mercoledì 19 settembre 2007

Un giornale che cambia grafica è come un amico che si fa una plastica al naso.


Un giornale che cambia grafica è come un amico che si fa una plastica
al naso: la prima volta che lo incontri ti dici: "E' impazzito: ma come
si è conciato?". La seconda volta ti dici: mah... E prima che ti abitui
alla nuova faccia ci vuole un bel po'. Oggi guardo la Repubblica: "Ma
sono impazziti: ma come l'hanno conciata?", mi sono chiesto. Certo,
ogni tanto bisogna dare una rinfrescata alla grafica, e magari
aggiornarla allo stile editoriale dei tempi che cambiano. Ma il nuovo
stile fa nascere qualche perplessità (senza contare il fatto che la
Manzoni deve avere venduto agli inserzionisti il numero di oggi come
quello più atteso dell'anno, vista la quantità spropositata di
pubblicità che riempie le pagine, e i grafici devono avere fatto i
salti mortali per adattarsi: forse nei prossimi giorni i risultati
saranno migliori).
Caratteristiche: i titoli hanno caratteri più leggeri, sono
sbandierati a sinistra e non ce n'è uno che abbia catenaccio e
occhiello insieme: hanno uno, l'altro o nessuno dei due. Nella pagina
della Cultura sono riapparsi i distici iniziali che erano una delle
caratteristiche della grafica della prima Repubblica (quella del 1976,
non quella di Craxi-Andreotti-Forlani), ma (cosa gravissima) è
scomparso Bartezzaghi. Che fine ha fatto, scusate? Le testatine delle
pagine sono cambiate e sono più specifiche: se la pagina è monografica
non è più Cronaca o Interni ma, per esempio, Scandalo nella Chiesa. A
fianco molto spazio bianco e (buona idea) l'indicazione dei siti
Internet per approfondire.
Difetti: con la nuova grafica l'intero giornale sembra essersi
trasformato in un maledetto publiredazionale. E l'impaginazione è
eccessivamente rigida. Per esempio: a fianco del titolo di apertura c'è
una fotografia di spalla su due colonne, con sotto un box su due
colonne e come taglio medio un altro pezzo su due colonne. Sempre le
stesse due. Il risultato è una bestemmia grafica: scusate, ma le pagine
le disegnate con la durlindana? Non convincono nemmeno le didascalie
fatte direttamente sulle foto (con un grosso sfondo grigio che disturba
fotografie per forza di cose piuttosto piccole), e nemmeno i sommari
colorati, spostati da sotto il titolo, dov'erano prima, a metà colonna,
facendo fare al lettore un salto a metà frase. Così come lo spostamento
in basso della testata per fare spazio ai titolini di R2. In compenso è
sparita la striscia azzurra sotto la testata, che per un certo periodo,
dalla Stampa in poi, aveva la metà dei giornali italiani. E non si è
ancora riusciti ad evitare di stampare pagine fuori registro, come
succede da quando è stato introdotto il colore: vedi pagina 17. Eh? I
contenuti? R2? Ah, già. Il livello è alto, come sempre, e sembra quasi
che si sia voluto estendere al resto della settimana l'idea alla base
della "Domenica di Repubblica". Risultato: anche queste bisognerà
toglierle e metterle da parte in attesa di avere tempo di leggerle. La
prima pagina di R2 con l'intervento è copiata dal Corriere, anche se
è, se non altro per questione di dimensioni, meno pesante. Sembra anche
che ci sia meno spazio per il blabla della politica, chissà se
riusciranno a limitarsi davvero. Poi magari chissà, forse con il naso
nuovo sta anche bene, bisognerà cercare di abituarsi.

Fabio P.

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