lunedì 11 marzo 2019

La prima che non piace, la pancia di Twitter, le infografiche colorate e altre cose da non perdere.

Ha sorpreso un po' tutti qui in redazione (e non) la scelta grafica di oggi del titolone inserito nella fotona. Cose mai viste fin qui a Largo Fochetti.


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Su Twitter, solo commenti negativi all'avvento dei titoloni con calembour in prima.







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Ma su Twitter ci sono anche cose belle. Tipo la risposta del nuovo Diretùr ai nostri auguri di benvenuto.


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Restando su Twitter, sulla vicenda della richiesta di sblocco all'account di Concita de Gregorio, oggi è arrivato anche l'endorsement della republicona Arianna Finos.


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Sempre su Twitter, segnaliamo il follow di Nina Verdelli, figlia di Carlo.



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E per finire questa lunga sezione dedicata a Twitter, segnaliamo un bel tweet di Giorgia Linardi e un commento di Raffidi.



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La copertina del nuovo numero di Prima Comunicazione, acquistabile qui, è interamente dedicata al nuovo corso editoriale di Repubblica.


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Feticismi del Giorno

Per la rubrica +++ I CAMBIAMENTI DI CARLINO +++ segnaliamo l'arrivo (finalmente per alcuni) del colore nelle infografiche.






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E l'introduzione della foto all'interno degli editoriali della sezione Lettere e Commenti.



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Feticismi Arretrati

Per la (neo)rubrica +++ GLI INNESTI DI CARLINO +++ segnaliamo Simona Movilla nuovo caporedattore di RClub e l'esordio di Federico Biserni e Stefania Medetti. Mentre, per quanto riguarda Robinson, i disegni di Ilaria Vescovo. 


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Per la (neo)rubrica +++ I DISINNESTI DI CARLINO +++ riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Caro Pazzo, 

hai notato che nell'inserto RSalute non c'è più Daniela Minerva?

Lettera firmata

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L'attento Frank ci segnala che pure su Repubblica (1 marzo) non manca il titolo ispirato a QUOTA 100, che anche in questo caso è certa.

2 commenti:

Gabriele ha detto...

Le nuove infografiche non mi piacciono, poco fini, ma a quanto pare la finezza e l'eleganza della grafica di Franchi non erano molto apprezzate dai lettori quindi queste potrebbero piacere di più.
Non trovo scandaloso il titolo di apertura invece e nemmeno l'uso dei calembour basta che non diventi la norma. Mi par di ricordare che in tanti, tra i lettori, non apprezzassero la Repubblica voluta da Franchi (purtroppo), ma se non vanno bene nemmeno queste novità di Verdelli allora che vogliamo? o una cosa o l'altra. Se le scelte grafiche semplici e lo stile serio dell'ultimo restyling non hanno pagato molto è normale che la nuova direzione cerchi una via diversa.

Mario ha detto...

Personalmente, sono un po' nostalgico delle prime pagine più tradizionali, per capirci con titolo su una sola riga, corredato di occhiello e sommario, senza le orrende mega-foto o foto-notizie, e questo prescindendo se l'apertura sia più o meno compassata, sobria o al contrario urlata e aggressiva - tuttavia la sobrietà, per me, rappresenta un valore aggiunto, che denota una maggiore autorevolezza del giornale, e che, nel tempo, paga in termini di lettori e di vendite. Purtroppo (ribadisco, per come la vedo io) il nuovo corso, che sembra trasparire negli ultimi giorni, va in direzione opposta, con titolazioni che scimmiottano il Manifesto o la Gazzetta (non a caso...) e che nulla hanno a che vedere con la tradizionale impostazione grafica - e direi con la linea giornalistica - di Repubblica. Sarà pur vero che non si devono demonizzare i cambiamenti, ma qui si rischia di snaturare completamente financo l'anima di un giornale che, probabilmente, dopo quaranta e più anni, non sa più chi è e chi vuol essere.