Parlavano di ristoranti, di vini, di vita, mai della malattia. … Appena rientrato da quel Tour di 11 anni fa, la prima cosa che fece Mura fu precipitarsi a casa di mio papà. Così, all’improvviso, senza avvisare, ancora con la valigia in mano. Suonò al citofono e al Carletto brillarono gli occhi. Li trovai in casa, loro due e Marco Pastonesi, altra firma storica della Gazzetta. Sdraiati sul divano, a bere lo Chablis che da giorni era in frigorifero: perché il Carletto, conoscendo Mura, inconsciamente si aspettava la sua visita. Li legavano tante cose: il senso della misura, il rispetto, le sigarette che annerivano la loro macchina, la leggerezza nell’affrontare qualsiasi argomento, ma soprattutto un concentrato di umanità che li ha resi inseparabili. Due anime nomadi, che ora riprenderanno il loro viaggio insieme.
Matteo Pierelli, la Gazzetta dello Sport
Tratto dal sito Lo Slalom
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