domenica 11 gennaio 2009

Il diario di Safa Joudeh su Repubblica.

Safa Joudeh è una giornalista freelance che vive a Gaza City. Da una decina di giorni tiene un diario quotidiano su Repubblica in cui racconta l'evoluzione della treagedia che sta vivendo personalmente.

Il racconto di oggi è emblematico:

La mia casa bombardata

Stavamo per sederci a mangiare del pane quando è piombato un tuono che sembrava esploderci nelle tempie. Ci hanno colpiti in pieno. Balziamo in piedi e non sappiamo cosa fare. Precipitarci all' esterno? Troppo rischioso. Ci saltano i nervi, bisticciando sul da fare, finché da fuori arriva l' urlo: «Siamo stati bombardati! Evacuate il palazzo». Raccogliamo in gran furia i sacchetti coi documenti d' identità, infiliamo giacche e scarpe, arraffiamo telefonini, poi di corsa verso la porta. Siamo un fiume in piena giù per le scale, con tutti gli inquilini dei 14 piani, ci scapicolliamo al cancello del quartier generale dell' Unrwa. Dovunque gente aggrappata l' una all' altra, bambini con gli occhi sgranati, neonati che piangono. Inizia una zuffa fra due uomini del palazzo e una guardia dell' Unrwa, che alla gente che grida di aprire il cancello si rifiuta di farlo. «Se succede qualcosa, il sangue dei nostri figli sarà sulle tue mani», si sgola un padre. «Andate ai rifugi dell' Unrwa», strilla quello di rimando, «sono a 10 minuti da qui». Già, 48 persone sono state uccise in quei rifugi, e tutti lo sappiamo. All' arrivo delle ambulanze capiamo la portata dei danni: modesta, grazie al Cielo. Un bambino del dodicesimo piano ferito. Possiamo tornare negli appartamenti, dicono. Dovremmo sentirci sollevati? Prego per quel bimbo mentre c' incamminiamo lungo la via, a due a due. Abbiamo imparato che è pericoloso procedere in gruppi. Dopo 300 metri torniamo sui nostri passi. Infatti: dove andare? All' ingresso del palazzo, altri fanno fagotto per sistemarsi dai parenti. Infuria il dibattito: mamma vuole spedire i fratellini da amici in un interrato, papà scherza: «Abitiamo al primo piano, basta saltar fuori dalle finestre se c' è un' altra bomba». Decidiamo di tornare a casa. Prima di entrare, guardo il cielo. Nella notte le stelle sono splendide, pare che brillino più che mai. Conto 5 aerei israeliani sopra di noi.

Safa Joudeh, giornalista, segue un master in Scienze politiche alla Stony Brook University di New York. E' tornata a Gaza nel 2007

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