venerdì 30 ottobre 2009

Vietato calpestare i morti.



Ecco il pezzo di oggi di Roberto Saviano (sulla prima di Repubblica), a commento dell'incredibile video diffuso ieri sull'uccisione di Mariano Bacioterracino al quartiere Sanità di Napoli.

Tutto normale. È questo che sembra essere il tempo e il modo di questa esecuzione di camorra. Normalità. Tutto normale scavalcare un morto per terra, tutto normale vedere un uomo che viene sparato alla testa e non far nulla, nemmeno gridare, o chiamare qualcuno. È tutto normale, non si corre, nessuno sente di dover far niente. La città è in guerra e si agisce come agiscono gli uomini in guerra ossia, strisciare, allontanarsi, non dare nell´occhio.

Porta a casa la pelle, il resto vale zero. L´inferno c´è ed esiste e sono quei cinque minuti ripresi da una telecamera installata a Napoli, in via Vergini, nel quartiere Sanità. Scienza non insolita a Napoli negli ultimi trent´anni. Non insolita per le persone che la vivono come un´eventualità, come assistere ad un litigio o ad un tamponamento. L´assassino, l´uomo che uccide, è persona tecnicamente abile; molto probabilmente è un uomo che ha già ucciso. Vede il suo obiettivo, entra senza problemi nel bar, si fa un giro poi esce e spara tre colpi, secchi, ravvicinati, a pochi centimetri dal corpo. I primi colpi sono più bassi, poi l´ultimo: il colpo di grazia. Ogni camorrista quando non uccide paga personalmente l´errore; paga per aver lasciato in vita un condannato che diviene poi testimone. Per questo, basta dare uno sguardo ai referti necroscopici degli ammazzati dalla camorra negli ultimi dieci anni: quasi tutti vengono sparati in faccia o alla nuca, per avere la certezza della morte.

Il pezzo continua qui.

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