giovedì 24 settembre 2009
L'abbiamo Fatto a pezzi - parte seconda
PazzoPerRepubblica ha dedicato la maggior parte dei suoi post odierni nel commentare l'uscita in edicola de Il Fatto Quotidiano. Ci sembrava doveroso farlo, data l'importanza di un evento di così grande portata, soprattutto in un periodo come questo in cui la libertà di stampa è drammaticamente sull'orlo del precipizio.
Da domani torneremo (anche) ad occuparci di Repubblica, promesso.
Tra i numerosi commenti che i lettori più fedeli di PPR ci hanno lasciato (la nostra tesi iniziale sulla grafica orribile è stata pienamente condivisa da quasi tutti) ne abbiamo scelto due che ci sembrano raccogliere al meglio gli umori e le impressioni di noi feticisti di Repubblica, impauriti da questa nuova presenza editoriale che potrebbe succhiare lettori al nostro quotidiano beneamato.
Sono due attente analisi di Barbapapà e di Frank 57 (non me ne vogliano gli altri aficionados):
Ho comprato la mia copia del Fatto, senza difficoltà, dal mio abituale edicolante alle 8,15. Come scrive il Feticista Supremo, il primo giorno non puoi non attrarre curiosità e fare l'esaurito. Credo però che, in questo caso, l'onda sarà lunga perchè intercetta un bisogno di informazione indipendente (non avere padroni è un asset di assoluto pregio di questi tempi), serio e rigoroso, ma servito in maniera diversa. E direi anche asciutta: non leggere quei fastidiosi articoli di costume e società (ad altissima deperibilità) che impiombano i giornali oggi, Repubblica in primis, è un sollievo.
Mi associo ai commenti generali sulla grafica: è veramente brutta, di stampo sovietico o, come ha scritto Tumy, “da dopoguerra”. L'unico uomo di giornali - diciamo pure di sinistra - che ha saputo dare la giusta attenzione anche all'aspetto estetico è stato Scalfari (spostandomi un po’ più in là, citerei provocatoriamente anche Serra con Cuore). Per il resto buio (anche se la prima pagina del Manifesto merita sempre una menzione speciale).
Grafica a parte, e con l'ovvia premessa che occorre tempo per Padellaro & Co per tarare bene il giornale e a noi per comprenderne bene l'impostazione, si presenta indubitalmente come secondo giornale dedicato all'approfondimento delle notizie, un po’ come Repubblica ai suoi inizi. Dovremo vedere come funzionerà a regime la combinazione di approfondimento cartaceo e cronaca via internet perchè se l’alchimia regge può essere effettivamente un modo moderno di avvicinare nuovi lettori, soprattutto i più giovani che si informano prevalentemente via internet, ad un quotidiano.
Per quanto mi riguarda, il problema maggiore è quello che ha evidenziato Frank: è un giornale che richiede tempo per la lettura. Io leggo quotidianamente due giornali impegnativi come Repubblica ed il Sole 24 Ore ed il tempo è, ahimè, risorsa troppo scarsa perchè io possa affiancar loro anche il Fatto. Per cui penso che lo comprerò abitualmente la domenica (in affiancamento, of course...) e saltuariamente durante la settimana, per vedere come evolve. In ogni caso, gli auguro successo, sperando che non cannibalizzi solo Repubblica e Unità perchè, non mi stancherò di ripeterlo, oggi dobbiamo allargare la platea di persone informate sullo stato delle cose. Dall’impostazione, però, temo che il target sia quello e che quindi alla fine sia un gioco a somma zero. Spero di essere smentito, naturalmente.
Per chiudere, molto divertente il titolo della rubrica delle lettere di Colombo: A domanda rispondo (mai titolo fu più azzeccato di questi tempi!) e strepitosa la striscia di Disegni.
Barbapapà
Provo a mettere in ordine le idee, anche se avendo letto i commenti posso tranquillamente affermare che mi trovo d'accordo.
Piccola annotazione sulla Gazzetta. La leggibilità è ok per il formato pratico, ma della riduzione delle dimensioni ne risentono pericolosamente le tabelle del lunedì (classifiche ecc) fondamentali in un quotidiano sportivo. Ma così piccola la Gazza sembra meno autorevole: le prime pagine storiche, valga per tutte quella del 12 luglio 1982, sarebbero rimaste così impresse (e da collezionare per noi feticisti?).
Refusi. Non solo quello, grave, che avevo segnalato in prima pagina, ma anche la didascalia errata a pagina 2 sotto la foto.
A parte la distribuzione tutta da rivedere (e infatti domani raddoppiano la tiratura), il pericolo maggiore che è fin troppo evidente è quello dell'autoreferenzialità. Per esempio le manchette pubblicitarie accanto alla testata le avrei evitate, non mi sembra di buon gusto. E troppe opinioni a discapito dei fatti.
Se è necessario allargare la base di lettori per far crescere l'informazione vera, reale, in questo modo non si va molto lontani, nel senso che si registrerà un travaso di lettori, senza una reale crescita. Non va infatti dimenticato che se l'80% degli italiani trae le informazioni dalla tv, non sarà molto motivato ad essere sommerso da articolesse che, se avrebbero senso su un settimanale a respiro più lungo, sono impraticabili nella quotidianità. In genere, credo che "Il Fatto" possa diventare un secondo giornale e dubito che possa insidiare seriamente "la Repubblica", anche se di quella scalfariana mi pare che abbiamo tutti nostalgia, mentre quella odierna conserva "firme" eccellenti, ma anche parecchia aria fritta o trita e ritrita.
Per quanto mi riguarda, feticista patologico, lo affiancherò ai quotidiani che già acquisto, senza pensare di rinunciare agli stessi.
Per quanto riguarda "l'Unità" si sta caratterizzando per inchieste interessanti (oggi inizia il giro delle aziende) e da alcuni giorni va avanti la biografia (non autorizzata) del Papi. Però come notato non sembra di avere tra le mani un giornale, così mini. Mentre, al contrario, la grafica è di gran lunga migliore de "il Fatto" (ma siamo solo all'inizio ed esiste tutto lo spazio per migliorare, spero almeno).
A me piaceva molto, ad esempio, l'impostazione grafica del primo "l'Indipendente" e la lettura era gradevole.
Aggiungerei che l'uso delle foto non mi pare molto sapiente e della colorita conferenza stampa di "Annozero", una bastava.
In conclusione, e scusandomi per la lunghezza, è evidente - pur se non voluta - una certa sciatteria. Ma saranno i prossimi giorni a fornire indicazioni plausibili, anche per quanto concerne vendite e diffusione.
E più che nei titoli (sobrietà, già urlano in tanti) sarebbe interessante picchiare duro nei contenuti degli articoli.
Però questo è il mio parere.
Frank 57
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5 commenti:
condivido. Aggiungerei pero' che confrontare una corazzata come repubblica con un piccolo giornale appena nato, realizzato da "una sporca dozzina" come ha detto qualcuno citando il famoso film, sia ingeneroso.
Aspettiamo almeno un mesetto per vedere il "taglio", la piega che prenderà. Mi pare anche abbastanza ovvio che il Fatto non potrà sostituire Repubblica, ma solo rosicchiare qualche copia.
Riguardo alle belle grafiche, a me non dispiaceva quella del manifesto di qualche anno fa (non so ora, è una vita che non lo compero). Mi sembravano buone, per leggibilità, anche quelle dell'indipendente e direi anche della Stampa
Su vita.it
ci sono alcune informazioni in più sugli editori de "il Fatto" che, almeno io, in parte non conoscevo.
Più tardi, se possibile, integrerò le sempre interessanti valutazioni di aghost (che ringrazio anche per la visita sul mio blog).
Per PPR. Non essendoci neppure oggi i supplementi Viaggi e Salute mi confermi la chiusura?
Peccato per il primo.
Mi pare di poter affermare che nessun feticista abbia atteso con timore l'arrivo del Fatto. Come osservava l'ottimo Frank, c'è in realtà una condivisa sensazione che il nostro giornale debba quantomeno ripensarsi e la concorrenza rimane il miglior stimolo perchè ciò accada. E non dubito, stimando molto Ezio Mauro, che accadrà.
Oggi, tanto per rimanere in tema, sovrabbondanza di aria fritta su R2: dopo l'apertura di livello sulla Germania con Valli, in sequenza articoli su: vulcano in Piemonte (anche se vergato dal grande Rumiz), 6 gradi di separazione in versione sessuale, gli sfigati bambini nati in inverno, il ritorno delle curve nella moda. Ma chi diavolo c'è a capo di R2? Possibile che ad un'apertura mediamente interessante e sufficientemente (ma non del tutto, vista l'assurda diffusa fobìa di articoli troppo lunghi) esaustiva debba seguire una sequela di fuffa che sembra aver più lo scopo di veicolare la pubblicità che non gli approfondimenti del caso? La parte scritta copre a stento due colonnine, che in realtà sono quanto basta data la povertà degli argomenti trattati.
Chiudo segnalando con soddisfazione che al boom del Fatto in edicola ha fatto da splendido contraltare il picco di visite su questo blog. Congratulazioni al Feticista Supremo!
forse per il lettore è diverso, ma io considero Il fatto un alleato e non un nemico di repubblica. Quindi non vedo perché dovrei averne paura. Poi sono due prodotti diversi, che possono coesistere senza fagocitarsi tra loro.
Probabilmente Mauro la penserà diversamente :)
quello che stavo cercando, grazie
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