominciare… E invece no… a me piace rimescolare il mazzo delle carte buttare tutto a carte quarantotto e vedere chi è la più dura e la più tosta… (generico femminile) chi vince in ogni condizione… come nei tempi eroici dell’atletica…

…Eroi

gli eroi dello sport han sostituito gli eroi della guerra… si fa lo sport per non fare la guerra… si interrompe la guerra per fare lo sport… non è forse lo sport la sublimazione della guerra? Non è forse stato inventato nella antica Grecia per fare una pausa di pace tra guerra e guerra? La parola stessa Campione non viene forse dai duelli in guerra?
e nei romanzi e nelle leggende… all’eroe e al campione, a Rolando, al Cid Campeador, a Robin Hood, a Lancillotto e al Corsaro Nero… si chiedeva solo abilità, precisione, velocità?… o anche coraggio, audacia, tenacia, sacrificio, abnegazione… e non sono forse i Campioni gli eroi epici delle leggende moderne? Ecco spiegati allora, entusiasmo e ammirazione, che han fatto di Dorando Pietri e della maratoneta svizzera una leggenda…

Eleonora Giorgi aveva già vinto la prima 50 km di marcia femminile in Coppa Europa pochi mesi fa… col fresco… a Doha ha conquistato un Bronzo Eccezionale, lei, milanese, abituata al caldo umido di Milano, ha dimostrato di essere coraggiosa e tenace, una tosta per ogni stagione. Una vera campionessa.

Non si uccidono così anche i cavalli? rispondo a Emanuela con un altro film, Animal House, 1978, John Belushi: “quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare… questa potrebbe essere la nostra più grande notte” …la Notte di Eleonora… Brava Eleonora!

Raffaello Fabio Ducceschi

FINE QUINTA E ULTIMA PARTE


La prima parte la trovate qui

La seconda la trovate qui


La terza la trovate qui

La quarta la trovate qui

A breve pubblicheremo anche l'articolo nella sua versione integrale.

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