martedì 4 agosto 2009
Da oggi La Stampa aumenta a 1 euro e 20. Repubblica e Corriere tengono duro.
Mario Calabresi sulla prima pagina de La Stampa spiega i perchè dell'aumento.
Fino a quando terranno duro Repubblica e Corriere?
Si apre la discussione.
Ecco il pezzo integrale di Calabresi, merita la lettura:
Da domani mattina La Stampa cambierà il suo prezzo e costerà venti centesimi di più (1,20 euro). E’ sempre spiacevole annunciare un aumento, soprattutto per chi come me è direttore da meno di cento giorni e sta cercando di dimostrarvi passione e attenzione.
Ma la crisi economica, un calo pesante della pubblicità e una difficoltà ormai strutturale della carta stampata ci hanno costretto a rivedere ogni nostra spesa: abbiamo eliminato tutto il superfluo e i giornalisti della Stampa hanno accettato tagli e sacrifici. Non volevamo però mettere in discussione quelli che riteniamo i capisaldi di un’informazione di qualità: una presenza capillare e tempestiva sul territorio, uffici di corrispondenza nel mondo, collaboratori di valore, un numero di pagine sufficiente e una buona qualità delle fotografie. Rinunciare ad avere una redazione competitiva a Roma, così come a Cuneo, a Verbania o a New York e tagliare la foliazione avrebbe significato offrirvi allo stesso prezzo un prodotto di minor valore e sancire il declino di questa testata.
Per questo non avevamo altra scelta che chiedere anche a voi lettori di fare la vostra parte per mantenere intatta la qualità del vostro giornale. Era da più di tre anni che il prezzo restava fermo, anni nei quali abbiamo tutti visto aumentare la benzina, come la pasta, le bollette o i treni.
Per venire incontro a chi più ama questo giornale abbiamo però deciso di bloccare il costo degli abbonamenti (compresi quelli in edicola): chi li sottoscriverà entro il 31 ottobre potrà mantenere inalterato il prezzo anche per tutto il prossimo anno. Da parte nostra vi promettiamo uno sforzo aggiuntivo di creatività, attendibilità e innovazione, nella tradizione ultracentenaria di questa testata.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
14 commenti:
Questo tipo di discorsi li sentiamo fare ogni volta che si aumenta il prezzo del giornale. NON attacca. Particolarmente irritante poi la litania dell'aumento della pasta, della benzina, delle bollette, dei treni eccetera.
Il giornale aumenta il prezzo e scarica i costi sui lettori ma i lettori su cosa scaricano? Per loro non aumenta la pasta, o i treni e le bollette? Semmai dovrebbero abbassare il prezzo, non aumentarlo.
Io non compro la Stampa, ma quando leggo che dovrei pagare l'aumento per mantenere una redazione competitiva a Verbania o Cuneo (dove Totò notoriamente ha fatto il militare), mi vien da ridere.
Wild, tu devi capire che la Stampa in Piemonte vende quasi (se non di più) che nel resto d'Italia. Dire "Cuneo" e "Verbania", anziché Padova o Trani, ha un significato preciso. I dorsi locali piemontesi e liguri della Stampa sono imbattibili.
Poi, se tu compri la Stampa a Bergamo, per dire, trovi l'edizione nazionale, che ha una sola paginetta dedicata alle cronache piemontesi.
ma La Stampa è un quotidiano nazionale o regionale? :)
tra i quotidiani nazionali è quello a caratura più regionale. Se voi aveste mai fatto un breve tour del Piemonte l'avreste notato.
Se Repubblica ha i dorsi dei capoluoghi di regione, La Stampa ha i dorsi delle province piemontesi.
L'aumento del prezzo mi sembra eccessivo. Anzi lo è. D'altra parte anche Il Resto del Carlino è salito a 1,20, il manifesto ormai è a 1,30, il Sole24Ore nell'edizione del lunedì è a 1,50. Sull'onda credo che Repubblica e Corriere si adegueranno, magari da settembre.
Ha ragione wild56 che trova irritanti le giustificazione addotte, che poi sono sempre le stesse.
Giusta la puntualizzazione di Andrea.
Condivido la breve analisi di gambero e penso che all'interazione tra web e carta stampata ci si arriverà, con un'accelerazione che magari stupirà laddove si consideri l'attuale immobilismo.
Penso che La Stampa venda nel piemonte liguria valle d'aosta piu di 80% delle copie.
La sua situazione a cavallo fra nazionale e locale puo essere la fonte del suo rischio di vita: costi da nazionale e ricavi da locale
La crisi economica riguarda anche le tasche di chi acquista il giornale. L'aumento avviene mentre le vendite sono in calo e comporta anche la scomodità della moneta dei venti centesimi in più o del resto da ottenere. Contropartite nessuna, salvo la promessa di non peggiorare il servizio, mentre ormai tutta l'informazione che conta viaggia su Internet già il giorno prima.
Io leggo l'aumento semplicemente come mezzo (mezzuccio) utile a mantenere un certo status quo (la redazione di Cuneo etc).
Ma a me, scusate, che mi frega della redazione di Cuneo? Forse interesserà a quelli che abitano a Cuneo, ma non c’è un giornale locale laggiù? Ha senso che un giornale nazionale abbia redazioni locali? Si decidessero: o fanno il giornale locale o quello nazionale, non si può tenere il piede in due scarpe.
Non è tanto per i 20 centesimi di aumento (in cambio di che?), quanto per il fatto che sono assolutamente sicuro che non cambierà nulla.
I quotidiani come li abbiamo conosciuti finora sono un modello superatissimo, non a caso sono tutti in perdita e, se stanno a galla, è solo per il finanziamento pubblico dello Stato. Quindi aumentino pure il prezzo, ritardano solo un’agonia inevitabile.
Anche a me pare che l’unica via sia una robusta apertura alla rete, con un ripensamento totale di quello che dovrebbe essere un giornale oggi.
Se in America chiudono i giornali di carta e tengono in piedi la versione on line, ci sarà pure una ragione, o noi italiani crediamo sempre di essere i più furbi? (qui da noi chiudono Panorama on line per tenere in piedi la versione di carta!)
La via maestra secondo me passa per la massima interazione coi lettori. Un timido tentativo, però sulla strada giusta, mi pare lo stia facendo Repubblica: con Repubblica tv, le video chat, le dirette, i forum eccetera. E’ ancora pochissimo ma probabilmente questa è la strada.
Per la cronaca, per la prima volta in vita mia mi sono abbonato di recente a un giornale: è “Il Ribelle” di Massimo Fini, 50 euro l’anno per la versione di carta e sul web. I giornali tradizionali non mi interessano, leggo si e no il 20% di quello che c’è scritto, quando va bene.
Voglio un giornale che mi aiuti a capire, che mi faccia riflettere, che mi dia delle opinioni e le informazioni che mi servono, non le fregnacce giornaliere di Pierferdinando Casini o Ignazio la Russa. Quella sbobba se la leggano loro.
Probabilmente anche “Il Fatto” di Padellaro va in questa direzione, e sono curioso di vedere com’è.
Tutti gli altri continuano a fare giornali che non interessano a nessuno, se non a chi ci lavora e ai politici per farsi la loro propaganda. Ma quando lo capiranno che i giornali d’oggi sono dei dinosauri in via di estinzione?
Aghost, a te della redazione di Cuneo non frega nulla, ma ai cuneesi, come come agli alessandrini, agli astigiani, ai biellesi e via dicendo, interessa, punto. Non ci sono altri giornali locali o, se ci sono, sono bisettimanli.
se davvero Repubblica si adegua all'aumento, smetto di comprarla (almeno il lunedì) e se va bene, torno all'abbonamento in PDF, altrimenti lascio perdere e leggo solo El Pais.
PS: oltre alla mancanza delle foto della Bulaj (non avranno mica litigato!), mi pare di notare che i pezzi sono più corti.
comunque, a prescindere (per rimanere in tema di Cuneo), i giornali sono sempre fatti peggio e quindi dovrebbero costare meno, non di più. da giornalista che cerca di sopravvivere col web, tutte le lacrime di coccodrillo dei giornalisti della carta stampata mi provocano solo fastidio. mi spiace che anche Calabresi debba scrivere questo tipo di apologia pro domo (sua). aumenta la benzina, aumenta la pasta, QUINDI aumenta anche il giornale. QUINDI domani vado dal capo del magazzino e gli dico: aumentami lo stipendio perché è aumentato il giornale...
:-(
Saul
Tra voi Repubblicamaniaci, c'e' qualcuno che sa spiegarmi perche' a Palermo ci sono anche 26 pagine di cronaca locale (piu' che in tutte le altre citta')? con paginate inutili su non notizie?
Piccola precisazione: le pagine sono ventiquattro, e, qualche volta, anche sedici.
Ma considerando molto banalmente che se si impiega tempo per leggere qualcosa, non si ha tempo per leggere qualcos'altro, è davvero utile leggere tutti i giornali quotidiani come Repubblica, o il Corriere, o La Stampa, piuttosto che leggere meglio settimanali e riviste come l'Espresso, Internazionale, Micromega, Limes, disponendo online di tutte le rassegne stampa possibili?
Posta un commento