martedì 30 giugno 2009

La costante discrepanza sui numeri: un vizio del giornalismo italiano.



A proposito della ridda di annunci sul numero delle vittime di Viareggio segnalata nei post precedenti, riceviamo (e volentieri pubblichiamo), questo discreto commento di un lettore anonimo:

"La discrepanza sui numeri in casi come questo è una costante nel giornalismo italiano.
Io monitorizzo quotidianamente Repubblica, La Stampa, Il Corriere e Il Messaggero. Mai una volta che diano le stesse cifre.
E' successo oggi, in passato per i terremoti, per incidenti stradali o aerei, e penso continuerà a succedere.
Eppure i numeri dovrebbero essere "neutri", non soggetti a interpretazioni giornalistiche o politiche o economiche che siano.
Credo che il problema siano "le fonti". Pur di dare il pezzo prima, forse si raccoglie quello che c'è al momento, senza verifiche. Per cui magari il commento del vicino di casa passa subito, casomai smentito qualche ora dopo dalla Polizia o dai Viglili del Fuoco.
Intanto, segnalo che tutti i giornali parlano di "carri esplosi" mentre sembra, anche dalle foto, che in realtà il gas, fuoriuscito dalle cisterne, si è incendiato FUORI dalle stesse. Le quali sembrano essere, se pur bruciate, integre."

2 commenti:

aghost ha detto...

io ricordo un caso sopra tutti, riguardo le cifre sparate a caso dai media, che ho sempre considerato indecente. Avvenne per il disastro di Cernobyl, i giornali del giorno dopo spararono la cifra a caratteri cubitali di "2000 morti", quando i morti accertati subito dopo l'incidente erano, se non ricordo male, una ventina.

Da 20 a 2000, un bel salto... ma enfatizzare il numero delle vittime serviva probabilmente anche a sputtanare "l'Impero del male"...

Frank57 ha detto...

E cosa dire allora dei numeri sulle varie manifestazioni, sindacali, politiche ecc.? Ma almeno in questi casi la diversità di cifre non è dannosa e irritante come nell'esplosione di Viareggio.