40-50-2018. Non sto dando i numeri e l’apparenza inganna. Li introduco adesso e ne parleremo alla fine.
Dunque, dice Marione:
“il 22 novembre Repubblica sarà in edicola completamente nuova, anzi antica, con una grafica molto più rigorosa, quasi severa, abbandonando l'orgia della sovrainformazione”.
Magari si realizzasse. Si ha bisogno come l’acqua (o l’aria) di titolazione non strillata o, almeno, che non sia civettuola, ammiccante, tale da distorcere il contenuto del pezzo.
E poi l’impaginazione rigorosa. Io rimpiango il layout delle origini oppure quello del primo “Indipendente”. Sarebbe interessante riveduto e aggiornato.
Dice ancora Marione:
“Una grossa novità sarà quella del font, commissionato a New York, più alto e più leggibile. È un Bodoni e si chiamerà Eugenio, in onore del nostro fondatore. La stessa font sarà utilizzata anche sulla app".
La leggibilità è importante e, se realizzata, asciugherebbe molto anche i pezzi.
Dice ancora Marione:
“Sarà drasticamente ridotto il numero delle foto, poche ma curate. Dopo la politica (il Cacciucco Politico n.d.F.S.) ci sarà la sezione Mondo, il vecchio Esteri”.
Una pagina, massimo due, di politica interna (sogno, lo so) legata però all’attività parlamentare, tipo specchietto Sole 24 Ore.
Più attenzione agli Esteri con visione ampia che comprenda anche ambiente, mutamenti climatici, risorse alimentari, migrazioni. Per capire, insomma, cosa ci aspetta. Ed essere informati.
Dice ancora Marione:
“Lo Sport continuerà ad essere guidato da Angelo Carotenuto, che in questi anni ha fatto un lavoro interessante. Stop però alle cronache delle partite e alle conferenze stampa. Racconteremo solo storie, qualcosa di più e in profondità".
Male, male. Le cronache delle partite, che sono ormai diventate un racconto, non possono essere abolite, Repubblica le ha sempre trattate diversamente. Almeno in passato.
Dice ancora Marione:
“Ci sarà anche un nuovo supplemento food curato da Clotilde Veltri. Tutti gli inserti diventeranno centrali ed estraibili”.
E Licia Granello? Più Gianni Mura, quindi?
Tutti gli inserti dovrebbero essere centrali ed estraibili, soprattutto quello sportivo del lunedì.
Dice ancora Marione:
"L'inserto RClub passa alla redazione milanese e sarà coordinato da Aurelio Magistà".
Un inserto che potrebbe ben ridurre la foliazione. E di parecchio. Se poi dovesse cambiare, ne riparleremo.
Dice ancora Marione:
“Francesco Manacorda si occuperà dell'Economia, che sarà meno romana e più milanese".
Meno romano in tutto, intendendo con romano l’assimilazione al Palazzo? E più milanese, ma senza l’assimilazione alla Borsa?
Dice ancora Marione:
"L'operazione che lanceremo il 22 novembre comprenderà un nuovo giornale ma anche un nuovo sito e una web app che si chiamerà Rep e che sarà in abbonamento a 7,90 euro al mese".
E noi, stavolta, non pagheremo. E poi il sito non era stato già rinnovato proprio di recente? Mah.
Continua ancora Marione:
"Scalfari mi ha detto: io credo che tu debba tornare alle origini. Questo giornale è nato per raccontare le cose che vale la pena di raccontare e non tutto ciò che accade".
Le belle origini sono quelle di un giornale essenziale, concreto nella sostanza e da non ricordare solo per i titoli. Pezzi privati di orpelli, ma con tanta roba.
Vedere i pezzi della prima Repubblica.
Dice ancora Marione:
"Per il restyling grafico di Repubblica ho lavorato gomito a gomito con l'art director Angelo Rinaldi. Aiutato da Francesco Franchi".
E che sia proprio restyling totale. Collocando magari in fondo a destra "L'Amaca" e sopra - per dire - ellekappa (schema l'Unità metà anni '80, se non ricordo male).
Dice ancora Marione:
"Sergio Rizzo curerà le campagne di Repubblica sullo ius soli, sull'abusivismo, sul fisco".
SR è una garanzia di affidabilità, tuttavia le campagne potrebbero ben allargarsi. Voglio dire: non saranno così limitate. Così credo e spero.
Dice ancora Marione:
"Giuseppe Smorto continuerà, da vicedirettore, ad occuparsi di digitale. E Alessio Balbi è confermato a repubblica.it.".
Molto bene. Non esistevano ragioni per un loro avvicendamento
Dice ancora Marione:
"L'anno prossimo il corrispondente da Londra Enrico Franceschini andrà in pensione. Al suo posto ci sarà Stefania Di Lellis".
Poi EF continuerà come collaboratore, seguendo la tendenza? Non sarebbe il caso di modificare certe abitudini? Nulla di personale, peraltro, con EF.
Avevo steso queste noterelle nei giorni scorsi, però quando ho visto oggi la prima foto della Nuova Repubblica sono sobbalzato: ancora da B.? Non ricominciamo, per favore.
Appartiene al passato, non rappresenta il futuro. Si vada oltre.
Riprendo adesso i numeri iniziali.
Dunque, nel 2018 ricorreranno vari anniversari di un anno drammatico quale fu il 1978 (40 anni fa, appunto).
Senza dubbio da via Fani a via Caetani si dipanarono 55 giorni che modificarono tante cose e Repubblica spiccò il volo.
Sarebbe utile, sotto ogni punto di vista, la pubblicazione in anastatica di quelle copie che accompagnarono giorno dopo giorno la tragica vicenda.
Per intenderci: 16 marzo 1978 - 16 marzo 2018, fino al 9 maggio 1978 (e magari giorni seguenti). In abbinamento.
Io sarei ben contento di pagare qualcosa in più per averle, visto che di archivio non c’è traccia. A proposito: quando sarà disponibile?
50, invece, sono gli anni trascorsi dal 1968. Qui Repubblica non può ovviamente ricorrere all’archivio e già ci sono state pubblicazioni in passato, grazie all’Espresso.
Immagino però che il mezzo secolo vada celebrato adeguatamente e, mancando l’archivio, soccorre la bibliografia.
E visto che sono già parecchie le iniziative librarie del giornale, si potrebbe aggiungere la collana dedicata al ‘68. O no?
Frank
Riprendo adesso i numeri iniziali.
Dunque, nel 2018 ricorreranno vari anniversari di un anno drammatico quale fu il 1978 (40 anni fa, appunto).
Senza dubbio da via Fani a via Caetani si dipanarono 55 giorni che modificarono tante cose e Repubblica spiccò il volo.
Sarebbe utile, sotto ogni punto di vista, la pubblicazione in anastatica di quelle copie che accompagnarono giorno dopo giorno la tragica vicenda.
Per intenderci: 16 marzo 1978 - 16 marzo 2018, fino al 9 maggio 1978 (e magari giorni seguenti). In abbinamento.
Io sarei ben contento di pagare qualcosa in più per averle, visto che di archivio non c’è traccia. A proposito: quando sarà disponibile?
50, invece, sono gli anni trascorsi dal 1968. Qui Repubblica non può ovviamente ricorrere all’archivio e già ci sono state pubblicazioni in passato, grazie all’Espresso.
Immagino però che il mezzo secolo vada celebrato adeguatamente e, mancando l’archivio, soccorre la bibliografia.
E visto che sono già parecchie le iniziative librarie del giornale, si potrebbe aggiungere la collana dedicata al ‘68. O no?
Frank
3 commenti:
Mi permetto di dire che la nuova applicazione "Rep" dovrebbe essere una sorta di "reader's digest" del quotidiano, dedicata quindi soprattutto alle nuove generazioni che non hanno mai avuto dimestichezza con la carta stampata, difficile capire come si riuscirà a fargli scucire questi 8 euro di abbonamento mensile.
Per quanto riguarda noi, vecchi feticisti che amiamo acquistare e leggere il giornale tutti i giorni, questa app potrebbe risultare pleonastica, salvo tenerla come un souvenir sul proprio device.
Come già scritto in passati, mi aspetto invece un salto in avanti sull'applicazione
Repubblica+, visto che resto un aficionado dell'edicola, mi piacerebbe avere la possibilità di poter acquistare qualche copia sparsa del quotidiano in edizione digitale, ad esempio quando sono all'estero oppure sono impossibilitato ad uscire di casa, e non l'assurdo "minimo un mese" come ora
Noi vecchi reggeremo a tutte queste rivoluzioni di Repubblica? :D
Buongiorno.
Puntuali e precise le tue osservazioni Signor Marco.
In effetti, anche a me appare improbabile che le nuove generazioni, o almeno una parte di esse, possa scucire gli 8 euro di abbonamento mensile. In ogni caso ci provano. E concordo: la nuova app servirà a noi come souvenir.
Invece, su Rep+, il salto in avanti me lo aspetterei anch'io. E non tanto (o non solo), nella direzione da te indicata, quanto su altri aspetti.
Per esempio: l'abbonamento è mensile, ma i pdf che si possono scaricare (o consultare) sono soltanto quelli degli ultimi 15 giorni. Vale a dire, prezzo intero per ottenere la metà. Quanto meno stravagante. Analoga modalità si estende anche alle edizioni locali. Quindi stop.
Tutto il resto, sebbene per un periodo più lungo (mi sembra un paio di mesi) si può solo sfogliare. Ora, se è ovvio che sia così per i collaterali, che infatti si pagano 50 cent in più in edicola, non è affatto ovvio per tutti gli altri inserti, quelli estraibili collocati al centro, segnatamente A&F e Robinson, che fanno parte a pieno titolo del quotidiano che si acquista senza alcun sovrapprezzo. E, invece, scarichi la copia della domenica e Robinson va a tener compagnia a Venerdì. Scarichi la copia del lunedì e A&F traslocano nella sezione "solo sfoglio".
Se, infine, hai la malaugurata idea di far interferire tutte quelle cause di forza maggiore che impediscono di scaricare i pdf (anche solo per alcuni giorni) perdi quelle copie digitali che pure hai pagato.
Ah, dimenticavo: i pdf sono blindati come è giusto che sia. Lo sblocco avviene inserendo il codice personale. E anche questo è normale, visto che il codice è mio, però...non lo gestisco io.
Infatti, ogni volta che si desidera rileggere gli articoli della copia digitale scaricata proprio pc e inserita nella cartella che si è appositamente creata, è necessario ridigitare il codice, sia essa (la copia) del giorno prima oppure di sei mesi prima. Anche questo appare stravagante e suscita la domanda, di quelle che a pensarle si fa peccato (ma è inevitabile peccare, perché siamo umani): e se s'interrompe l'abbonamento quelle copie diventano illeggibili? Perché a quel punto il pin non è più valido, appartenendo ad un utente sconosciuto.
Uhm, brutta cosa assai, perché si farà pure peccato a pensarle, certe cose, però ci s'indovina. O no?
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