venerdì 9 gennaio 2009

Repubblica e Corriere aprono ai commenti, cambio epocale.



Da un paio di giorni Repubblica.it e Corriere.it, contemporaneamente, hanno aperto alcune delle loro notizie ai commenti.

Occorre registrarsi in entrambi i casi e, dati gli ancora pochi commenti presenti (alcune notizie sono piene ma altre vuote), l’idea deve evidentemente ancora penetrare nella mente di tutti i lettori. Per molti che seguono la stampa internazionale e i blog, quella di poter commentare una notizia è un’innovazione fondamentale e quasi scontata, ma in molti non sanno nemmeno che poteva esistere qualcosa di simile.

Finalmente, dunque, anche da noi i maggiori quotidiani aprono ai commenti, portando a tutti l’idea (oltre ovviamente alla possibilità) di mettere in discussione, alimentare, migliorare e correggere il tiro dell’informazione professionale che ora si apre alle critiche sul medesimo piano dell’informazione dei blog e di tutto ciò che accade e si fa in rete.

Trattasi di una novità importantissima che, nonostante arrivi con ritardo rispetto al resto della rete, non mancherà di far evolvere la percezione comune di ciò che si fa e si può fare con internet. Anche se poi questo strumento sarà usato in linea di massima per mandare insulti, per dire ovvietà, pensieri banali, qualunquismi ed esprimere come al solito il peggio delle persone, lo stesso l’idea che si possa mettere in discussione e si possa contribuire all’informazione più professionale che conosciamo è fondamentale. Più fondamentale di qualsiasi cosa si possa effettivamente fare grazie a tale possibilità.

Curioso che i due giornali abbiano aperto nel medesimo momento. Un simile passo richiede una lunga pianificazione. Richiede la preparazione della piattaforma (che è la parte più facile), richiede una tecnologia antispam, occorre organizzare la redazione per la moderazione di una valanga di commenti (non si possono permettere bestemmie o insulti alle massime cariche dello stato), occorre un cambio di mentalità riguardo ciò che si scrive, eccetera. Insomma: sembra ragionevole ipotizzare che l’uno sapesse dell’idea dell’altro di partire con i commenti e fosse pronto in qualsiasi momento ad adeguarsi…

Gabriele Niola

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Oddio, il Signore ci salvi dai commenti agli articoli! Le email potrebbero bastare.
A.

Anonimo ha detto...

Non è un'idea nuovissima: sulla Stampa la chiamano Specchio dei Tempi. Un covo di vecchietti isterici e itterici.
Ed è solo un pretesto per orientare le opinioni. Altrimenti qualche volta almeno mi pubblicherebbero, com'è che i commenti di qualcuno lavano sempre più bianco degli altri?
Forse perchè dicono quello che la redazione vuole che "il paese dica"? O che maldicenza...
TC