martedì 11 maggio 2010

La bufala russa.

Scopriamo su Il Disinformatico, il sito di Paolo Attivissimo, che Repubblica è scivolata in una storia legata ad una presunta guaritrice russa:

"Nicola Lombardozzi di Repubblica e chi sta sopra di lui nella redazione della testata hanno deciso di regalarci un'altra perla di giornalismo con un articolo, pubblicato il 7 maggio scorso, su tale Julia Vorobjova, una donna russa che, secondo Lombardozzi, è "dotata non si sa come di poteri eccezionali che le consentono di vedere e prevedere le malattie degli altri guardando dentro i loro corpi come fosse una macchina per le radiografie".


Attivissimo chiude a gamba tesa (e un po' ha ragione):

"Queste sono le redazioni che vorrebbero farci pagare per le notizie online. Ricordiamocelo, la prossima volta che qualche testa pensante strapagata tira fuori ancora la storia di Internet che uccide i giornali. Non è omicidio, cari colleghi: è suicidio. Causato da eccessivo rigurgito di letame. "

3 commenti:

Barbapapà ha detto...

Spiace dirlo, ma Lombardozzi è partito proprio male nella sua esperienza moscovita. Finora si è fatto notare per un approccio caratterizzato da molto colore, tanto folklore ma nessuna notizia o inchiesta di peso che giustifichi la permanenza (e il costo, va da sé) di un corrispondente locale. In questo non dissimile da Enrico Franceschini, giornalista di grande esperienza e valore, che a Londra sta subendo passivamente il declino inglese preferendo rivolgere la propria attenzione a notiziole di zero interesse (neanche lavorasse al tg minzoliniano), salvo che per il curatore di R2. Non a caso lui e Lombardozzi sono candidati fissi ai PPR-.

Secondo me i corrispondenti esteri sono figure professionali che vanno ripensate profondamente perché se il contributo che possono dare è il reperimento su stampa e tv locali di notiziole di zero consistenza allora non hanno alcun senso oggi, nell'era internet.
Ha ragione Paolo Attivissimo quando segnala che questa strada non porta in alcun modo a rendere appetibile la fruizione a pagamento on-line dei giornali. Murdoch da questo punto di vista è molto avanti perché sa che la sfida si gioca sulla qualità, la profondità e l'esclusività delle notizie, delle analisi, delle inchieste.
A Repubblica la figura del corrispondente sta subendo, in qualche caso, una mutazione discutibile. Da giornalista che deve dare al lettore la misura di quanto accade in un importante paese straniero in termini politici, economici e sociali, anche attraverso fatti di cronaca apparentemente minore, si sta trasformando in un riciclatore puro di news prodotte dai media locali, senza alcuna capacità di selezione e senza aggiungere valore.
Si prenda piuttosto atto che alcune sedi, anche prestigiose, potrebbero essere coperte egregiamente da Roma (senza perdere di autorevolezza) e che le risorse stanziate per mantenere un giornalista in loco potrebbero essere utilizzate per garantire migliore copertura delle vicende italiane.

Degli attuali corrispondenti esteri di Repubblica credo che Bonanni, Rampini, Stabile e Visetti rendano ancora bene il senso del ruolo, mentre il bravo Tarquini mi pare un po’ troppo al traino degli eventi.

aghost ha detto...

Non posso che quotare Barba. Aggiungerei che i giornali hanno ancora una concezione ottocentesca, i corrispondenti in questo senso non hanno più alcun senso.

Ma i giornalisti non vi rinunciano perché fa "prestigio". E intanto perdono soldi e lettori. Sveglia che siamo nell'era di internet!

nonunacosaseria ha detto...

quoto anch'io la lucida analisi di barbapapà.