Caro Pazzo,
credo che il cambio di direzione a Repubblica possa essere un momento importante per ripensare il giornale e riflettere su eventuali cambi della struttura editoriale e grafica.
Premetto che a me oggi Repubblica non piace. Non amo la grafica né mi piace l’inserto Rep 2 che giudico spesso inutile.
Così come ritengo che il lavoro di Rinaldi abbia reso Repubblica pesantemente leggera (e non sembri una contraddizione…) sul piano grafico. Strisce, fasce azzurre ovunque e in piena libertà. Con quale senso?
Repubblica deve tornare ad essere un giornale prestigioso sul piano politico e culturale e lo deve fare attraverso una rivisitazione totale della struttura del quotidiano.
Io leggo il francese Le Monde e ancora oggi ritengo che graficamente possa essere un modello di riferimento. Lo so che qualcuno dirà che è profondamente serio e austero. E io rispondo: vero, torniamo alla pulizia grafica e al bianco, senza il barocchismo ridondante degli ultimi anni rinaldiani!!
Poi vi sia una costante contaminazione di politica italiana e esteri senza una suddivisione rigida e gabbie prestabilite. Così come mi piacerebbe leggere una nota e un commento, anche fuori dalle canoniche pagine delle idee e dei commenti.
Si rendano vive le pagine dei commenti dando voce a commenti diversi e contrapposti. Basta con la voce solista. Non sta scritto da nessuna parte che Repubblica debba essere una voce della sinistra e comunque se vuole esserlo lo faccia in modo intelligente e senza paura. Dia spazio alle idee intelligenti e mai banali che in ogni caso non hanno etichette morali e politiche.
Insomma sia più Foglio e meno Unità per capirci.
E come dicevo quell’inutile inserto modaiolo di Rep 2 si sciolga immediatamente per decreto legge. Ne guadagnerà l’umanità intera e i lettori deporranno un mazzo di fiori, riconoscenti. Basta per favore con quel ciarpame!!!!. Mario salvaci tu!!!!
E si chiami Rinaldi e gli si imponga di buttare tutti i suoi azzurri nel cestino e di usarli solo per dipingere il cielo!!
E si usino le infografiche non per le solite e banali ricostruzioni da delitto irrisolto, ma per le aree geografiche e per conflitti che affliggono i nostri giorni. Il lettore apprezza molto la rappresentazione di uno scenario di guerra o le nuove frontiere di una bella cartina.
Repubblica torni ad essere un giornale bello, bianco, austero, serio e lo faccia attraverso la pulizia grafica e il confronto delle idee.
Buon lavoro direttore Mario Calabresi!!! Bentornato a casa!!!
Con cordialità Alvaro Walter Bartolini
2 commenti:
Sono intriganti e succulente le questioni poste da Alvaro, nei confronti delle quali provo a dare un contributo:
1) Grafica: in merito alla nuova veste di Rep ho scritto più volte, soprattutto nel “contestare” il mancato “nuovo inizio” che doveva corrispondere alla nuova veste grafica; sul tema sono sostanzialmente d’accordo perchè, a parte il logo posto più in alto (per fortuna), mi sento di preferire la vecchia grafica;
2) + Foglio, - Unità: credo che, soprattutto dopo i primi mesi di flirt renziano, Rep già assicuri quanto richiesto da Alvaro; non vedo un pensiero unico né commenti privi di contrasti e contrapposizioni (basti pensare che, al limite lo stesso giorno, si potevano leggere editoriali di De Nicola e del compianto Gallino), anzi, mi sembra che ci sia notevole polifonia; poi, se marione vuole aumentare le voci, ben vengano; dove vorrei che la nostra battesse un colpo, invece, è sulle inchieste, sui reportage, sul tornare ad arrivare primi sulle notizie, senza paura di sporcarsi le scarpe e le mani e senza timore di metterci in mezzo amici ed amici di editori; insomma, torniamo ai tempi di Peppe D’Avanzo, quando si facevano inchieste anche ad otto mani in giro per il mondo (vi ricordate quella di Peppe, Bonini, Greco e Rampini?); ancor di più, vorrei che lo spirito dei 10 giorni dopo il Bataclan, dove si è rivisto un giornale corsaro e completo, fosse perenne;
3) D’accordo su Rep2 e sulle infografiche
Ben argomentate e chiare le osservazioni nei due interventi precedenti. Mi chiedo però se non venga trascurato un po' il fatto evidente che anche la grafica de la Stampa (direzione Calabresi) non sia questo esempio europeo di chiarezza e pulizia. Diversa la cosa se parliamo delle iniziative speciali (da Origami in giù). Non trascurerei il fatto che la Stampa ebbe il suo apice grafico con il progetto Maoloni (direttore Mauro, art Rinaldi).
Linea Chiara
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