martedì 16 settembre 2008

Ancora sulla presunta crisi d'identità di Repubblica.


Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

"Caro Pazzo Per Repubblica,
sono perfettamente d'accordo con te e con l'autore della lettera degli ex ulivisti. Pur amando Repubblica a me sembra chiara pure la linea editoriale, da qualche tempo a questa parte, direi da R2 in qua. Fateci caso: in due mesi Rep ha parlato per due volte (tre) della truffa del formaggio (Berizzi forse pensa che i lettori non abbiano memoria), i sondaggi di Ilvo Diamanti tirano fuori sempre gli stessi problemi: sicurezza/lavoro/prezzi/lavoro/sicurezza. Gli Italiani sono stufi, poveri, ignoranti, cafoni (leggasi Michele Serra) ed è tutta colpa del governo Berlusconi. Ok, grazie, lo sapevamo. Ma perchè dare a D'Avanzo mezza pagina per alimentare una ormai solo personale polemica con Travaglio? Me che ci frega delle ricevute degli alberghi dove Travaglio trascorse le vacanze nel 2002? Che scriva Cordero (sic!), Scalfari. Mi aspetto che Rep faccia opinione, non cavalcando le emozioni ma le notizie. E quelle vere ci sono, basterebbe (1) cercarle e (2) avere il coraggio di pubblicarle. "

1 commento:

Roderigo ha detto...

Repubblica dovrebbe dare spazio a tutto il pensiero critico. Sorvoliamo sul fatto che oscura l'assemblea nazionale di Rifondazione al Brancaccio o il suo Comitato politico nazionale, quando invece dà spazio ad altri partiti minori, per analoghe iniziative, ma perchè, per fare un esempio, insieme alle firme internazionali, interessantissime, di Alexander Stille, Timothy Garton Ash, Marc Lazar, George Joseph Stigler, Ralf Darendorfh, non è dato leggere anche le traduzioni di Noam Chomsky, Robert Flick, Gore Vidal, Naomi Klein (a volte solo sull'Espresso), Arundhati Roy, penso alle tante firme che si leggono su una rivista come Internazionale. Capisco avere il "riformismo" (parola il cui significato è tutt'altro che scontato) come orientamento, ma non c'è motivo che l'orientamento sia un invalicabile recinto.