giovedì 30 gennaio 2020

Ciao Kobe.


Sono stati sparsi i famosi "fiumi di inchiostro" sulla scomparsa di Kobe Bryant.

Articoli di giornale e innumerevoli commenti sui siti e sui social.
A breve arriveranno anche speciali televisivi, magari presentati da specialisti del settore come Federico Buffa o Flavio Tranquillo.

Ma in questo spazio di noi pipierrini permettetemi queste poche righe. Un semplice ricordo personale. E non legato alla sua leggendaria carriera nei Los Angeles Lakers

Questa partita me la ricordo come se fosse ieri. Dopo una settimana pesantissima di lavoro potevo godermi il finale dei Giochi Olimpici 2008 con una mattinata niente male. La finale del campionato di basket e la finale del torneo di pugilato con il nostro Roberto Cammarelle.


Era il 24 agosto 2008, giorno appunto della finale del torneo olimpico di pallacanestro ai Giochi Olimpici di Pechino. Finì 118 -107 per gli Stati Uniti

Quintetto U.S.A: Howard, James, Bryant, Anthony, Kidd. Probabilmente il migliore dopo il mitologico Dream Team di Barcellona 1992. Sulla carta doveva essere se non un bagno di sangue sportivo o una passeggiata, quantomeno una partita non difficile per la corazzata yankee.

Invece fu una finale molto tirata in cui la nazionale guidata da Bryant oggettivamente non brillò. Partita giocata colpo su colpo, il che la rese per gli spettatori presenti e per quelli televisivi molto più gradevole.

Ultimo quarto tiratissimo in cui la Spagna si avvicinò pericolosamente, finchè Kobe Bryant decise che era arrivato il momento di far capire che era lui a comandare in campo. Mise tra i suoi 20 punti il canestro della sicurezza che di fatto chiuse la partita. E con questo gesto mise a tacere le velleità degli spagnoli.

Godetevi le immagini.

Luca Leone

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