Abbiamo scovato questo post sul blog Graficare:
Piccola rivoluzione da oggi su La Repubblica (quotidiano cartaceo).
I due settimanali (viaggi e salute) si trasformano in inserti.
Oggi “la prima” per Saluta: grafica coerente con il giornale, buon uso del colore, insomma un buon prodotto (e un orpello in meno da portarsi appresso).
6 commenti:
Bene signori, vogliamo parlare di inserti?
L'unico che mi pare passabile è Il Venerdì, perché ci sono gli articoli di Maltese, Bocca, Ottone e qualcos'altro.
Inguardabile "Viaggi", ansiogeno "Salute" (ma forse questo è colpa mia).
Intollerabile "D", un mattone assurdo con un solo articolo interessante in circa 400-500 pagine zeppe di pubblicità: quello alla fine, di Galimberti. Non ho mai capito come possa funzionare una roba del genere (limite mio, evidentemente). Mia madre ad esempio si rifiuta di comprare Repubblica quando c'è l'inserto D, per il peso.
Passabile "D Casa", piacevole da sfogliare al cesso :) Quasi discreto "Affari e Finanza", che però riesco a leggere solo in minina parte, oltretutto il 70% degli articoli non mi interessa e non avrei neppure il tempo, né la voglia, di leggere tutto.
C'è stato un periodo anni fa, nefasto, che molti ricorderanno: quello dei gadget col giornale. Tutti facevano a fare per "regalare" qualcosa col giornale. Una cosa assurda che nulla aveva a che fare col giornalismo. Se compro il giornale è perché voglio leggere qualcosa di interessante, non voglio la collana di perline o la crema abbronzante.
Secondo me, gli editori dovrebbero concentrarsi sui contenuti, non sugli orpelli, sulla grafica o sul formato, sui gadget o gli allegati più o meno sensati.
I giornali si trovano nella difficile situazione di dover ripensare completamente il loro modello, che non può reggere così com'è, con un concorrente temibile come internet.
Il tema inserti è senz'altro interessante. Il tuo approccio, caro Aghost, mi pare un po' talebano, ma al fondo lo condivido. Tutti questi inserti sono retaggio dell'epoca gloriosa dei quotidiani (per modo di dire, parliamo pur sempre di un paese con un indice di diffusione della carta stampata ai minimi nei paesi più sviluppati) in cui si pensava al giornale come ad un "sistema" (per usare l'enfatico e ridicolo linguaggio del Corsera) in grado di attrarre nuovi lettori con pubblicazioni mirate ad un target preciso di consumatori (diciamola tutta). L'idea che un quotidiano per ampliare la propria platea debba coprire tutti i campi dello scibile umano a me sembra molto discutibile: la salute, i viaggi, la moda, la tv (qualcuno ricorda il mai rimpianto inserto tv di Repubblica con la Orsomando a pubblicizzarlo?), la finanza, la musica e via discorrendo. Ci si è accorti poi che di acquirenti di copie ne rimangono pochi e che i costi sono spesso elevati. Da qui la morìa, o la mutazione, di questi anni. I lettori si attraggono, a parer mio, con un ritorno alle origini del giornalismo: concentrarsi sulle notizie e sulla loro ricerca (leggasi: inchieste), commentare i fatti e dare una propria idea di come il proprio Paese dovrebbe essere indirizzato (ho una visione scalfariana, in questo senso) ed evitare troppe escursioni in altri campi, soprattutto quelli specialistici. Gli inserti ormai sembrano un modo, neanche tanto nascosto, di veicolare carichi immensi di pubblicità, che è poi la fonte di reddito che consente ai giornali di evitare rossi profondi nel conto economico (la diffusione, si sa, non è sufficiente di per sè a coprire i costi di struttura).
Volendo giudicare gli inserti del nostro foglio, direi che Il Venerdì rimane il miglior esempio di un qualcosa che arricchisce il giornale in maniera sensata e piacevole (anche se a me manca la rubrica delle lettere di Scalfari). L'inserto sulla Salute lo abolirei (spiacente per il collaboratore anonimo) perchè sono in generale refrattario a tutti questi consigli per finti-malati (mia moglie, ipocondriaca com'è, lo adora...). Viaggi non mi pare indispensabile (io di certo non organizzo le vacanze leggendolo). D è assolutamente intollerabile, per dirla alla Aghost (ma mia moglie effettivamente lo legge proprio per la parte moda...). Ne sono talmente infastidito che ormai non leggo più neanche la rubrica di Galimberti). E' chiaro che ha la funzione di raccogliere pubblicità e basta (non cito Velvet, perchè lì siamo veramente in una zona al confine tra l'horror ed il trash).
XL è un inserto abbastanza interessante, anche se non tutto leggibile, ma se lo chiudessero non verserei una lacrima (forse perchè non sono più così gggiovane).
Affari e Finanza è un altro inserto che trovo assolutamente ragionevole come estensione di un quotidiano di informazione. Andrebbe, a parer mio, rivisto soprattutto nella parte relativa al Risparmio Gestito, molto debole e sottovalutata nella sua importanza. Il successo di Plus del Sole 24 Ore evidenzia il crescente interesse che i risparmiatori hanno verso un'informazione di qualità che li aiuti a capire bene le logiche di pianificazione finanziaria e le insidie che si nascondono nell'offerta delle banche. E lo stesso CorrierEconomia + più robusto su questo versante. Invece, si preferisce approfondire questa tematica saltuariamente attraverso inutili paginate di Speciali, che sono un'altra invenzione per raccogliere pubblicità.
Chiudo il chilometrico intervento (scusatemi, ma mi prende sempre la mano quando si parla dell'amato foglio) auspicando un ritorno del mitico Satyricon.
In sintesi: magazine settimanale, inserto economico-finanziario, satira. Non andrei oltre nell'estendere le propaggini di un quotidiano.
Carissimi Aghost e Barbapapà, vi ringrazio molto di questi due ottimi ed esaurienti interventi che contribuiscono ad arricchire il valore di questo blog e forniscono a quelli di Repubblica, preziose informazioni di marketing tipiche del web 2.0.
Per quanto riguarda gli inserti vorrei dire la mia: Affari&Finanza mi piace (tranne la grafica che potrebbe essere più moderna)perchè parla di svariati argomenti anche slegati dal contesto finanziario, vedi per sempio le pagine dedicate ai blog e a internet in generale. La Repubblica delle Donne mi piace TANTISSIMO graficamente, vorrei averlo disegnato io. A livello di contenuti condivido con voi la presenza fastidiosa di tanta pubblicità e tanta moda, però il collegamento donna-moda è istantaneo e a loro piace vedere le modelle che indossano gli ultimi abiti di grido. In sostanza non lo casserei. Salute e Viaggi li leggeva (e li leggerà ancora credo) mia molgie. Io Salute ho provato a gettarlo ancora incellophanato (come dice Aghost)ma Viaggi ogni tanto lo sfogliavo e condivido il pensiero di Barabapapà quando dice che non organizzerebbe mai un viaggio con Viaggi di Rep. Il Venerdì lo leggo per i programmi della tivù e per la rubrica di Maltese (aghost, sei sicuro che Ottone sriva sul Venerdì?
In sostanza: gli inserti stanno morendo viva gli inserti.
Sì Enrico, Ottone scrive la rubrica "Vizi e virtù" (vedo che non stai attento!!!) :P
Tra l'altro Piero Ottone fu, per un certo periodo, il mitologico "garante dei lettori", figura leggendaria che, al contrario della stampa usa e anglosassone, pare non sia mai esistito veramente in italia. Credo nessuno ricordi qualsiasi intervento del Garante Ottone in qualsivoglia senso.
In ogni caso mi pare di capire, facendo un sunto estremo degli interventi, che gli unici inserti che si salavano sono Il Venerdì, Affari&Finanza e Satyricon (quest'ultimo non mi pare d'averlo mai visto).
C'è da chiedersi quindi, a che scopo si stampano gli altri inserti. Se fossi inserzionista di D, epr dire, non mi piacerebbe sapere che l'inserto viene buttato direttamente nella spazzatura dalla maggioranza dei lettori.
Ma qui forse qui mi sfuggono totalmente certe dinamiche editoriali e di rapporti commerciali tra editori e inserzionisti.
Comunque mi sembrera preoccupante questa distanza tra chi fa il giornale e chi lo legge.
A voi no? Noi in fondo siamo lo zoccolo duro e in qualche maniera resistiamo, ma la vedo grigia attrarre il lettore più o meno occasionale.
Perche non:)
leggere l'intero blog, pretty good
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