giovedì 16 gennaio 2020

Riceviamo e volentieri pubblichiamo (due lettere, una bella e una bruttissima).

Cominciamo dalla brutta.

Ciao Pazzo,

ad aprile entrerà in carica J. Elkann e con lui un nuovo management.

Non so se Verdelli avendo ricevuto il mandato da Marco De Benedetti abbia già in via informale rassegnato le dimissioni come è prassi all’insediamento di un nuovo a.d.
Ma queste sono quisquilie sceniche.

Quello che conta sarà cosa pensa di fare Elkann con Repubblica.

Io so di essere fuori dal coro e che tu non condividi, però io da tempo dopo avere visto i vari tentativi infruttuosi di rilancio, credo che via di uscita sia una rifondazione di Repubblica, partendo da un nuovo direttore che nulla c’entri con la storia del giornale e che porti Repubblica in territori sconosciuti, inesplorati. Un’area liberale moderata di centro sinistra aperta al dialogo.

E per fare un esempio di discontinuità totale con il passato affiderei la direzione ad un Paolo Mieli o a un Ferruccio de Bortoli, figure manageriali di forte impatto mediatico e di sicura fede liberale.

Solo con una profonda rivisitazione culturale e di mission come dicono le persone colte, forse si potrà fermare una emorragia di copie che mi sembra purtroppo irreversibile.

Io penso che oggi il Corsera con un direttore che è un uomo macchina e un gruppo di editorialisti storici e di giornalisti sempre attenti ai cambiamenti di umore della società, costituisca un modello di riferimento da tempo non più superato.

Lo so che verrò scomunicato da voi pipierrini e che mi toglierete il saluto, ma io non mi diverto più a leggere Repubblica. Mentre mi diverto a leggere il Foglio e il Corsera.

Ti suggerisco, caro Feticista Supremo, di prestare molta attenzione a J. Elkann perché è un giovane uomo amante dei giornali e curioso del mondo come lo era il nonno Avvocato. Così come non sottovaluterei la sua partecipazione e esperienza all’Economist.

Questo per dire che Repubblica sarà governata da un uomo che ha una esperienza internazionale e che difficilmente delegherà ad altri le scelte importanti.

Ma ricorda, tu sei il direttore di questo blog e io un umile commentatore.

Commentatore che ti consiglia di stare attento alle contaminazioni con il Potere. Non farti prendere dalle dolci lusinghe. Tu devi esercitare la funzione di cane da guardia e devi essere una voce critica!

Altrimenti il tuo Foglio diventa uno strumento collaterale e perde la carica primigenia.

Non ho dubbio alcuno che tu abbia compreso il senso del mio richiamo. Penso che il tema della contaminazione sia infatti più che mai dentro al nostro agire e che se non è tenuto a freno rischia di creare una sorta di autocensura invisibile e consolatoria.

Un caro saluto WAB

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E per tirarci un po' su, ecco la lettera bella.

Due giorni fa Repubblica ha compiuto 44 anni. La leggo da quando ne avevo 16, da quando il prof d'italiano, al liceo, c'insegnò a leggere i giornali come "forma de ser y estar en el mundo".

M'identifico in Repubblica e nel País (pur non tralasciando, come dice tu, caro Pazzo, di "criticare ciò che si ama"), che poi sono diventati anche i giornali che ho l'orgoglio di tradurre.

Ma il compleanno di due giorni fa, ai miei occhi, è tutto per Omero Ciai, per la sua profonda conoscenza dell'universo in lingua spagnola, per gli articoli su cui tante volte ho imbastito lezioni strepitose, per la sua forza, la lucidità d'analisi, la generosità.

E per tutte le volte che m'ha detto "Beda, sei 'na imperialista".

#AuguriRepubblica

Monica R. Bedana

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