sabato 4 dicembre 2010

Panorama parla di Repubblica Domani e la definisce "un'ostensione di geometrica perfezione".

Grazie ad una segnalazione di Peppe, scopriamo che su Dagospia c'è una paginata dedicata al nostro caro diretur in cui si riprende un pezzo in uscita su Panorama.


C'è un passo dell'articolo che a noi feticisti della Reunio quotidiana è piaciuto parecchio:
Niente riesce a dare il senso della fenomenologia del direttore di Repubblica come le imperdibili registrazioni della riunione mattutina di redazione, che si possono ammirare sul sito del quotidiano (Repubblica domani). È un rito, più che una riunione, di geometrica perfezione, di impeccabile architettura, di immutabile metratura: praticamente, piazza Castello trasportata a largo Fochetti. Ogni mattina, la stessa scena: la redazione attruppata ma con ordine, in vigile attesa ma compostamente, il direttore che giustamente arriva per ultimo, sempre con camicia dall'invidiabile stiratura, cravatta d'irreprensibile annodamento e scriminatura d'ineguagliabile precisione, e tende la destra al caporedattore - a ringraziamento o ad ammonimento, va a sapere, dei redattori tutti - tale e quale un direttore d'orchestra, che sul podio saluta il suo primo violino. Ecco, la mano di Mauro che si allunga, paterna ma non assembleare, cordiale ma pure tesa a precisare le distanze, dice molto sul carattere dell'uomo di largo Fochetti: se l'adunata mattutina con il suo predecessore Eugenio Scalfari veniva ironicamente chiamata in redazione «la messa cantata», la sua è una quotidiana «prova d'orchestra»: non fellinianamente disordinata, piuttosto d'ineccepibile sceneggiatura (ogni gesto, identico, tutte le mattine: e infatti, quando non c'è il direttore a guidare la riunione, il vice che lo sostituisce ripete la stessa somigliante ritualità, compreso il gesto di tendere la mano al caporedattore che immutabilmente si alza come a ricevere il viatico direttoriale). «Credo che abbiamo fatto molto bene...» esordisce Mauro. Oppure: «Credo che abbiamo fatto il titolo più corretto e più giusto...». Qualche minuto di rassegna generale, sempre una puntuale ricognizione politica (che magari si ritroverà, quasi parola per parola, in un successivo editoriale), poi comincia a scandire: «Politica!», e il capo della politica produce l'elenco della giornata. «Sport!». «Cronaca!». «Esteri!». «Spettacoli!» e via così, a raffica, fino alla completa foliazione, mentre Mauro osserva, le labbra sottili serrate, che a volte pare d'intendere un sorriso di soddisfazione, a volte una smorfia di biasimo.

Stefano Di Michele per "Panorama" (da Dagospia)




5 commenti:

reprep ha detto...

La runione del mattino ha del comico. E' una sceneggiata in cui tutti i presenti sono costretti ad ascoltare quello che dice Ezio Mauro. Il quale, attarverso un lungo e noioso intervento (lo dicono gli stessi partecipanti alla riunione in separata sede) cerca di convincere se stesso e gli altri che Berlusconi è all'origine di ogni male.
Forse Mauro cerca di far contento De Benedetti, suo editore e padrone. Il quale però pensa solo a speculare in Borsa e sui cambi valutari, nel vano tentativo di diventare più ricco e raggiungere il livello di Berlusconi. Ma questo Mauro non lo sà.

Anonimo ha detto...

"sà" senza accento! non faraimaiil dir. di giornale. e se mai lo diventassi, scopriresti che la riunione fa parte del lavoro come il fatto che tutti dovrebbero stare a sentirti, in quanto direttore, a prescindere dall'editore.

reprep ha detto...

La riunione fa certamente parte del lavoro, ma quella di Mauro è spesso niosa e ripete ciò che i redattori già (ci vuole l'accento oppure no, caro anonimo?) conoscono dalla sera prima. Su dieci partecipanti alla riunione, almeno cinque la ritengono pallosa. Lo stesso Cresto Dina (che di Mauro è grande amico) quando dirige la riunione parla poco e va al sodo.

Barbapapà ha detto...

Mi sembra abbastanza chiaro che l'intervento di Ezio Mauro in apertura della sceneggiata quotidiana è ad uso e consumo dei lettori del sito. Non certo dei redattori.
E, in ogni caso, è sempre un piacere ascoltare il Diretur.

Anonimo ha detto...

x reprep 2
confermo: su "già" accento sì! hai un futuro