mercoledì 30 giugno 2010

Dato di Fatto.



Il Fatto quotidiano è in difficoltà per la raccolta pubblicitaria deludente.

20 commenti:

aghost ha detto...

Nell'articolo si afferma una cosa abbastanza agghiacciante, e cioè che il flop della raccolta pubblicitaria sarebbe "sicuramente dovuta anche all'indipendenza del giornale, orgoglio di editore e lettori ma deterrente per gli inserzionisti".

L'indipendenza del giornale sarebbe un "deterrente" per gli inserzionisti? Ma da quando? E se così fosse, in che paese siamo?

nonunacosaseria ha detto...

La raccolta pubblicitaria oggi come oggi è difficile per chiunque, giornali più schierati e giornali meno schierati, anche se negli ultimi anni - e la vicenda Panorama-Telecom lo conferma - si è ingigantita la situazione descritta da Affari Italiani. Prima di far pubblicità su un giornale che poi ti sputtana, magari uno ci pensa.
Io avanzo un'altra ipotesi, ma son curioso di sapere cosa ne pensa il feticista supremo in proposito. Penso che Il Fatto sconti anche il problema di essere l'ultimo arrivato. Mi spiego meglio. Quando è uscito nelle edicole, tante aziende stavano chiudendo il budget 2010. La società X ha deciso di investire tot euro in pubblicità cartacea, ha fatto il contratto con Repubblica, Corriere e Stampa e nel momento in cui c'è stata la possibilità di farla pure sul Fatto ormai era tardi. E così si va al 2011. Ripeto, è un'ipotesi...
(se fossi io a decidere dove impiegare i soldi della pubblicità per un prodotto distribuito a livello nazionale e generalista, li dirotterei innanzitutto sui giornali più diffusi e quindi Corriere, Repubblica, Sole, Stampa e Gazzetta. Soltanto in via residua andrei su quotidiani meno diffusi come Messaggero, Giornale, Unità. Un quotidiano come Il Fatto ora è diffuso, ma quando è nato non si sapeva e quindi come opzione non era tra le principali).

aghost ha detto...

nonuna, la tua ipotesi non è peregrina. Riguardo agli inserzionisti, mi pare abbastanza ovvio che dovrebbero essere di nicchia, come lo è Il Fatto. O no?

Frank57 ha detto...

Sono d'accordo con voi, si tratta di ipotesi plausibili.
Apure io, aghost, sono rimasto colpito da quel passaggio dell'articolo. E se così fosse confermerebbe, in maniera tristemente eloquente, che il paese che siamo diventati è un paese deformato antropologicamente.
Spero che l'ipotesi, tutt'altro che peregrina di nonuna, corrisponda alla realtà. Altrimenti sarebbe molto preoccupante.
Titolo odierno eloquente: "Forza Mafia".

lù ha detto...

Con quello di cui parlate non c'entra niente, ma io ribadisco di non comprare più il fatto perché offende l'intelligenza e le donne con gli articoli sessisti di un tale fini. Conosco diversi altri che, come me, tramortiti dal silenzio di direttori incapaci della minima autocritica, non ritengono degno finanziare degli arroganti. Sì, a volte nel loro furore di superiorità sembrano dei talebani. Purtroppo non riesco più a credergli. Non si può credere a gente così contraddittoria.

nestore ha detto...

te credo chi se lo fila 'sto coso?
se fossi un imprendiotore i miei soldi li darei ad altri, meno faziosi e più seri. ma li hai visti quelli? manco una lira. poi vedrete adesso fanno i fighi poi ricorreranno al finanziamento.

nestore ha detto...

l'ad Giorgio Poidomani & soci fanno i conti con alcuni 'incidenti di percorso'.
si esatto
POI DOMANI (senza soci) vedremo come fa' a campa!!!
ah ah ah

Enrico Maria Porro ha detto...

Nonuna, il tuo ragionamento sulla raccolta pubblicitaria non fa una grinza. quelli del fatto hanno sbagliato i tempi del lancio.giusto anche quello che dici sulla scelta di investire sui giornali che da sempre garantiscono un numero alto di lettori.

nestore ha detto...

per enrico maria porro:
non hanno sbagliato i tempi del lancio, hanno SBAGLIATO nel fare un giornale di cui non si sentiva la necesità! ancoira un altro antiberlusconiano di troppo! ma va a lavorare e asfaltare strade a ferragosto.

nonunacosaseria ha detto...

@nestore

chi ha a cuore la democrazia, non si preoccupa se un giornale è di destra o di sinistra, se è visceralmente antiberlusconiano o visceralmente antisinistra. altrimenti io potrei dire che non sento la necessità del giornale o di libero.
chi ha a cuore la democrazia, si preoccupa invece se un giornale è libero di portare avanti la linea editoriale che si è prefisso.

Carmen ha detto...

Cara Lù,

capisco il tuo furore contro Massimo Fini, quando parla delle relazioni tra uomini e donne sbrocca ed è davvero irritante. In genere è un uomo pieno di buon senso (anche nell'analizzare "questioni femminili", leggi per esempio l'articolo sul gazzettino dell'11/06, lo trovi sul suo sito ) ma deve avere avuti relazioni infelici o semplicemente le donne come compagne di vita non gli piacciono.
Ciao

lù ha detto...

Carmen, ho letto tre articoli firmati da fini, tutti pubblicati sul fatto, e mi sono davvero bastati. Non entro nel merito, sarebbe troppo lungo. Ma davvero non ho mai visto, nemmeno su Libero o il Giornale, una simile accozzaglia di banalità, luoghi comuni e cattiverie. Per questo non riesco a credere che quella roba abbia trovato spazio sul Fatto.

Che il signor fini abbia scritto anche altro non c'entra nulla, il delirio di quei tre articoli è aggravato dallo loro oggettiva compiutezza. E chi, di fronte al rammarico per le offese ricevute, mi viene a dire di leggere altro mi ricorda quei nostalginici da osteria che di mussolini ti dicono "però era socialista". Come se questa pretesa cancellasse gli orrori compiuti. Anche se in altre occasioni fini ha scritto roba non da manicomio, è pur sempre un sessista misogino.

RIguardo alle ultime righe di quel che scrivi, aggiungerei che c'entra anche l'omofobia tipica della sua stessa mentalità restrauratrice. Altrimenti non si spiega tanto disprezzo, dài....

Ciao, carmen.

nestore ha detto...

per nonunacosaseria: è vero ma libero e il giornale la publicità l'hanno. forse non sono per te ma nessuno ti obbliga a leggerli. invece qui sembra che loro sono poveretti perchè nessuo li caga, allora mi vien da dire: ma che l'hai fatto a fa? se vuoi portare avanti le tue idee in democrazia fallo ma non chiedere poi soldi a me visto che fai il figo a non volere gli aiuti per l'editoria.
te l'ho detto se fossi un imprenditore non pubblicherei su giornali così schierati, ne a destra ne a sinistra, ma lui è contro la seconda autorità del paese e questo non mi piace.

nonunacosaseria ha detto...

@nestore

fammi capire. se il Fatto invece di essere contro "la seconda autorità del Paese" fosse contro l'opposizione allora ti andrebbe bene?

Poi: non so se ti sei perso una polemica di pochissimi giorni fa, su Panorama - difeso dal Giornale - che lamenta il venir meno della pubblicità Telecom per qualche articolo non gradito su Bernabé. Insomma, la questione riguarda tutti, ma proprio tutti.
Quanto alla raccolta pubblicitaria di Giornale e Libero sarebbe un interessante case study. Per info, telefonare all'onorevole Daniela Santanché.

Lu ha detto...

@nestore:il problema del Fatto non è che "nessuno li caga", i lettori ci sono ma purtroppo non bastano per fare un giornale.

Supersoul ha detto...

Nestore: bei tempi eh prima che arrivasse Tangentopoli???
A Nestore te devi da rassegnà: Bettino se n'è ito!!

aghost ha detto...

@lu, che i lettori non bastino a fare un giornale direi che è una tesi ancora da dimostrare. Probabilmente è vero che non bastano a fare QUESTI giornali.
Forse è la fine dei giornali di carta, costano troppo. E se ci pensiamo bene, feticismi a parte, ormai la via è segnata, ed è quella on line. Negli USA hanno già cominciato: chiudono i giornali di carta che sopravvivono, talvolta assai bene, sul web. Le spese di stampa e distribuzione si mangiano una bella fetta del ricavo, è diventato quasi impossibile far quadrare i conti.
Anche io, nel mio piccolo, compro decisamente meno giornali da quando ho internet. La carta è solo un supporto, quel che conta veramente è, come sempre, il contenuto. Probabilmente i giornali di carta moriranno com'è morta la pellicola, come sono morte le musicassette, i cd eccetera.

kriss ha detto...

Per non parlare dei dischi in vinile :-(
Però un po' di tristezza possiamo provarla per queste perdite?, anche se "la via è segnata". Perchè d'accordo con la varietà dei giornali on line, ma vuoi mettere lo scrocchio della carta e le mani sporche di inchiostro... ma di questo abbiamo già detto.
Comunque, sono contenta che Il Fatto esista. A suo tempo ho sottoscritto un abbonamento per il pdf ma dopo un po' mi sono stancata di leggerlo.
Sarà successo anche ad altri.

Lu ha detto...

@aghost: non so, penso che tutti i giornali dipendano più dalla pubblicità che dai lettori purtroppo.
Se ad esempio gli imprenditori avessero ascoltato i consigli di berlusconi e avessero smesso di fare pubblicità su repubblica, probabilmente questo blog avrebbe cambiato nome:da feticisti a nostalgici.

Frank57 ha detto...

Fino a non molto tempo fa acquistavo 5 quotidiani, dose che ho dovuto ridurre a 3 per l'ormai palese mancanza di tempo anche solo per aprirli (talvolta). Non parliamo poi di sfogliarli o leggerli tutti in maniera almeno esaustiva.
Il piacere evocato da kriss, rimane insuperabile. La lettura sul web è più comoda, ma non permette - come dire - di catturare l'essenza di certi articoli.
Quanto al pdf, auspicherei che ogni sito di giornali proponesse la versione, anche ad una settimana di distanza, perchè l'archiviazione, questa sì, resterebbe enormemente facilitata. Per non parlare della navigazione tra gli archivi dei quotidiani.
In ogni caso le conclusioni a cui arriva aghost, sono difficilmente contestabili e tristemente vere, pensando al percorso dei vari supporti. Anche se credo che il percorso di trasformazione richiederà, nella fattispecie, più tempo e non è affatto detto che sia ineluttabile. Perchè poi si allargherebbe ai libri, irrinunciabili nel formato cartaceo. Se forse (ripeto forse) il giornale di carta è destinatio all'esaurimento, ritengo improbabile analoga sorte per il libro.
Lo vedremo solo vivendo...