mercoledì 15 maggio 2019

Miscellanea di commenti e scarabocchi sul primo numero della Nuova Repubblica.

L'amico Pier Luca Santoro ha citato la nostra recensione di ieri firmata da MUDD, in questo interessante articolo dal titolo L'insostenibile leggerezza del restyling di Repubblica apparso sul sito Data Media Hub.

Ecco la parte dell'articolo in cui veniamo citati:
In una puntuale analisi, che ci trova molto d’accordo, il restyling di Repubblica, da chi è “feticista” del quotidiano in questione, viene definito così: «I due restyling del breve interregno di Calabresi [quello con l’Amaca sopra la testata in prima pagina e l’ultimo, quello archiviato ieri] erano stati ben più “resettanti”. Stavolta la scelta è di alzare i toni nei contenuti, nella linea editoriale e nel posizionamento, ma, di contro, rivedere in modo soft l’impianto grafico. Una rivoluzione a bassa voce». Se dunque il tema è quello di alzare la voce, stando al claim della campagna pubblicitaria, l’obiettivo non sarebbe stato centrato, poichè evidentemente non può bastare fare titoli “grandi” allo scopo.
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Di restyling e di Nuova Repubblica si parla anche sul sito Il Muro della Comunicazione.

L'articolo inizia così: 
Un editoriale incisivo quello di Carlo Verdelli nel primo numero di Repubblica rinnovata.
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E poi alcune tra le numerose lettere giunte in redazione sempre sullo stesso, caldissimo argomento:

Riceviamo e volentieri pubblichiamo/1:

Ritorno al passato, e pensare che con l'updated design (rilanciato meno di 18 mesi fa) avevano fatto incetta di awards.

Non capisco davvero l'esigenza di questa destrutturazione del progetto...

Ma cosa vogliono fare? Tornare ai layout stile 'Resto del Carlino'?! 

Mi si spezza il cuore.

Tristezza 

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo/2:

Ciao Pazzo,

io sono solo un umile lettore e nulla so dei gergalismi tecnici e del fare il giornale.
Quindi ti racconterò cosa non mi piace della Nuova Repubblica.

Tutto il nero dei titoli mi sa di plumbeo funereo.

Anche tutti i vari Primo piano mondo commenti beh si potevano fare in un altro colore come fa il Corsera e non neri.

Le scansioni delle sezioni sono sempre quelle tradizionali.

Io avrei rivoluzionato e dato una veste nuova e non ingessata. Che mi sembra il solito pastone all’italiana.

Poi interviste e ancora interviste. Ma siamo sicuri che politici e cardinali abbiano qualcosa di nuovo da dire?

La cronaca non può competere con Corsera, e Repubblica se vorrà recuperare dovrà fare sforzi enormi.

Insomma un giornale che sa di già visto e di “antico”.

Sono alquanto perplesso. Io pensavo a un’altra Repubblica.
Un giornale rivoluzionato e invece ho fra le mani pagine che ho già visto in anni lontani.

AWB

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo/3:

Ho sfogliato e risfogliato e alla fine il giornale me lo faccio piacere. Sono costretto a farmelo piacere, non avendo concreti piani B. C'è il fattore novità che incide molto.  Il giudizio è legato al fattore tempo, per capire se il gradimento resta accettabile o scenderà.  Ma potrà anche salire. Una cosa è certa: quegli occhielli tutti in maiuscolo non si possono proprio vedere.

EP

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo/4:

Caro Pazzo,

bella la recensione di MUDD, che condivido. Anche a me è piaciuto molto questo primo numero, sia contenutisticamente che graficamente, anche se non so ancora come giudicare il colore arancione (che non mi sembra molto "identificativo" di Repubblica) ma alla fine anche quello sarà questione di abitudine.

Una riflessione sulla grafica che mi viene da fare è che, con questo restyling, viene confermato un trend abbastanza diffuso di riscoperta del passato. Le intestazioni centrali delle pagine con quel carattere e la numerazione con la scritta "pagina" (del tutto superflua, diciamolo, ma è un "esercizio di stile") sono un ritorno agli esordi di Repubblica, e anche all'inizio degli anni 90 mi ricordo che era molto simile.

Questo non vale solo per Repubblica. Anche L'Espresso dopo tanti anni ha ripristinato la sua storica testata. Idem l'ultimo restyling di 7 del Corriere della Sera (che ho trovato eccellente) ha ripreso la testata degli esordi (fine anni 80). Mi viene in mente anche il settimanale Famiglia Cristiana, dove l'attuale testata, in uso in questi ultimi anni, è tornata ad essere quella degli anni 50... Me se ci pensiamo, credo che se ne trovino altri di esempi editoriali. E' il fascino del vintage (che a me piace molto)...

alebigigher

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo/5:

Meno cronaca più analisi e commenti: bene. Non si può rincorrere il rumore della rete. Migliorati gli inserti. Aspetto il nuovo Affari&Finanza. L'attuale è iperlassativo: inutile per chi vuole conoscere e per chi già sa e vuole confrontare analisi che non trova.

Ginettaccio

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Qualcosina da Twitter








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Osservatorio Errori della Nuova Repubblica (numero di ieri)

Un paio di errori scovati dal nostro amico genovese Sergio T.

Il primo è in una brevina di pagina 15: l'associazione citata si chiama Italia-Asean e non Italia-Aesan come scritto, e non riguarda i vari paesi dell'Asia ma solamente i 10 del Sud Est. 



Il secondo è nella didascalia di pagina 47: la pallina forse è da ping pong, certamente non da tennis.




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