Due cosine che mi segnala MUDD. FS
1) hai notato che da qualche giorno L'Altra Pagina esce senza la menzione del caporedattore (Luca Fraioli)?
2) Rampini, nel pezzo che hai segnalato sulle librerie, oltre alla snobissima italianizzazione favorita-favourite, scrive «noi manhattaniti» (devi aggiornare l'epiteto di Anna Lombardi). ciao!
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
L'attento MUDD ci segnala un'Ansa di ieri che riguarda Liana Milella e Repubblica.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Caro Pazzo,
ho letto il tuo articolo sui numeri delle copie vendute dal 2017 al 2018.
Per capire meglio ho calcolato il valore percentuale sulla differenza tendenziale relativa al mese di gennaio.
Questo il risultato.
Ciao, Stefano Barbieri
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Grazie MUDD, questa è di quelle brutte brutte. FS
ROMA, 15 MAR - «Avevo dato la mia parola d’onore che non avrei mai scritto. Ma poi ha prevalso il demone giornalistico, la voglia di fare uno scoop». Al processo disciplinare a carico del pm napoletano Henry John Woodcock, la giornalista Liana Milella racconta che, anche pressata dai vertici del suo giornale, tradì «la fiducia ventennale» del magistrato napoletano nei suoi confronti, quando un anno fa pubblicò su Repubblica dei commenti del pm sull'inchiesta Consip che dovevano restare confidenziali. Tuttavia lo fece, spiega, ritenendo «non dannose» quelle affermazioni per il magistrato. In quei giorni i giornali scrivevano dello scontro tra le procure di Napoli e Roma, dopo che i pm della Capitale avevano indagato per falso il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto. E Repubblica attribuì a Woodcock l’opinione che quel falso doveva essere il frutto di un errore perché altrimenti solo un pazzo avrebbe potuto danneggiare così il proprio lavoro. Della vicenda Woodcock è chiamato a rispondere davanti al Csm, perché accusato di aver commesso una doppia scorrettezza, sia nei confronti dei colleghi romani, sia nei confronti dell’allora reggente della procura di Napoli Nunzio Fragliasso che il giorno prima della pubblicazione lo aveva invitato a mantenere un assoluto riserbo con gli organi di informazione. Anche Fragliasso è stato sentito oggi come testimone dalla sezione disciplinare del Csm. «Per me quelle dichiarazioni non andavano fatte, né prima né dopo la raccomandazione del riserbo. Erano inopportune: benzina sul fuoco. E non potevano essere rese perché le dichiarazioni sono riservate al procuratore», ha detto il magistrato. Quanto al fatto che Woodcock gli raccontò di essere stato ingannato dalla giornalista di Repubblica, «non ci ho creduto, trattandosi di un collega di straordinaria intelligenza e di particolare sagacia». Il processo disciplinare è stato aggiornato al 19 aprile. (ANSA).
ROMA, 15 MAR - «Avevo dato la mia parola d’onore che non avrei mai scritto. Ma poi ha prevalso il demone giornalistico, la voglia di fare uno scoop». Al processo disciplinare a carico del pm napoletano Henry John Woodcock, la giornalista Liana Milella racconta che, anche pressata dai vertici del suo giornale, tradì «la fiducia ventennale» del magistrato napoletano nei suoi confronti, quando un anno fa pubblicò su Repubblica dei commenti del pm sull'inchiesta Consip che dovevano restare confidenziali. Tuttavia lo fece, spiega, ritenendo «non dannose» quelle affermazioni per il magistrato. In quei giorni i giornali scrivevano dello scontro tra le procure di Napoli e Roma, dopo che i pm della Capitale avevano indagato per falso il capitano del Noe Gianpaolo Scafarto. E Repubblica attribuì a Woodcock l’opinione che quel falso doveva essere il frutto di un errore perché altrimenti solo un pazzo avrebbe potuto danneggiare così il proprio lavoro. Della vicenda Woodcock è chiamato a rispondere davanti al Csm, perché accusato di aver commesso una doppia scorrettezza, sia nei confronti dei colleghi romani, sia nei confronti dell’allora reggente della procura di Napoli Nunzio Fragliasso che il giorno prima della pubblicazione lo aveva invitato a mantenere un assoluto riserbo con gli organi di informazione. Anche Fragliasso è stato sentito oggi come testimone dalla sezione disciplinare del Csm. «Per me quelle dichiarazioni non andavano fatte, né prima né dopo la raccomandazione del riserbo. Erano inopportune: benzina sul fuoco. E non potevano essere rese perché le dichiarazioni sono riservate al procuratore», ha detto il magistrato. Quanto al fatto che Woodcock gli raccontò di essere stato ingannato dalla giornalista di Repubblica, «non ci ho creduto, trattandosi di un collega di straordinaria intelligenza e di particolare sagacia». Il processo disciplinare è stato aggiornato al 19 aprile. (ANSA).
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