mercoledì 15 maggio 2019

L'edicola al centro della piazza.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo da una delle storiche colonne di questo fottutissimo blog:

Caro Pazzo,

molti anni fa mi trovavo spesso a condividere con l'edicolante l'arrivo dei giornali. Ricordo che cosa accadeva. Arrivava l'auto del distributore, scaricava i vari pacchi e se ne andava immediatamente. A quel punto scattava una corsa contro il tempo. I pacchi venivano aperti e il primo riscontro era numerico, vale a dire si contavano le varie copie di ogni quotidiano per confrontarle col numero indicato nella bolla di accompagnamento. Subito dopo venivano distribuiti nella rastrelliera dove le copie rovinate venivano collocate dietro a quelle integre. Capitava spesso. E altrettanto spesso accadeva che i santi del giorno venissero invocati quando c'erano inserti (gratuiti) da allegare. Pochi, in quel periodo, però già bastava questo per mutare l'umore, anche perché mi sembra che l'aggio aumenti solo per i collaterali.

Capitava anche che il numero degli inserti non corrispondesse al numero delle copie (in meno, naturalmente) e così c'era chi si portava a casa un prodotto a metà. A me non capitava, semplicemente perché conoscendo i gusti, ancor prima di contare, l'edicolante mi concedeva il via libera e prendevo dal mucchio, con cernita comunque accurata. E l'edicolante sapeva pure questo, perciò niente giornale e (o) inserto spiegazzato.

Le immagini di quelle mattine si sono ravvivate quando ho appreso, dal paginone centrale di venerdì scorso, che ci saranno sette giorni di supplementi e settimanali. Non mi sono certo preoccupato per le chiamate in causa dei santi, anche di quelli nuovi (perché ogni anno il calendario è sempre più affollato), ma ho subito pensato alla qualità del servizio. Ignoro come si svolga adesso (immagino che il rituale non sia poi molto dissimile) e quell'edicolante è andato in pensione nel buen retiro. In ogni caso trovo che risulterebbe sgradevole ricevere supplementi rovinati o magari illeggibili, perché "sono tutti arrivati così" (risposta già ricevuta alcune volte). Per questo non mi pare un'idea geniale quella di aggiungere al giornale, anche gli inserti, insomma un doppio dorso. Ma inserirli al centro, come era stato per Robinson? Sfilarli sarebbe stato un piacere. Troppo semplice? Meglio complicare tutto? E, a proposito di Robinson (che di domenica ci stava proprio bene) come mai ha perduto la gratuità? Sì, certo il Corriere ha reso da subito a pagamento il supplemento, però bastava evidenziarlo subito, nella fase di presentazione quando si sottolinea (sempre alle pagine 40 e 41 del 10/05) come si tratti di fascicoli esterni da chiedere sempre all'edicolante (li immagino festanti), proprio perchè compresi nel prezzo. Qualcosa mi dice che prima o poi si trasformeranno in fascicoli esterni da non chiedere se non si vogliono.

Esiste poi un altro aspetto, che spero non sia soltanto una mia fissa. Gli argomenti degli inserti sono interessanti, alcuni più di altri e varrebbe davvero la pena di conservarli, ma occorre anche fare delle scelte: di opportunità, di spazio. Robinson si conserva, certo. Poi occorre scegliere e, per quanto mi riguarda, almeno un altro fascicolo vorrei destinarlo all'archivio, ma come si fa? E il tempo per la lettura, poi? Messo così diventa un impegno quotidiano, appunto. E improbabile. E quindi?

Arriviamo a oggi, sempre sotto l'egida del numero 14 (chissà perché). Sfoglio frettoloso (devo ancora riprendermi dall'8x5 di GoT, meravigliosa saga), ma le ultime due pagine le invertirei. In ultima proprio i programmi, nella precedente le varie nuove rubriche, molto ad uso e consumo di Twitter e di essere, dunque, retwettate. Avrei proprio eliminato la cartina del meteo. C'è forse qualcuno che consulta il giornale per conoscere le condizioni del tempo? Le app meteo sono tra le più scaricate. Peccato che la tv e lo spazio per la critica televisiva siano esigui. E Dipollina a recensire gli spettacoli più significativi da seguire? Il tempo di Beniamino Placido è ormai remotissimo. Tutti i quotidiani hanno un critico televisivo e davvero non si avvertiva la necessità di definire un ruolo adeguato per il compito? Una rubrica da consultare giorno per giorno?

Peccato, anche, che non ci sia l'attenzione che meritano le serie tv. Non mi riferisco solo a GoT, che con l'ultima stagione è molto più cinematografica che per "il piccolo schermo", ma alle altre ormai prodotte a ciclo continuo. Ci sono gioiellini che meritano, tipo "Sex education" di Netflix o "SkamItalia" su TimVision (prodotto stranissimo, con un target che sembrerebbe ben circoscritto, eppure va oltre).

Sorprendono le brevine di cronaca italiana: messe così sono corpo estraneo. La data a fianco della pagina era meglio. Troppo maiuscolo negli occhielli. Un paio di pagine, nella mia copia, hanno problemi di inchiostro: illeggibili, proprio quando il corpo adoperato migliora la leggibilità. Mi rifarò con il pdf. E, poi, torno ad insistere sull'archivio: come mai non è reso ancora disponibile? Appare paradossale. Eppure è tutto digitalizzato.

Altro non aggiungo. Per adesso. Dovrò farci l'abitudine. E poi c'è il capitolo dell'abbonamento al pdf (per questo l'ho citato). Quando riceverò alcune risposte ne parlerò. Sempre in confidenza.

Frank

P.s. Per quale ragione ci si dovrebbe abbonare all'Espresso che costa un euro a settimana, mentre la proposta è quella di ricevere "la rivista per un anno a casa tua a poco meno di € 6,00 al mese"?

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