Michele Serra coglie nel segno nell'Amaca di oggi dedicata ai "Serenissimi 2.0" e al nuovo tanko sospendendo il giudizio, anche se, abitandoci, sarei più incline a credere ad una buffonata, come ha dimostrato il recente referendum (oddio sono quasi d'accordo con Merlo!!).
Fanno un po' ridere le affermazioni "giustizia ad orologeria" (vi ricorda niente?), o "tempismo sospetto", come se i blitz di Polizia e Carabinieri non avessero tempismo (non ricordo commenti simili quando ci fu il blitz dell'indagine Crimine).
Più che la crisi, a mio parere è colpa della Lega, nota accolita di razzisti ed incapaci, che non ha mai spiegato, una volta ottenuta l'indipendenza, come farebbe andare avanti la macchina dello Stato, ma ha anzi basato sul dire ed il non fare la sua politica del consenso, come scrisse perfettamente Alessandro Gilioli nel luglio 2010, parole che è bene ricordare e far leggere (se ne sono capaci) ai sodali dei serenissimi:
"Massì, amici leghisti della val Brembana che vi alzate alle quattro del mattino per fare tre lavori in un giorno, continuate sereni a credere che ci sarà il federalismo, la secessione, la libertà del nord.Quanto alla notizia di oggi, a parte una crisi economica generalizzata , quindi non solo ma anche veneta (gente evidentemente abituata a ben altro tenore di vita), come ci ricorda Peter Gomez con l'editoriale di oggi, evidentemente ancora non si è capito che se si vuole far ripartire sto Paese bisogna partire dalla legalità e dai diritti, altrimenti è tutto veramente inutile.
Continuate a crederci, se vi pare: che intanto qui a Roma si mangia da dio, la sera si alza il ponentino e vi sghignazzano dietro".
E questo vuoto pneumatico di idee e di politica vera viene riempito da personaggi come Tosi, ben felice di farsi intervistare in modo tale da gettare acqua sul fuoco (è un moderato da questo punto di vista e bisogna riconoscerlo), ma anche pronto in questo modo a distogliere l'attenzione da vicende molto più serie e ben più gravi, come ha raccontato Colaprico in un recente reportage su Repubblica.
ElleElle
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