venerdì 1 marzo 2019

Paolo Casicci che se ne va (restando), i cambiamenti di Carlino e altri succosi e nostalgici feticismi.

Paolo Casicci, un altro republicone che (parzialmente) se ne va.

Ecco cosa ha scritto su Facebook:
«È un bel contrappasso lavorare tanti anni in un giornale e poi ritrovarsi a frugare nelle tasche in cerca delle parole più difficili, che ti riguardano.
Questo è il mio ultimo giorno di lavoro a Repubblica. Continuerò a scrivere per il mio giornale ma lo farò in una posizione diversa, da esterno, che mi permetterà di portare avanti progetti e passioni che molti di voi conoscono e alcuni con me condividono.
Sono stati anni belli, alcuni bellissimi, ma a forza di guardarsi intorno si finisce per trovare nuovi varchi e allora capisci che è giusto ficcarcisi dentro.
Grazie Laura, grazie Attilio, maestri di lavoro e di vita.
Grazie Francesca e Andrea, non so proprio immaginare i momenti più belli e più brutti senza voi due.»
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Poi, a proposito della querelle sulla grafica di Francesco Franchi violentata, riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pazzo,

non mi sembra molto elegante che Francesco Franchi, il designer della grafica, si vanti su Twitter della nomination al premio di grafica. Ve lo immaginate Albe Steiner che annuncia di essere candidato a un premio?

Inoltre, Christian Rocca si atteggia a esperto, come al solito, e come al solito prende un granchio.
Falstaff

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Il lettore Miguel Martinez ci segnala questo brano notevole su Repubblica.

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Marco Campione, su Facebook, scrive questa interessante considerazione:

L'ossessione di Tito per Renzi

Oggi Claudio Tito su Repubblica tocca vette inarrivabili. L'ossessione di Tito (o di Repubblica? o di entrambi?) lo porta a fare un po' di confusione. Il titolo (che non sarà scelto dal giornalista ma in questo caso riflette perfettamente il contenuto) è ovviamente su Renzi, il pezzo è tutto un parlare di Renzi.


Ma la parte in cui il Nostro si supera è quando scrive che l'obiettivo dell'affluenza è 1 milione. E come si arriva a questo numero? Perché -scrive- "nel 2017, ad esempio, [i partecipanti] furono proprio poco più di 1,2 milioni". A parte che 1 milione non è 1,2 milioni Tito si sbaglia, e non di poco: nel 2017 i partecipanti furono poco meno di 2 milioni...

Poco più di 1,2 milioni furono invece i voti di Renzi, appunto.

Quindi l'asticella a quanto è caro Tito?: 1,2 milioni di voti al vincitore o 2 milioni di partecipanti?

La tragedia però è un'altra: è che il pd rischia di tornare a farsi dettare la linea da giornali così.

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+++ I CAMBIAMENTI DI CARLINO +++ 

Arrivano i "boxini celesti" ( alle pagine 7, 8, 12 e 19): un altro elemento, piccolo ma originale, nella "rivoluzione dolce" verdelliana.


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+++ I CAMBIAMENTI DI CARLINO +++ 

Fanno il loro esordio anche le Pagelle di Sebastiano Messina.


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+++ I CAMBIAMENTI DI CARLINO +++ 

Primo giorno anche per il colonnino "SU REPUBBLICA.IT". Perché anche l'internet vuole la sua parte.



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+++ I CAMBIAMENTI DI CARLINO +++ 

La sottotestata con la markettina di fratel Espresso.


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Il delirio della sinistra visto dalla mitica ellekappa.


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Osservatorio Errori Extramoenia: il manifesto di oggi non è lucidissimo sulle date.


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Un feticismo d'antan: un Corsera del 2001 con Carlo Verdelli tra i vice-direttori.


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E ai nostalgici di Largo Fochetti, regaliamo questo feticismo. 

Bei tempi, quando ancora i giornali si vendevano.

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