giovedì 23 agosto 2012

Fundadòreide del 23 agosto 2012.

Repubblica oggi ospita la replica di Gustavo Zagrebelsky al domenicale di Scalfari che demoliva le sue tesi.
Il giurista replica pacatamente a tutte i rimproveri del Fundadòr:
Eugenio Scalfari, col suo scritto di domenica scorsa, mi offre l'occasione di riprendere, sul nostro giornale, alcuni punti del mio articolo "incriminato", incriminato per avere invitato il Presidente della Repubblica a riconsiderare l'opportunità del conflitto d'attribuzioni sollevato nei confronti di uffici giudiziari di Palermo. Non nego che quello scritto, tanto più per l'autorevolezza di colui da cui proviene, mi ha toccato nel profondo.
Poiché le ragioni sono sì personali, ma anche generali, tali quindi da poter interessare chi abbia seguito la vicenda, ritorno sull'argomento. Con una necessaria, e ovvia, premessa: siamo, come accennato, nel campo dell'opportunità. I giudizi di opportunità sono sempre discutibili, perché dipendono da molte ragioni e uno dà più peso ad alcune e altri ad altre. Se la ragione fosse una sola, saremmo nel campo della necessità che non si discute. Ma l'opportunità è sempre discutibile. Dunque, affrontiamo gli argomenti, in spirito discorsivo. Qui c'è la forza e la ricchezza del nostro giornale.
Intanto, su Il Foglio, Giuliano Ferrara si chiede: "Caro Mauro, con chi stai?" - Aperte le scommesse: uccide il padre o salva capra e cavoli?. Nel pezzo dell'elefantino leggiamo quanto segue:
Si aprono le scommesse. Il direttore di Repubblica è stato recentemente in Alaska, al fresco, e la riunione di redazione da qualche tempo sul sito non si vede, bavaglio, autobavaglio, bavagliolo, mentre se fossimo giornalisti veri definiremmo ahinoi “assordante” il suo silenzio sulle polemiche roventi innescate in casa sua dal montismo-napolitanismo del Fondatore. Ezio Mauro farà con Eugenio Scalfari quello che Scalfari fece con Arrigo Benedetti nel 1967? Ucciderà il padre, che è sempre un padre nobile, per ereditarne il titolo senza più ipoteche fondatrici di alcun genere? Benedetti aveva fondato L’Europeo e poi L’Espresso, e fu estromesso dopo una polemica molto dura sugli esiti della guerra dei sei giorni tra Israele e i paesi arabi, lui su posizioni filoisraeliane e Scalfari critico dell’occupazione della Cisgiordania. Ma Scalfari aveva 43 anni, era un direttore e un politico socialista in erba, e un-giorno-tutto-questo-sarà-tuo eccetera. Mauro di anni ne ha 64, è established come direttore del giornale da ormai 17 anni, l’età del Foglio, una quasi maturità. Benedetti difendeva Israele, che tutto sommato è lontana, Scalfari difende Napolitano e Monti, who happen to be presidente della Repubblica e presidente del Consiglio.
Per chi volesse farsi male ulteriormente, qui c'è il seguito.

Il dibattito è ovviamente vivo e vegeto anche sul Nuovo Nemico che in prima pagina sfodera il solito editoriale di Marco Travaglio dal titolo: "1-1, cioè 2-0". Il pezzo inizia così:
Nella pagina dei commenti di Repubblica, che negli ultimi giorni ha visto fronteggiarsi a distanza Zagrebelsky e Scalfari sul conflitto attivato da Napolitano contro la Procura di Palermo, ieri comparivano due articoli speculari che, almeno dal titolo, parevano dare l’uno ragione e l’altro torto al Quirinale. “Le parole incaute del Colle” di Franco Cordero e “I meriti del Presidente” di Giuseppe Maria Berruti, giudice di Cassazione. Cordero, sul lato sinistro, sbeffeggia col consueto sarcasmo intriso di sapienza giuridica le pretese di “ca balistica inviolabilità” del capo dello Stato e le “tante ugole di accompagnamento”, compresa quella di Monti,
“l’economista chiamato a salvare l’Italia” che straparla di “abusi gravi” dei pm: “Nell’Italia postfascista non s’era mai visto tanto plumbeo mimetismo”.
Il resto qui.

1 commento:

ilaria ha detto...

Anche oggi un Serra da incorniciare. Parla a nuora affinché suocera intenda (in questo caso suocero).
Qualcosa comincia a smuoversi in casa fochetti.