venerdì 16 ottobre 2009

Oro colato.

Dal blog di Luca Ciccarelli:

Il perché della scelta del Corriere di non calcare troppo la mano contro Berlusconi sta in una frase che De Bortoli ha pronunciato durante l’intervista di ieri ad Annozero:

"Noi rispettiamo la volontà degli elettori, che ha deciso di votare questa maggioranza, che ha piena legittimità e questo qualche volta ce lo dimentichiamo".

E se fosse che il Corriere ha deciso di ammorbidirsi contro Berlusconi semplicemente per non perdere parte dei suoi lettori che tradizionalmente sono conservatori ed amano poco gli scontri in piazza?
La maggioranza dei lettori del Corriere vota Berlusconi.
E di questi il direttore del Corriere forse è stato chiamato a rispondere ai suoi azionisti.

Qui il post integrale.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Quello che De Bortoli non dice è COME Berlusconi è arrivato al plebiscito, e cioè (usando un dogma che Franco Cordero va ripetendo da anni alla faccia di chi parla di "antiberlusconismo"): istupidendo le masse (citazione non testuale, naturalmente...) con tv-melassa e demente, immorale ma moralista, con la Rai ad omologarsi "al ribasso".
Insomma il quesito è lo stesso: la 'colpa' è degli "antiberlusconi" o di Berlusconi? penso a quella polemica del Giornale «Giudici nella redazione del Fatto!», apertura strillatissima more solito. Non sarebbe stato più grave: «Mafiosi nella redazione del Fatto»? Fatemi capire ...
E.

aghost ha detto...

vedo che molti, tra i quali de bertoli (non avevo dubbi), sostengono la legittimità del governo berlusconi.

Non sono d'accordo. Per nulla. Perché la vittoria elettorale (tutt'altro che plebiscitaria tra l'altro) è stata ottenuta con una disparità di mezzi e un conflitto di interessi che sarebbero stati inaccettabili in altri paesi più seri del nostro.

Se uno corre i 100 metri e li vince perché è partito ai 40 o 60 metri, non si puà dire che la sua vittoria sia legittima.

Mi smebra una verità elementare, che tuttavia in troppi si dimenticano o fanno finta di non ricordare.

Anonimo ha detto...

x aghost
dicendo plebiscito non mi riferivo alle ultime elezioni – e comunque la maggioranza pdl nelle aule non mi sembra poi risicata, ricorso alla fiducia a parte – ma a una certa inclinazione maggioritaria di un'italia berlusconizzata e senza opinione pubblica (vedi rep dell'estate 2008, scalfari e altri); mi sembra per il resto che diciamo la stessa cosa e mi fa piacere. magra consolazione.
E.

Anonimo ha detto...

Il punto è proprio l'assenza di opinione pubblica. E' nel tentativo di lobotomizzazione di massa che B. ha raggiunto il suo risultato. La prova è il fatto che, dopo mesi di campagna su Rep, la gente - assuefatta al modello Amici e Uomini e Donne - anziché indignarsi comincia a sussurrare "che palle". Il governo B. purtroppo non è illegittimo. E' inadeguato inopportuno inabile e indifferente, oltre a molte altre cose. Ma (gli altri) l'hanno votato e (tutti) ce lo teniamo.
E' la teledemocrazia.
p.

Barbapapà ha detto...

Sono convinto che De Bortoli abbia ricevuto un mandato molto chiaro dai suoi "grandi elettori", ovvero quello di non disturbare troppo il manovratore. Questo governo può soddisfare egregiamente gli appetiti della grande industria e quindi niente deve guastare l'entente cordiale tra cosiddetti Poteri Forti. Cane non morde cane.
Inoltre, l'arrivo di Feltri al Giornale rende concreta la possibilità di perdere lettori e copie a favore di questa concorrenza, non appena si osi assumere un atteggiamento più critico verso il Cavaliere.
Chiudo riportando quanto scritto da Bernardo Valli mercoledì scorso nell'incipit al suo articolo su Sarkozy e figlio. La ritengo una perfetta sintesi delle due idee di giornalismo di Corsera e Repubblica.
"C'è stampa e stampa. C'è quella trincerata dietro l'illibatezza di un'informazione dosata con inevitabile opportunismo, ma che si dichiara politicamente asettica, notarile; e quella rispettosa della notizia ma che non sfugge all'impegno deontologico di controllare il potere ad ogni passo, in ogni istante.". Poi chiude affermando che in Francia la stampa ha reagito indignata e compatta al sopruso presidenziale (la nomina del figlio 23enne a capo di un organismo pubblico). Idem televisione, pubblica e privata.
Un altro paese.

aghost ha detto...

nella mia ingenuità (che rasenta la stupidità) ho sempre creduto che il ruolo della stampa dovesse essere quello tipicamente anglosassone, cioé quello del "cane da guardia del cittadino".

Ma quando mai, in Italia poi, la (grande) stampa è stata così? Sempre filogovernativa, se non velinara. Del resto poteva essere diversamente nel momento in cui Lo stato sovvenziona, a vario titolo, giornali e giornalisti?

E anche Repubblica, a dirla tutta, non mi piaceva quando era filo-prodiana. La Stampa deve essere SEMPRE critica col governo, qualunque esso sia, proprio perché dovrebbe essere quel "quarto potere" che controbilancia gli altri. Da noi, invece, i poteri fatalmente si sommano...