mercoledì 23 giugno 2010

E' morto Roberto Saviano ma lui non lo sa.

Oggi su Repubblica, Benedetta Tobagi commenta (in prima pagina) la discutibile scelta del mensile Max di mettere sulla copertina del nuovo numero una foto di Roberto Saviano morto, steso su una barella con il cartellino identificativo legato all’alluce.





La foto, com dice la Tobagi, ricorda molto il Cristo morto del Mantegna. Il titolo del servizio recita “Hanno ammazzato Saviano” e la didascalia aggiunge: 'Lo vorrebbero così senza vita, ridotto al silenzio. Ha molti nemici: i camorristi, Berlusconi, Fede, Borriello, Daniele Sepe... Ma la sua vita è già una condanna... La sua libertà e la nostra sono le sue parole'. Naturalmente, la foto è un'elaborazione eseguita con Photoshop da Gian Paolo Tomasi.

La cosa di cattivo gusto, al di là della foto stessa, è che il diretto interessato non ne sapeva nulla, tant’è che commenta così la vicenda sul suo sito ufficiale: "Trovo il fotomontaggio che mi rappresenta morto in obitorio di cattivo gusto. Un'immagine utilizzata per speculare cinicamente sulla condizione di chi come me in Italia e all'estero vive protetto. Un'immagine profondamente irrispettosa per tutti coloro che per diversi motivi, spesso lontano dai riflettori, rischiano la vita. Tutta questa pressione sulla mia morte, poi, lascia sgomento me e la mia famiglia. Ad ogni modo rassicuro tutti: non ho alcuna intenzione di morire".



Dal canto suo, il direttore di Max, Andrea Rossi, in un pezzo apparso sul sito della Stampa, alla domanda “ma Saviano è stato avvertito di quello che stavate photoshoppando?”, risponde così: «Non direttamente, abbiamo preparato l’immagine senza parlargliene. Dopo l’ha sicuramente saputo, tramite il quotidiano per cui scrive, «la Repubblica», e il suo agente Denis Santachiara. Finora, comunque, non mi ha telefonato. Davvero non so come l’abbia presa».

Sono numerosi i blog che si sono occupati della cosa, ci preme però segnalare quello di Federica Sgaggio che giunge ad una intelligente considerazione non sapendo ancora nulla del fotomontaggio:

Benedetta Tobagi scrive questo pezzo sul fatto che la copertina di Max, su cui campeggia una grande foto di Roberto Saviano all’obitorio in guisa di cadavere, è «un pessimo scherzo all’autore che si muove con fatica per un sentiero sottile e impervio: cercare di utilizzare la sua enorme popolarità e il suo indubbio carisma, per veicolare i contenuti di Gomorra e dei suoi contributi successivi» (su un meccanismo come questo io avrei qualcosa da dire, ma tacerò).
«Max», scrive la Tobagi, «rappresenta Roberto Saviano – un uomo di trent’anni, vivo, ma che da quattro vive penosamente sotto scorta, dunque assillato e accompagnato da un’ombra di morte – come se fosse già cadavere. E qui, davvero, ogni limite, non solo di pietas, ma anche di buonsenso, è andato in pezzi. Questa provocazione diventa un termometro per misurare la febbre dei tempi».
Chiedo scusa, però.
Fermi un momento.
Non entrerò nemmeno nel merito dell’argomento, né mi porrò il problema se sono oppure no d’accordo.
Mi limiterò a porre una domanda: questa.
Ma mentre veniva fotografato, Saviano era lì o era altrove?
È stato imbrogliato da qualcuno?
Qualcuno gli ha detto: scusa, Roberto, vieni qui che facciamo una foto su questo bel divano rosso e invece poi s’è ritrovato una foto su una barella da obitorio?
Saviano c’era?
Non c’era?
Era un fotomontaggio?


Cara Federica, adesso sappiamo tutti che Roberto Saviano non ne sapeva nulla.

Il commento finale, comunque, lo prendiamo in prestito dal blog di Lucacicca:

Nel prossimo numero di Max ci sarà in copertina una foto con Saviano morto.
Lo fanno per difenderlo, dicono loro.
Lo fanno per vendere, dico io.

3 commenti:

Supersoul ha detto...

MAX è uno dei tanti mensili fighetti modaioli, tra i quali c'è molta concorrenza (Vanity Fair, Rolling Stone, GQ, etc etc). Trovo la copertina come provocazione una gran cazzata e comunque un monumento al cattivo gusto.

Attilio ha detto...

Cattivo gusto, senza dubbio. Ma la cosa davvero triste è che Max fallirà nel suo intento (ufficioso) di scuotere le coscienze. Perché nessuno di certo rimarrà choccato dalla foto.

aghost ha detto...

cattivo gusto e squallido espediente per sfruttare la notorierà di Saviano. E per di più Max è un giornale del cavolo