venerdì 11 gennaio 2013

Ciao Mariangela, che ti sia lieve la terra.

E' morta Mariangela Melato e noi di PPR vogliamo ricordarla con un'intervista che Gianni Mura le fece per il primo numero di E - Il Mensile.


Sul primo numero di E - il mensile trovate una emozionante e intensa intervista del direttore Gianni Mura a Mariangela Melato, una delle più brave attrici italiane. "Una conversazione di 13 cartelle" (parole di Gianni) in cui sono raccolti episodi e aneddoti che probabilmente Mariangela non aveva mai raccontato a nessuno. Non fatevi scappare l'intervista, andate in edicola e comprate E - il mensile, ne vale la pena.

Qui di seguito vi proponiamo alcuni stralci dell'intervista:

(la Melato parla di suo padre)
(...) era bello, coi baffi curati:un David Niven (foto) in divisa di ghisa. E' morto che avevo appena cominciato a fare l'attrice, giusto qualche particina. Sapevo che era fiero di me, che veniva a vedermi di nascosto. Ci rimase male la sera della prima di Settimo: ruba un po' meno con Dario Fo. Sul cartellone tra gli ultimi c'era il mio nome con l'indicazione della parte: "la prima puttana". (...)


(su Anna Magnani)
(...) Sa cosa diceva la Magnani al truccatore che voleva ridurle le rughe? " A Core, nun me le toccà che ciò messo una vita per avelle".(...)


(sul suo lavoro alla Rinascente di Milano)
(...) mi trasferirono al reparto abbigliamento bambini. Un giorno arrivò Josephine Baker con una ventina di ragazzini, ne aveva adottato una tribù, ma ero così emozionata che non riuscii a piazzare nemmeno due calzini.(...)


(sul cinema italiano)
(...) stiamo peggio di Portogallo e Spagna messi insieme, ma almeno la Spagna ha un regista come Almodóvar. Noi abbiamo una generazione di carini, bravini, precisini, preoccupati di non uscire dai ranghi, di vivere di rendita.(...)


(su Milano)
(...) La Milano da bere è diventata una Milano da vomitare, quindi sono legata a una città sparita, coi suoi tassisti simpatici, i tailleur eleganti, la bellezza segreta dei cortili, il calore della gente, il suo senso dell'ospitalità. Non ci vado da due anni, finiva che per non incazzarmi stavo chiusa in casa. (...) E' involgarita, piena di gente finta, e anche per questo posiamo ringraziare il nostro capo (...)


(sulla sua carriere cinematografica)
(...) Non poso non citare la trilogia della Wertmüller che mi ha rivelata al grande pubblico, e in particolare Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto. Solo che abbiamo girato in un settembre molto freddo, molto spesso ubriachi di fil'e ferru.(...) Avevo copiato, nel parlare, la sorella di Krizia, che mi telefonò dopo la prima: "Sei una stvonza, pevò devo dive che mi hai copiato bene". (...) Lina ci aveva messo contro, me e Giancarlo Giannini, in tutti i sensi, e quando ci piacchiavamo ci piacchiavamo sul serio. Dopo una settimana di botte ed ematomi sono andata nel camerino di Giannini e gli ho detto: "Da adesso dobbiamo allearci contro di lei, altrimenti questa ci ammazza." Così è andata e siamo sopravvissuti. (...)


L'intervista completa la trovate solo su E - il mensile, disponibile in tutte le edicole.

5 commenti:

Cuore Infranto ha detto...

la più grande, insieme alla Vitti (sorry, Magnani, ma loro erano anzi sono ancora più erotiche di te!)

illustrAutori ha detto...

Una donna spettacolare, in tutti i sensi... Avessero un grammo della sua classe, del suo talento, della sua simpatia tutte le under 70 il cinema italiano non conoscerebbe crisi (certo, ci vorrebbero anche sceneggiatori almeno diginitosi e registi almeno decenti, ma volendo si soprassederebbe)

gpp ha detto...

E la RAI cosa fa per ricordarla ? manda in onda "la polizia ringrazia", poliziottesco di Steno degli anni 70, uno dei peggiori fra quelli della grande Mariangela. Che merde.

alessia ha detto...

Mariangela Melato era una grande attrice cinematografica, ma il suo vero ed inconfondibile talento si manifestava in tutto il suo splendore sulle tavole del palcoscenico. All’aprirsi del sipario la sala si riempiva di magia e per un’ora e poco più tutti gli spettatori avevano la netta sensazione di essere soli con lei. In un paese in cui la cultura fa fatica a sopravvivere, questa donna aveva la capacità di riempire le sale, e di accattivarsi l’attenzione del pubblico di tutte le età. Il suo target erano gli amanti della cultura e del sapere, il suo repertorio spaziava dalle grandi tragedie ai musical, passando per commedie e varietà. Mai ha cessato di amare il suo teatro, neanche quando la malattia si era impossessata di lei, ha continuato a portare le sue membra stanche ma vive e piene di passione in scena, non si è mai risparmiata, e stremata raccoglieva gli applausi sorridendo e ringraziando il suo pubblico. Sì, il suo pubblico, da grande professionista l’attrice, si è sempre interfacciata con esso, non ha mai smesso di confrontarsi con esso, è sempre rimasta una persona semplice e con i piedi per terra, una vera prima donna senza i fronzoli della diva.

La sua capacità interpretativa ridava vita, luce e lustro a personaggi che sulle pagine potevano apparire obsoleti e ormai privi di senso. Ha avuto la grande dote di attualizzare ciò che giaceva sugli scaffali impolverati delle biblioteche e librerie. Come poter dimenticare la sua Fedra così intensa? E come non citare la sua Medea o la sua Anna dei Miracoli? La sua voglia di mettersi in gioco anche con l’arrivo del successo e dei riconoscimenti non ha mai cessato di esistere, si è cimentata nel difficile ruolo della bambina di Quel che sapeva Maisie di Harry James, ha ballato, cantato in Solo me ne vò, ha finalmente accettato di interpretare De Filippo e si è consumata nell’immenso Il Dolore di Marguerite Duras. Ogni sfida rappresentava linfa vitale per lei, i punti d’arrivo e i traguardi sono per gli artisti, le linea di partenza sono per i talenti veri. La Melato era un vero talento, un portento della natura, che per scelta ha dedicato la sua vita al teatro e al cinema. Il teatro italiano non potrà mai avere un’erede del suo calibro, talenti così poliedrici sono rari e soprattutto il talento senza passione e senza intelligenza è qualcosa senza valore. La voglia di migliorarsi e l’autocritica spietata hanno fatto della Melato, un’eroina dei nostri tempi, Mariangela rappresenta per chi ama il teatro la più grande interprete ed eroina del romanzo delle scene.

Dove posso recuperare una copia del mensile o l'intervista completa rilasciata da Mariangela Melato? grazie mille per l'aiuto

Enrico Maria Porro ha detto...

Ciao Alessia, se mi mandi una mail all'indirizzo di posta che trovi nella colonna di destra del blog, vedo di recuperati l'intervista e te la mando.