mercoledì 12 maggio 2010
Farsi fare le scarpe dal Foglio.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Caro Pazzo,
questa è una mail personale, nessuna segnalazione di errori o refusi.
Ho letto il post di Barbapapà sui corrispondenti esteri e volevo segnalarti chi, invece, di notizie ne dà tante.
Come avrai capito dalle mie mail, mi occupo di esteri con particolare attenzione ai paesi dell'ex URSS.
Beh, oggi Il Foglio, unico quotidiano italiano, ha pubblicato un articolo sulla visita di Medvedev in Siria, nonché sulle mosse di Mosca in Kirghizistan e Ucraina.
Tutti gli altri muti. Lombardozzi, non pervenuto, neanche un articolo - volendo - sulla miniera siberiana.
Del resto, cosa aspettarsi da chi scrive (sempre nell'articolo sulla guaritrice) "Adesso, che si è ammalata lei, è rimasta sola in una povera stanza di Donetsk nel grigiore dell'Ucraina povera delle miniere di carbone"? (no comment sull'italiano)
Non credo sia necessario vivere a Mosca o visitare Kiev per consultare Wikipedia e verificare che Donets'k è, invece, la città più ricca dell'intera Ucraina. Insomma, come dire "è rimasta sola in una povera stanza di Lissone nel grigiore della Brianza povera delle fabbriche di mobili".
Credo sia ora di richiamarlo in sede.
Buon lavoro,
MS
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7 commenti:
Non vorrei sembrare irrispettoso ma, onestamente, a chi volete che importi qualcosa della visita di Medvedev in Siria, e delle sue mosse in Kirghizistan e Ucraina? Dai su, siamo realisti.
E dell'incidente in miniera certo dispiace, ma qui sono altre le cose che interessano veramente: lavoro, economia, futuro. Qui, in Italia, con la crisi che morde tutti e che rischia di farci fare la fine della Grecia, o peggio dell'Argentina.
Se il Foglio dovesse campare delle copie che vende in edicola, e non di finanziamento pubblico, vedresti come cambierebbe alla svelta il tipo di notizie. Stesso discorso si potrebbe fare per altri giornali che non legge nessuno, tipo il Riformista, che si regge in piedi solo perché succhia robusti "ricostituenti", ovvero lauti finanziamenti statali, con il dritto Polito che si insaccoccia 10.000 euro di stipendio al mese.
Altrimenti quanto durerebbero giornali come il Foglio o il Riformista?
Questo riguarda anche i corrispondenti: in gran parte sono inutili. Se i giornali dovessero reggersi sulle loro gambe, sarebbero costretti a tagliare tutto quello che, di riffa o di raffa, ora possono in qualche modo permettersi solo perché succhiano la tetta statale. O no?
Caro MS, ti devo confessare che ultimamente Lissone un po' tristarella lo è...
Per me non avete centrato il problema. I corrispondenti non sono affatto inutili. Il problema è che, con l'avvento di Internet, il loro è diventato un... vero lavoro.
Una volta il solo girare in Italia le notizie del TG in loco era un lavoro importante perche' le notizie non arrivavano così facilmente.
Oggi non è più così.
Ora dovrebbero alzarsi dalla sedia e andare a cercare notizie, cosa piuttosto faticosa. Se lo facessero, sarebbero utili eccome. Uno che lo faceva era Mario Calabresi, ricordo in particolare una bellissima inchiesta sul crollo del mercato immobiliare in America dove andò a parlare con la gente porta a porta.
E comunque non è necessario che facciano inchiestone o parlino di Medvedev, andrebbero bene anche notizie curiose se originali. O approfondimenti: avete per caso letto su qualche giornale un ritratto di Danilo Restivo in Inghilterra?
Al momento i corrispondenti restano tuttavia importanti per prendere contatti sul posto che tornano utili in occasione dei grandi eventi.
Caro Aghost,
non ce ne frega niente di quello che succede in Ucraina, Kirghizistan e Siria?
Ve lo meritate Lombardozzi, allora. E vi meritate pure i corrispondenti alla Zucconi.
Perché poi a quel punto è inutile parlare di:
- dipendenza energetica, fregandocene di Alcoa, Termini Imerese (sbaglio o c'è stato un decreto per salvare quei lavoratori?) e delle bollette che ci arrivano a casa (lavoro, economia, futuro);
- sicurezza internazionale (chi aiuta a difendere i nostri figli, fratelli, parenti dislocati in Afghanistan ora che non c'è più neanche la base aerea americana di Manas?) (futuro)
- Iran (Frattini fa il pupazzo, intanto Mosca continua a vendere armi a Teheran, che a sua volta impedisce la costruzione di gasdotti/oleodotti "occidentali" nell'area e i Siriani sono, cosa strana, armati dall'Iran in lotta perenne con Israele).
Caro Aghost, la prossima volta che ti arriva una bolletta del gas (Eni, Italgas, etc etc) pensa a quanto ridono Medvedev (ex presidente di Gazprom), Putin, Scaroni e Ahmadinejad del fatto che tu te ne freghi di certe tematiche.
E spero che a nessuno dei tuoi parenti, vicini e lontani, capiti di esser mandato a casa perché la sua impresa non riesce a pagare il conto energetico.
Ve lo meritate Lombardozzi, eccome se ve lo meritate.
Pazzo, Lissone è tristissima, ma di certo non è povera.
Caro Pazzo,
A proposito di corrispondenti, mi piacerebbe segnalare per il PPR+ di questo mese il pezzo di Giampaolo Visetti da Pechino sulla censura pubblicato ieri. Secondo me è un esempio di ottimo giornalismo per asciuttezza, capacità di denuncia senza vittimismo, restituzione tangibile al lettore del clima vissuto nel paese.
Se mi posso permettere una malignità, in tanti anni di solfe di Rampini un pezzo così dovevemo ancora leggerlo. Forse sarà per questo che ieri gli hanno fatto fare -nella stessa pagina!- l' insulso quadratino riempitivo.
“Ora dovrebbero alzarsi dalla sedia e andare a cercare notizie, cosa piuttosto faticosa. Se lo facessero, sarebbero utili eccome.”.
Esaù, in questa tua frase c’è il succo della questione. Certi corrispondenti (ma non mi riferisco solo a Repubblica) sono inutili esattamente per questo motivo, perché li immagini pigramente chiusi nel loro ufficio a selezionare distrattamente notizie dai media locali. Per tale ragione, ma non solo, credo che oggi si potrebbe fare a meno di un giornalista in loco.
Indebolitosi fortemente, con l'innovazione tecnologica, l'obbligo di fare il "ripetitore" dei media locali per colmare il gap conoscitivo dei lettori, al corrispondente è rimasto ancora un vantaggio, quello di poter battere il territorio alla ricerca di notizie. E questo spesso non avviene.
Citando Calabresi, che ricordo benissimo e con nostalgia come corrispondente da NY, hai portato un felice esempio di giornalista che ha interpretato correttamente, sul campo, il suo ruolo di narratore, mai banale, della politica e della società americana. Quindi, si può fare bene il mestiere di corrispondente senza indurre il lettore a pensare “quanto mi costa questo qui per sottoporre alla mia attenzione certe banalità?”. Basta volerlo ma, aggiungo, occorre anche una direzione del giornale che sia chiara nell’indirizzare il giornalista. Ho invece la sensazione che oggi vi sia poco indirizzo e ancor meno filtro nella ricerca delle notizie e nella pubblicazione degli articoli, come se quelle figure di caposervizio o caporedattore che, nel racconto dei Pansa e dei Bocca, cestinavano articoli mal pensati e peggio scritti fossero un parto della loro fantasia…
Detto quindi che si può far bene il lavoro di corrispondente, rimango convinto che non sia indispensabile averne uno per fornire ai lettori una buona chiave di lettura di un paese. E’ la “concezione ottocentesca” di cui parlava ieri Aghost, che condivido in pieno.
Concordo poi con ziociccio sulla candidatura di Visetti al PPR+ del mese per l’inchiesta sulla censura in Cina.
Ribadisco la mia stima per Visetti, uno di quei giornalisti che onorano il ruolo di corrispondente. Apprezzo, oltretutto, la sua attenzione nel raccontare la Cina dal fondamentale lato economico con articoli puntuali nel delinearne le macro tendenze e sempre con dovizia di dati. Come, ad esempio, è avvenuto oggi nella rubrica Global Market, all’interno della sezione economica.
Per chiudere, a parer mio Rampini dalla Cina è stato molto bravo a raccontarci l’evoluzione del paese. Mi pare ingeneroso il giudizio di ziociccio.
Concordo ovviamente con Barba ed aggiungerei, per rispondere ad Esaù che esalta il ruolo dei giornaloni coi corrispondenti in ogni capitale, come quando non c'era la tv o peggio internet, che l'essere distanti e distaccati dalla realtà delle persone normali è precisamente la ragione per cui la gente NON legge i giornali.
Mentre i corrispondenti volano alto coi resoconti di politica internazionale sulla visita di Medvedev in Siria, le persone normali si chiedono che fine farà il loro conto corrente in banca, o se il figlio troverà mai un lavoro decente. Sono gretti? Può darsi, ma qui in Italia, e a maggior ragione oggi, vale più che mai il detto "primum vivere, deinde philosophari". I giornali ti raccontano per filo e per segno l'economia cinese, ma non quella italiana. Qui tutti ti tranquillizzano, le nostre banche sono sane, i monopoli nostrani non sono così cattivi, e giù paginate di interviste ai politici che cianciano per mesi, anni, di nuovi partiti, nuove alleanze e nuovi simboli, straparlano di riforme e magari ti pigliano pure in giro dileggiando "l’inflazione percepita", dandoti in sostanza dello scemo perché non sei capace di arrivare alla fine del mese.
Chi se ne frega di Medvedev. Io voglio sapere perché l’Italia è il paese delle corporazioni che strangolano il paese, perché i monopoli pubblici sono diventati privati, perché il carovita diventa sempre più uno strozzinaggio legalizzato dei soliti noti e i giornali stanno zitti o quasi, ma fanno paginate intere sull’ultimo peto di Pierferdinando Casini o sul crocefisso nelle scuole, o sul governo di Karzaj. Poi la gente non legge i giornali? Lo credo bene, perché dovrebbe? Mentre l'intellighenzia di sinistra parla dei massimi sistemi, poi la gente vota Lega, o peggio ancora l'imbonitore Berlusconi.
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