qualche considerazione personale sul nuovo corso de la Repubblica a guida Carlo Verdelli da un lettore che è stato conquistato da questo quotidiano sotto la direzione di Mario Calabresi.
Aspetti positivi:
-Una bella prima pagina con una grande foto ed il titolone scavato nella foto (come quella di lunedì 11 marzo) mi piace, ma che non sia la normalità: giusto che in particolari occasioni la si sfrutti, quando il supporto fotografico è indispensabile o quando la qualità della foto è eccelsa, ma lo stile de la Repubblica è un altro ed è bene che non lo si snaturi;
-Il colore nelle infografiche, sono più chiare;
-I sottotitoli a fianco del calembour (molto belli quelli di giovedì 7 marzo a fianco del titolone “Nì Tav”);
-I rimandi nelle pagine dei commenti;
-La rubrica Telecomando;
-L’allegato RMotore;
-I boxini celesti;
-La marchetta rossa de L’Espresso nella sottotestata il venerdì ed il sabato;
-Le marchette degli inserti settimanali;
-Lo Sport del lunedì non più estraibile: giusto renderlo parte integrante del giornale;
-L’eliminazione della colonna “Idee”: ingessava troppo la programmazione della prima pagina;
-Il cambio di denominazione da “Fusi Orari” a “Mondo”: tra l’altro sarebbe auspicabile una più stretta collaborazione con Limes che insieme a L’Espresso ed Internazionale è uno dei pochissimi periodici di qualità che si trovano in edicola;
-Inoltre potrei essere favorevole ad un’eventuale spostamento della testata al centro del giornale (prima però andrebbe vista: ora come ora sono ormai abituato ad avere la testata a sinistra), a patto che non sia un mero espediente per aggiungere uno spazio pubblicitario anche a sinistra della testata oltre a quello già presente a destra e che dunque la dicitura “la Repubblica” sia contornata da un dignitoso bianco: altrimenti meglio lasciarla come è ora.
Aspetti negativi:
-Le foto negli editoriali della sezione “Lettere e Commenti”;
-Lo stile più urlato che trasudano i titoloni: tra l’essere più simili a il Giornale, Libero ed il manifesto o a The New York Times non credo ci debbano essere dubbi di ogni sorta. E l’argomentazione de “la Repubblica battagliera” non regge: titoli del genere su la Repubblica non si sono pressoché mai visti, quindi mi piacerebbe che fossero l’eccezione e non la regola;
-La striscia fucsia anziché rossa nella marchetta di Affari & Finanza (comparsa domenica 10 marzo);
-La striscia giallo senape anziché nera nella marchetta di Robinson (comparsa domenica 10 marzo ma già ritornata nera domenica 17 marzo);
-Il titolone colorato, da utilizzare solo in particolari occasioni: bene l’”8” in rosa comparso venerdì 8 marzo, senza senso la scritta “Tav” in verde comparsa sabato 9 marzo;
-Il calembour, da usare con parsimonia: è impensabile trovarne uno efficace ogni giorno (vedere il manifesto);
-La fascia celeste dei programmi in prima serata nella programmazione tv;
-Un’eventuale stravolgimento del lavoro grafico di Francesco Franchi che a mio parere ha migliorato notevolmente il giornale;
-L’abolizione dei ritratti di Marta Signori: li avrei levati solo dalla prima pagina dove non mi hanno mai fatto impazzire;
-Le pagelle di Sebastiano Messina;
-Il colonnino “su Repubblica.it”;
-Il richiamo del sito sotto la testata, fortunatamente già scomparso: l’integrazione tra cartaceo e digitale non passa certo per questi particolari, anche perché i lettori over 70 del cartaceo nel 95% dei casi a malapena sanno usare il telefono, gli under 70 il sito probabilmente già lo visitano;
-La numerazione romana di Robinson, non si addice ad un inserto fresco ed elegante quale Robinson;
-L’abolizione delle icone delle rubriche;
-Il titolo dell’”Amaca” di Michele Serra: preferivo di gran lunga il capoverso gigante, non credo che il titolo sia utile per articoli così brevi.
Gab
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