----
Al momento in cui scriviamo, sono 32* i lettori che hanno dichiarato che non acquisteranno più Repubblica.
Un campione minuscolo (noi contiamo quasi zero) ma che dimostra a che punto è la stima della gente verso la nuova proprietà e il nuovo direttore.
*dato in costante aggiornamento
----
Aria pesante e tutti in attesa. Domani MM firmerà Repubblica e Giannini firmerà La Stampa. E chissà se il Fundador scriverà domenica. Intanto Concita De Gregorio ha letto alla radio l'ultimo capoverso del congedo di CV, invitando a leggerlo integralmente sul sito.
Tempi bui.
FS
----
Nel giorno di un 25 Aprile “confinato” ma non per questo meno emblematico, anzi, ancor di più significativo, propongo di rifondare il giornale la Repubblica. La Nuova Repubblica coi vecchi giornalisti che la fecero grande. E con giovani colleghi che ne potranno perpetuare il progetto.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
È finita. Non ci sono altre parole.
Forse esagero, ma le premesse della nuova Repubblica mi sembrano desolanti.
Leonardo Coen, ex giornalista di Repubblica (su Facebook)
In solidarietà con Verdelli, spero in un futuro migliore per Repubblica. Oggi torno a comprarla dopo alcuni mesi, sperando di trovare un giornale di notizie, approfondimenti e fatti. In anni di urlatori, troll e strilloni da circo il giornalismo deve rincorrere la verità, i fatti e le analisi, non colludere con il caos e limitarsi ad "alzare la voce". Un augurio al giornale.
----
Ciao Direttore è stato un onore lavorare con te.
In solidarietà con Verdelli, spero in un futuro migliore per Repubblica. Oggi torno a comprarla dopo alcuni mesi, sperando di trovare un giornale di notizie, approfondimenti e fatti. In anni di urlatori, troll e strilloni da circo il giornalismo deve rincorrere la verità, i fatti e le analisi, non colludere con il caos e limitarsi ad "alzare la voce". Un augurio al giornale.
Fulvio Aquino
Ciao Direttore è stato un onore lavorare con te.
Grazie.
Federica Angeli - Repubblica
----
Ciao Pazzo,
c'era una volta un giornale unico, appunto "la Repubblica", la Repubblica di Scalfari, dei suoi eccezionali giornalisti e collaboratori. Dal 1979 fino al 1997 la leggevo ogni giorno, anche quando mi trovavo all'estero. Mauro non era Scalfari, ma la Repubblica è rimasta (quasi) la stessa. Ho continuato a leggerla, con minore assiduità. Con Calabresi la lettura è stata molto diradata: ero stufo della linea "rosa", di una sinistra sentimentalista, dei vati Serra e Saviano, degli innumerevoli inserti, insertini e allegati.
Con Verdelli, avevo iniziato a sperare, aveva cercato di ridare linfa a un giornale invecchiato. Ora, con i nuovi padroni, la famosa famiglia di Torino (con sede in Olanda), la brutale defenestrazione di Verdelli o che la Repubblica non sarà più la stessa e io non avrò più nessuna motivazione per comprarla e leggerla.
Spero tanto che si concretizzi la voce che De Benedetti, Feltrinelli e Lerner vogliono fare una nuova Repubblica sulle ceneri della cara defunta, con direttore proprio Verdelli.
GF
----
La Repubblica che abbiamo amato è finita.
Profilo Francese
----
MN
----
Leggo sul Fatto Quotidiano che Molinari è trumpiano, filo-israeliano e poco europeista.
Penso che mi risparmierò il rinnovo dell'abbonamento.
Alessandro Manica
----
Il bel congedo (signorile e dignitoso, va detto) di Carlo Verdelli.
E oggi Repubblica sciopera. Colazione amara, futuro incerto.
Caro Pazzo, mi sa che dovrai cambiare nick in PreoccupatiPerRepubblica; le iniziali sono le stesse...
Alessandro Loppi
----
Voci fuori dal coro:
Angelo Pugliese
----
Ma ora cambia tutto: vedremo.
Gianni Favino
----
Per il nuovo direttore Molinari, non è un buon inizio. I giornalisti di Repubblica hanno accolto la sua nomina a direttore con uno sciopero.
Sembra proprio che la cacciata di Verdelli non sia stata apprezzata. Oggi il giornale non esce.
Giusto così.
Franco Maria Fontana
----
Arrivata a Milano, avevo l’ambizione di aver avuto un’idea buona per un giornale nuovo.
Mandai il progetto a Carlo Verdelli che dirigeva la Gazzetta e non avevo mai incontrato.
Rispose alla mail, con una risposta vera, sincera, da grande direttore, che conservo.
Marianna Aprile - Oggi
----
Repubblica, già facevo fatica a leggerti prima, ma da ora in poi...
Furcina
----
Ciao Pazzo,
Verdelli è un bravo giornalista, un galantuomo, una persona perbene. Detto questo aggiungo che la sua Repubblica non mi ha mai entusiasmato e i suoi titoli urlati e l’enfasi di certe sue campagne, ancora meno. La sua sostituzione al vertice di Repubblica rientra in una legittima scelta del nuovo azionista di riferimento, che avrà le sue ragioni economiche e ideali per perseguire nuovi orizzonti. Come sarà la Repubblica di Molinari? Diversa da tutte quelle precedenti? Migliore o peggiore? Lo scopriremo giorno dopo giorno. Io sono laicamente aperto al confronto e dissento dagli scioperi di accoglienza e dalle sfuriate di qualche prima firma che minaccia di non scrivere più. Si accomodino. Ce ne faremo una ragione.
WAB
Molinari atlantista forse ma poco europeista assolutamente no. L'errore di GEDI è stato cacciare Calabresi per riposizionare il giornale su posizioni antirenziane a prescindere! Comunque buon lavoro al neo direttore Molinari!
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
----
Brutus
----
Caro Pazzo,
avevo 22 anni nel 1976, e prima ancora leggevo l'Espresso da almeno 5 anni. Con oggi per me si chiude un'era. A 66 anni non so cosa potrò leggere. Credo che le migliori firme lasceranno il giornale. E comunque la figuraccia più grossa l'ha fatta Giannini: a lui toccava la prima linea nella resistenza a questa normalizzazione.
Finisce qui ed è come se avessi perso parte della mia storia personale. Pfui...
Nicola Purgato
----
Feld
----
Caro Pazzo,
ho 27 anni ed i miei maestri d'infanzia, i miei banchi di scuola sono stati Giuseppe D'avanzo, Gianni Mura, Natalia Aspesi. Il mio quaderno la Repubblica delle "10 domande".
Non è tempo di polemiche, ma solo tempo di amaro smarrimento.
Lucio Barbati
----
Con Molinari la vedo dura, specie sul medio oriente mamma mia. I lettori de La Stampa idem al rovescio, Giannini troppo a sinistra.
Simona
----
“LA REPUBBLICA TRADITA”: s’intitolava così un mio pamphlet pubblicato nel 2016 da
Paper First. Dopo aver lavorato 40 anni in quel giornale e in quel Gruppo, fui considerato io un traditore. Ma oggi che la Fiat diventa definitivamente il padrone forse si capirà che non sbagliavo.
Paper First. Dopo aver lavorato 40 anni in quel giornale e in quel Gruppo, fui considerato io un traditore. Ma oggi che la Fiat diventa definitivamente il padrone forse si capirà che non sbagliavo.
Giovanni Valentini - ex vicedirettore di Repubblica
----
Chiedo per un amico.
Nostro tweet
Non son capace di prendere questa decisione, compro Repubblica dal 1976, ma la voglia di finirla qui sarebbe molta.
----
Carlo Mamprin
----
La sensazione che qualcosa si sia chiuso ieri mi pervade dalla notizia delle dimissioni di Verdelli. Che, detto tra noi, non mi faceva impazzire per titoli troppo ‘urlati’ per i miei gusti. Rappresentava però una continuità.
Continuità di idee, di modo di essere, di rappresentatività che temo seriamente con l’arrivo di Molinari si sia interrotta. Per chi lo legge come me da quasi 30 è un lutto. Sono curioso di sapere cosa faranno le grandi firme... se ci sarà una diaspora o resteranno.
La compravo solo il sabato per Robinso, ho smesso del tutto all'inizio dell'epidemia perché, mio punto di vista, il giornale si è sdraiato sulle decisioni del governo.
La sensazione che qualcosa si sia chiuso ieri mi pervade dalla notizia delle dimissioni di Verdelli. Che, detto tra noi, non mi faceva impazzire per titoli troppo ‘urlati’ per i miei gusti. Rappresentava però una continuità.
Paolo
----
Mai un rigo sulla sospensione, incostituzionale, della nostra libertà personale.
Manola
----
La compravo dal primo numero, tutti giorni. Poi è cambiato il direttore, la linea editoriale, son cambiata io, ho cominciato a prenderla solo al venerdì. E dall'inizio della pandemia manco più quello.
Io domani lo comprerò per vedere chi resta e cosa ha da dire. Dubito però che la attuale proprietà sia in linea con la storia del quotidiano. Le prime mosse sono tutte sbagliate.
Cinzia De Giovannini
----
Libero Petrucci
----
Ma Giannini a Rep invece della Stampa? Era complicato?
Su “io non acquisterò mai più” sembra di sentire i tifosi quando vendono il beniamino della squadra...poi di solito si torna a tifare.
Gianluca
----
Però un bel po' di amarezza per le decisioni di ieri c'è...
Winston Wolf
----
Non ho mai amato i cambi di direttore, soprattutto se chi lascia ha fatto un'ottimo lavoro.
Ma un quotidiano va avanti se ha una storia.
Ed è difficile cambiare la storia.
(P.S. Se Verdelli non fosse stato minacciato ci sarebbe stata tutta questa "insurrezione"?)
Gianluigi
----
Tipico dei lettori di repubblica gridare ai quattro venti il loro indigno (prendono esempio dalle migliori firme del giornale). A me ricordano il popolo dei fax di Curzi.
Complimenti a Repubblica, che silura Verdelli il 23 aprile 2020, giorno indicato come data di morte nelle minacce rivolte contro di lui, invece di fare quadrato a sua difesa.
La tempistica dello squallore nel momento in cui l'informazione deve essere libera e garantita.
Leo Teacher
----
F.to ex lettore assiduo
Ma non è che qualcuno ha una mail di CDB per chiedergli cortesemente se con i suoi ultimi spicci, invece di lasciarli ai figli degeneri, rifonda un giornale? A volte basta chiedere.
Non so più se acquisterò il quotidiano dopo oltre trent'anni.
----
P.
----
Io non acquisto più Repubblica da molto, non ricomincerò ora.
Carlo Robbiano
----
Michele La Vecchia
----
Domani leggerò attentamente l'editoriale di Molinari. Poi valuterò. Anche se vedremo la vera linea editoriale nei grandi temi. Onestamente non saprei cosa leggere se non Repubblica.
Roberto Pietra
----
Dopo aver riflettuto molto sulle vicende accadute attorno a Repubblica in questi giorni, sono arrivato a queste conclusioni: 1) la famiglia Agnelli ha voluto dare un segnale forte sostituendo proprio in questi giorni e con questa modalità Carlo Verdelli 2) colui che nei giorni scorsi si è distinto per i suoi tweets minacciosi nei confronti dell'ex direttore di Repubblica potrebbe essere un whistleblower vicino agli ambienti della nuova proprietà.
Continuerò a comprare e leggere Repubblica, come facevo per l'attuale nonostante lo "stampo" alla fatto quotidiano e i titoli strillati.
Personalmente non credo che il giornale si sposterà tanto a destra, penso invece andrà in una dimensione centrista.
Peter Parker
----
Guido Boscolo
----
Non credo che la ragione del licenziamento risieda nel legame con gli ex LC, con Elkann al timone si trattava di una scelta scontata - della quale in parecchi nell'ambiente erano già a conoscenza - e senza dubbio maturata con una tempistica poco felice.
Dispiace dirlo ma è da un pezzo che Repubblica (senza articolo, grazie) ha smesso di essere sé stessa.
Onestamente, certa retorica che accompagna alcuni messaggi nel commiato al giornale di una vita suona - con rispetto parlando - abbastanza grottesca.
Un giornale poteva rappresentare una bandiera ed un punto di riferimento nel 1980, nel 1990, forse nel 2000, non certo in epoca contemporanea.
Quanto al futuro: il trend è quello che conoscete e nessuno potrà arrestarlo.
Tutti i quotidiani sono in calo continuo e costante: i ventenni, ma anche i trentenni e gran parte dei quarantenni del giornale in edicola se ne strafregano.
Anche molte persone di mezza età hanno smesso di acquistare il loro quotidiano.
Magari qualcuno se li scarica da Telegram o Whatsapp, dove ogni giorno dal primo mattino circolano tutti i giornali, i periodici e centinaia di inserti/collaterali comodamente consultabili tramite smartphone.
Ma si tratta di persone che non andrebbero in ogni caso in edicola.
Ergo? Repubblica, come la concorrenza, continuerà a perdere copie e lettori, a ridurre la tiratura, e poi vedremo.
Verdelli ha fatto il massimo in una situazione impossibile, gli stessi titoloni 'strillati' - che non condivido - non sono altro che uno strumento per recuperare disperatamente il lettore occasionale che magari una tantum il salto in edicola lo fa.
Ma si tratta di una missione impossibile in partenza, inutile raccontarsi palle.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
Dispiace dirlo ma è da un pezzo che Repubblica (senza articolo, grazie) ha smesso di essere sé stessa.
Onestamente, certa retorica che accompagna alcuni messaggi nel commiato al giornale di una vita suona - con rispetto parlando - abbastanza grottesca.
Un giornale poteva rappresentare una bandiera ed un punto di riferimento nel 1980, nel 1990, forse nel 2000, non certo in epoca contemporanea.
Quanto al futuro: il trend è quello che conoscete e nessuno potrà arrestarlo.
Tutti i quotidiani sono in calo continuo e costante: i ventenni, ma anche i trentenni e gran parte dei quarantenni del giornale in edicola se ne strafregano.
Anche molte persone di mezza età hanno smesso di acquistare il loro quotidiano.
Magari qualcuno se li scarica da Telegram o Whatsapp, dove ogni giorno dal primo mattino circolano tutti i giornali, i periodici e centinaia di inserti/collaterali comodamente consultabili tramite smartphone.
Ma si tratta di persone che non andrebbero in ogni caso in edicola.
Ergo? Repubblica, come la concorrenza, continuerà a perdere copie e lettori, a ridurre la tiratura, e poi vedremo.
Verdelli ha fatto il massimo in una situazione impossibile, gli stessi titoloni 'strillati' - che non condivido - non sono altro che uno strumento per recuperare disperatamente il lettore occasionale che magari una tantum il salto in edicola lo fa.
Ma si tratta di una missione impossibile in partenza, inutile raccontarsi palle.
2 commenti:
Sai Pazzo che non mi riconosco molto nella maggior parte dei commenti. Colpa mio certo, anche perché a me piaceva e piace ancora molto Calabresi e forse perché non sono mai stato di sinistra sinistra. Conservo ancora il n° 1, mia moglie è sempre stata più affezionata di me tanto da farsi regalare l'abbonamento a Repubblica per 2 anni quando eravamo in Brunei. Poi lo compravo quando eravamo in Sud Africa, quando arrivava, quindi direi che non comprare Repubblica no! Con l'eccezione della domenica per l'imposizione di comprare L'Espresso (noi adoravamo Panorama prima dell'avvento di quello là). Per carattere non ho mai sopportato i titoli urlati, cosa che mi ha anche sempre dato fastidio sulla Gazzetta. Non sono in grado di giudicare Verdelli dal lato umano, ma mi piacciono molto Altre storiedi Calabresi. Il modo e il tempo in cui è stato licenziato Verdelli è in ogni caso osceno. però mi sento ancora pesantemente orfano a causa della morte del Grande Gianni Mura a non molta distanza di quella di Vittorio Zucconi, ma finché resta Michele Serra resto anch'io. Ho scritto un po' sconclusionto ma la mia stima per te e per il tuo blog rimane immutata e continuerà.
Grazie
Sergio T
Quante casuali affinità con Sergio T. Il non essere sinistra sinistra ma nel caso mio centrosinistra. Nell'apprezzare le Altre Storie di Mario Calabresi. Nel detestare il modo in cui è stato defenestrato Carlo Verdelli. Ed infine l'ammirazione per Mura,Zucconi, Serra e senz'altro altre firme. Comunque grazie!
Massimo Negri
Posta un commento