mercoledì 2 aprile 2014

Troppo concentrato sulla nuova grafica, il Diretùr perde di vista Matteo Renzi.

Riportiamo da Il Post:


Sul Foglio di oggi Sergio Soave, uno dei più vecchi collaboratori del giornale, riflette sulle tensioni che stanno montando – e che anche i lettori percepiscono da tempo – all’interno del quotidiano Repubblica rispetto alle politiche di Matteo Renzi da quando da annunci si sono trasformate in scelte concrete, col nuovo governo da lui guidato.

“Davvero imbarazzante la performance di Ezio Mauro ieri sera da Lilli Gruber. Certo, non deve essere comoda la posizione da direttore del quotidiano la Repubblica”, scriveva ieri il Fatto quotidiano. Cosa mai aveva combinato, Ezio Mauro? Aveva parlato di Matteo Renzi, della sua accelerazione sulle riforme, in questi termini: bene la “riduzione del numero dei parlamentari”, bene affrontare “il bicameralismo troppo perfetto” che “è una delle ragioni della perdita di efficacia della nostra democrazia”, “credo che sia una riforma positiva, naturalmente va fatta con equilibrio”. Un plauso chiaro a Renzi, accompagnato da commenti non equivocabili di dissenso nei confronti di chi, specie tra i commentatori storici di Repubblica, come Gustavo Zagrebelsky, paventano “la svolta autoritaria” e si ergono a guardiani della conservazione: “Non credo ci sia rischio di una svolta autoritaria”, “credo che la maggioranza ci sarà… il Parlamento si renda conto che siamo davanti a una domanda cruciale: si può ancora cambiare l’Italia?”. E ancora, quasi a smentire la cupezza delle sue stesse grandi firme: “Non si può fare un giornale senza ottimismo”. Questo aveva fatto, ed è bastato a far venire a galla un conflitto profondo nella sinistra.

3 commenti:

mad283 ha detto...

Molto bello, l'articolo di Soave. Non sono però convintissimo che sia vero ciò che scrive nell'ultimo paragrafo: in pratica sostiene che l'opinione pubblica vuole assolutamente le riforme, non importa come, ed è la consapevolezza di questa opinione che porta Mauro ad andare violentemente contro i conservatori dei salottini della sinistra radical-chic esemplificati dagli editorialisti di Repubblica. A me invece sembra che la situazione sia quasi totalmente opposta: l'opinione pubblica vuole riforme serie, non fatte alla cazzo come la legge Fornero o come il Porcellum ("cazzo" è un termine tecnico derivato dalla giurisprudenza latina, ma non sto a dilungarmi), mentre a una certa sinistra col culo cosparso di colla interessa solo poter dire che le riforme le han fatte loro. A questo gruppo di poltronissimi si sono opposti i firmatari della mozione anti-Renzi, costringendo Mauro ad una spettacolare arrampicata sugli specchi ("il bicameralismo troppo perfetto è una delle ragioni per la perdita d'efficacia della nostra democrazia", ci rendiamo conto?) per poter continuare a sostenere il giardinetto piddino. Sbaglio io?

Anonimo ha detto...

sai che potresti avere anche ragione?

Frank ha detto...

mad283, non sbagli - almeno dal mio punto di vista - perché è quanto sostengo pure io. Da quando la perfezione contribuisce a ridurre l'efficacia di qualunque cosa?
In realtà è difficile il posizionamento stabile di una linea editoriale, travolti dall'elenco di intenzioni renziane che si allunga ogni giorno di più rendendo tutto improponibile. Offrendo però l'impressione che si sta facendo. Cosa e come è solo un dettaglio. Basta la parola che una volta, però si applicava a un lassativo.