sabato 12 gennaio 2013

Sondaggione: votate gli articoli PPR+ e PPR- di novembre.

Ecco gli articoli da votare per le due categorie, in rigoroso ordine cronologico.
Vi ricordiamo che si vota sempre qui a destra sotto alla pubblicità.

Buona lettura e buon voto!








Gianni Clerici, 7 novembre Un Federer da record i suoi sublimi colpi sul povero Tipsarevic. Dopo la oramai consueta, dolorosa assenza al torneo di tennis degli US Open, il magnifico Scriba torna in azione a Londra per il Masters sfoderando una forma a dir poco smagliante. “(…) esultare, infine, quando m'imbatto nella chicca di Gianni Clerici, cui basta un trafiletto per piazzare capolavori del tipo «Un mio vicino, uno scriba inglese che sta componendo un epicedio sulla scomparsa del rovescio a una mano, mi fa notare i vantaggi di quell'arma nella panoplia guerresca di Roger»” (EF).

Concita De Gregorio, articolo del 10 novembre Quei trenta giorni che sconvolsero il governo Berlusconi. L’anniversario della caduta del Governo Berlusconi viene celebrato dal giornale con un pezzo sontuoso di Concita che ripercorre le tappe di quel calvario. Un pezzo apparentemente di cronaca, con i santi del giorno a scandire il passare del tempo, che in realtà rivela magistralmente lo stato miserevole della politica italiana e del Paese. “Le piazze di Roma erano invase da una moltitudine, un'orchestra di musicisti si era data convegno in piazza del Quirinale per suonare l'Hallelujah di Haendel. Le ministre e le sottosegretarie si erano vestite a lutto, Formigoni faceva le corna alla folla, il ministro Sacconi esibiva il dito medio, Bossi come di consueto diceva vaffanculo. Finiva così non solo una stagione di governo ma un'epoca”. “Il pezzo di oggi di Concita De Gregorio è da PPR+. E in caso di classifica generale del 2012 direi che è nella top 5” (MUDD). 

Francesco Merlo, articolo del 12 novembre Insulti e nomi storpiati: la gogna triste di Grillo. Il blog-sfogatoio di Grillo raccontato dal grande giornalista siciliano, e così efficacemente sintetizzato: “Ho contato 17.300 basta! 9940 culo, 9090 cazzo, 8130 merda, 7610 computer, 4720 consumatori. E 4350 nazismo o nazisti, 2710 Hitler. La prima cosa che mi hanno insegnato i miei maestri informatici è la legge di Godwin: in ogni dibattito sulla rete è inevitabile che compaiano le parole Hitler e nazismo. Ma quando arrivano vuol dire che tutto è già degenerato, peggio che finito”.

Antonio Dipollina, articolo del 14 novembre Social game Il virus dei giochi di parole nell'epoca di Twitter. Quale miglior recensore del nuovo libro di Bartezzaghi sull’arte di giocare con le parole? Dipollina si rivela una guida perfetta e stimolante: è naturalmente a suo agio nel descrivere, rendendocelo ancor più attraente, il caleidoscopico mondo dei giochi di parole. Un altro perfetto esempio di formaggio con le pere, come ama dire il Feticista Supremo. “Il gioco di parole in questione, declinato in una summa travolgente di modi e nodi, è di quelli che contagiano: è virale, ti si appiccica addosso e a quel punto sei tu a inseguirlo e volerlo ancora e di più”.
 
Ezio Mauro, editoriale del 16 novembre Un deficit di libertà. Cresce il malessere sociale nel Paese, testimoniato dalle continue manifestazioni di piazza. Il Diretùr analizza, con la consueta chiarezza e profondità di pensiero, questo disagio che ha il suo elemento di destabilizzazione principale nel lavoro la cui perdita va oltre il tema della sicurezza economica perché intacca il “diritto democratico supremo, il sentimento della cittadinanza” in quanto “senza libertà materiale non c’è libertà politica”. Con implicazioni negative per la democrazia che rischia di ridursi a “un insieme di formule che non trova senso pratico e traduzione concreta nella vita di tutti i giorni. Peggio, la democrazia diventa un sistema che si predica per tutti e si declina per alcuni, il regime degli "inclusi", dei protetti e dei garantiti, che taglia fuori il resto”. Una sfida, dunque, per la sinistra che deve confrontarsi con una crisi che ha messo in discussione i diritti nati dal lavoro “dei diritti "nani", cioè subordinati e condizionati, che possono venire revocati se la crisi lo impone, dunque sono delle variabili dipendenti e non autonome”. L’alleanza “capitale-lavoro-welfare” deve, dunque, tornare ad innervare le democrazie occidentali come è avvenuto nei decenni passati. “Tutto questo crea uno spazio enorme per la politica, e naturalmente per la sinistra. Se solo lo sapessero”.

Michele Serra, L’Amaca del 17 novembre sul penoso spettacolo di Briatore che “con il suo italiano rudimentale” inveisce in tv, nel programma di Michele Santoro, contro i politici. “Credo che solo in Italia sia concepibile l'incredibile spettacolo di un miliardario che sbraita contro lo Stato come l' ultimo dei diseredati”. “Ragionamento con i fiocchi” (Michele Reccanello). Da segnalare anche l’esilarante Amaca del 20 novembre sullo sconcertante caso della Polverini, dimissionaria ma attivissima Presidente della Regione Lazio. “Non sarà facile, quando sarà il momento, spiegarle, con la dovuta cautela, che le dimissioni comportano, insieme a tanto divertimento e simpatia, anche l' obbligo di andarsene”. Grande Michele!
 
Fabio Scuto, reportage del 19 novembre Stavo giocando poi è esploso tutto. Un’altra tragica giornata a Gaza causata da un bombardamento “intelligente” di Israele che colpisce a morte 9 bambini. Il corrispondente da Gerusalemme ci racconta in presa diretta il dramma della popolazione con una partecipazione composta, priva della bolsa retorica che tipicamente appesantisce certi reportage dalle zone di guerra. “Le case sono piccole a Gaza e il pezzo di strada davanti all'uscio diventa una propaggine dell'abitazione, tutti i ragazzini giocano per la strada. Difficile tenerli fermi, dentro casa, sotto controllo, lontano anche dalle finestre. Non avvertono il pericolo, non hanno la malizia dell'adulto nel riconoscere il rumore fisso che fanno i droni che incessantemente sorvolano la Striscia, il sibilo del missile che annuncia la morte in arrivo quando ormai è troppo tardi”. “Un grande racconto, anche se a tinte forti, ma scritto con un gran passo. Forse il migliore pubblicato dal giornale quest'anno” (Federico A.) 








Bernardo Valli, articolo del 5 novembre Missione Teheran Così la CIA beffò Teheran gli Ayatollah. Solita deprecabile scelta della sezione di critica cinematografica di affidare recensioni alle grandi firme di Repubblica, persone con competenze sull’argomento del film ma non di cinema. Nell’occasione la prestigiosa vittima è nientemeno che il grande Bernardo Valli, chiamato in causa per recensire un film ambientato nella Teheran del 1979. “che sarà mai recensire un film, soprattutto se ispirato a fatti realmente accaduti! conta il "fatto", quindi chiamo l'esperto del "fatto". o chi, in ogni caso, non ha la minima competenza di linguaggio cinematografico. d'altro canto, mica il film è un testo con regole e strategie proprie! o una messa in forma di visioni, di stili! no, se ne può parlare come di un passatempo qualsiasi, minimo, per nulla impegnativo” (Angelo) “l'approfondimento sociopolitico a partire da un film ci sta benissimo (al di là che questo è proprio brutto), ma non si può metterlo al posto di una recensione, deve affiancarla” (mad283) 

Chiara Daina, Corrado Zunino, articolo del 6 novembre Quelli che tengono tutto La sindrome dell’accumulo. Il “disturbo del decennio”: accumulare oggetti… Bah! 

Enrico Franceschini, articolo del 14 novembre Liberi e felici perché i single sono i più odiati dalle coppie. Sempre più annoiato da Londra, l’ineffabile Franceschini continua a divagare per ogni dove alla ricerca di notizie vere, quelle che giustificano la presenza di un corrispondente all’estero. Tipo: perché le coppie odiano i single. Su R2, ovviamente. 

Carmelo Lopapa, articolo del 19 novembre Monti e l’affidabilità dell’Italia. Monti va in missione economica in Qatar e Repubblica invia un cronista politico per occuparsi d’altro: raccattare qualche dichiarazioncina e captare qualche pettegolezzo buono per alimentare i tanto amati retroscena dal respiro cortissimo. Talmente inutile la presenza in loco che l’articolo con il resoconto sul reale motivo (economico) della visita del Primo Ministro italiano viene scritto… a Roma da Barbara Ardù. E io pago! 

Marina Cavallieri, articolo del 26 novembre Guidare alianti e fare origami così il manager diventa leader. Torna periodicamente l’ossessione di Repubblica per la leadership e le tecniche di apprendimento / addestramento. Sempre con quell’occhio rivolto alle questioni del PD…

Ricordiamo che per segnalare articoli per il sondaggio mensile potete scrivere a enricoporrochiocciolafastwebnet.it oppure lasciare un commento in un post, anche se OT.

Si ringrazia Barbapapà per la collaborazione ai testi e alla selezione degli articoli.

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