A Repubblica non basterà la nuova grafica per rilanciarsi. Scommettiamo che per i giornalisti quotidiani di carta stampata il futuro sarà sempre difficile? Non è un tema nuovo ci si chiede; perchè acquistare domani un giornale che mi da notizie che già oggi conosco attraverso la televisione, internet, i social network, eccetera?
Da qualche giorno un ottimo giornalista ha lanciato una rassegna stampa talmente accurata da rendere superflua la lettura dei giornali:il paradosso è che se i giornali spariscono, finisce anche la rassegna stampa.
I giovani non acquistano e non leggono i giornali, ma si aggiornano attraverso più moderni mezzi di comunicazione. Solo gli anziani come me si ostinano a leggere i cosiddetti grandi giornali.
Carlo De Benedetti, editore di Repubblica, ha detto: "Una volta la gara con il Corriere della Sera era tra chi vendeva più copie, oggi tra chi ne perde meno..." . Vivono e trovano spazio i giornali di opinione, La Verità, Il Foglio, Il Fatto Quotidiano, anche i giornali locali, ma con evidente sofferenza.
Il 22 novembre Repubblica proporrà una spettacolare riforma grafica, sono curioso, ma non ho mai visto un giornale in crisi risollevarsi in virtù di una ristrutturazione grafica: sono sempre determinanti i contenuti. Sono curioso perché aspetto di vedere se saranno eliminati alcuni "dispetti" perpetrati verso noi lettori anziani: in primis i caratteri minuscoli, ad esempio, ad esempio per informarsi sui film in circolazione ci vuole una lente di ingrandimento.
E che dire di quella rubrica, senza titolo, piazzata in prima pagina, addirittura sopra la testata?
Curioso e scettico, ma aspetto.
Cesare Lanza 14 / 11/ 2017- La Verità
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