martedì 5 febbraio 2019

Via Calabresi ha ancora senso PPR? (il dibattito è aperto).

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pazzo,

posso dire "Io sto con Calabresi", a prescindere da chi sarà il suo successore (per inciso, Verdelli è un bravissimo giornalista, già stimato collaboratore di Rep, con vasta esperienza nella carta stampata)?

Gli editori sembrano convinti che il declino delle copie sia da imputare in primo luogo ai direttori e pare non capiscano che la caduta delle vendite dei giornali sembra, di fatto, pressoché inarrestabile. 

Non raggiungerei, su questa estromissione, gli estremismi verbali di un brutto commento di Vittorio Feltri, ma, devo dire, la scelta non mi risulta molto comprensibile. Calabresi ha fatto un buon giornale (pur nella perdita di qualche importante collaboratore, compensata dall'ingresso di altri), con belle invenzioni giornalistiche e con alcune buone inchieste (penso, per esempio, a tante buone cose di Paolo Berizzi). 

Certamente non si può ignorare qualche momento più "basso" (dal mio punto di vista il superfluo, per come è fatto, inserto domenicale "Robinson"), ma il bilancio lo giudicherei complessivamente positivo.

Aggiungerei: pensi che continueremo a essere "pazzi per Repubblica" (pur con tutte le disillusioni accumulate negli anni)? Ritieni che saranno ancora tempi di "feticismi" e attaccamenti morbosi al nostro giornale per tanto tempo preferito? O, forse, non sarà meglio convertirci ad altre letture? Rispolverare magari "Il manifesto" dei nostri anni giovanili?

Calaber

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Caro Calaber,

per un blog già al minimo storico, come stimoli e voglia di continuare, quella di oggi potrebbe essere la mazzata definitiva. Ho bisogno di tempo per pensarci.

Mi attendo numerosi commenti da parte dei lettori fedeli. Ho bisogno di voi, oggi.

FS

8 commenti:

Ale ha detto...

Negli ultimi anni ho seguito il blog poco (almeno direttamente ma tramite Twitter approfondivo quello che mi interessava) e la mia partecipazione è stata nulla, ovviamente una decisione la deve prendere il Feticista Supremo che ha sulle spalle i tanti oneri di questa impresa ma ci tenevo a dire che in ogni caso ho apprezzato ppr e che se andrà avanti continuerò a seguirlo come sempre, altrimenti ringrazierò Enrico per tutto quello che a fatto, per la sua presenza costante e la pazienza nel rispondere ad ogni mail che gli ho inviato.

MUDD ha detto...

io penso invece che è in momenti come questo che un blog possa fare da osservatorio permanente sulla transizione: c'è più gusto (oltre che curiosità e dunque passione).
quando il gioco si fa duro i feticisti tornano a criticare ciò che amano

Nicola ha detto...

A me RePubblica ha smesso di interessare con la svolta renziana. Dopo un paio d'anni se la sono rimangiata, ma il danno era fatto: un giornale apparentemente obbiettivo era diventato poco credibile.

Unknown ha detto...

Andare avanti assolutamente. I giornalisti sono sempre gli stessi mi pare. Io compro il giornale per seguire loro, i loro commenti, i loro approfondimenti.La nave è in burrasca e non credo sia corretto abbandonarla prima di vedere che direzione prenda. Con calabresi il giornale a me sembra migliorato e anche molto. È molto più moderno. Forse bisogna ridurre la fuffa, ha troppe pagine. Io continuerò a leggerlo cmq

Simona ha detto...

Mi dispiacerebbe non poter più gettare lo sguardo (ho poco tempo) su PPR come faccio ogni giorno. Capisco però il poco stimolo a continuare, considerando anche le scornate ricevute tipo "dieci anni a non fare un cazzo" di Crosetti e il blocco, per me inspiegabile, della De Gregorio su twitter. Qualunque sia la decisione del Feticista, spero almeno continuerà sui social. Forza Enrico.

ElleElle ha detto...

Un quotidiano non è una squadra di calcio, verso la quale si tifa acriticamente e nonostante tempi bui, allenatori non capaci e bidoni in ogni zona del campo. Se Repubblica prende o prenderà un'altra strada, sarà stato bello essere un lettore fedele ma stop. Gli anni avanzano per tutti e la voglia di spendere energie cala fisiologicamente, per cui capisco il disamore di Enrico. Senza contare che la qualità del giornale è oggettivamente calata negli anni, per il venir meno di alcuni collaboratori che erano degli unicum, penso a Giuseppe D'Avanzo, e l'avvicendamento di altri. Giudico anche io tutto sommato positivo il periodo Calabresi, nel complesso. Pur con alcuni scivoloni gravi, in particolare, proprio all'inizio della sua direzione, sul Capodanno di Colonia nel 2016 e l'appiattimento di alcuni feticci ideologici, come il TAV, con il solito Griseri ( lui sì non degno della Repubblica dei tempi migliori) che incensa codesta boiata un giorno sì e un giorno no, quando saggi e studi, naturalmente non sintetizzabili in articoli, la definiscono per quello che veramente è: una discarica di soldi pubblici assolutamente inutile. E devo dire che mi manca parecchio la Repubblica che faceva inchiesteogni due per te ( a proposito, il sito Re inchieste perchè è stato abbandonato? Segno anche questo del giornalismo che cambia, in peggio però)
Da lettore, e qualche volta scrittore, di questo blog consigli non ne do, non mi ritengo capace. Al massimo qualche considerazione, come quelle suddette. Posso capire la stanchezza, forse l'unica freccia all'arco del continuare è che se si molla la presa anche sui quotidiani storicamente di opposizione, ma opposizione vera, in un periodo difficile per la carta stampata come quello attuale, lasciamo definitivamente il campo alle fake news e ai suoi adepti

Gabriele ha detto...

Ragazzi abbiamo superato la sostituzione di Ezio Mauro, sopporteremo anche questa.
Verdelli lo vedo molto adatto per rilanciare il giornale.

illustrAutori ha detto...

tieni duro, PPR. Ti capisco e apprezzo ma - dopo 50 anni di pro o contro il comunismo e altri 20 di pro o contro un pregiudicato - la democrazia italiana ha bisogno come non mai di menti lucide e senza pregiudizi (nonché di un'opinione pubblica non con il cervello all'ammasso come troppi commenti on line): avanti tutta, senza sconti!