martedì 28 maggio 2019

In memoria di Vittorio Zucconi (parte seconda).

Siamo entrati nell'archivio di Pazzo per Repubblica e in 13 anni di blog abbiamo trovato una serie di post curiosi che riguardano il caro Vittorio Zucconi.

C'è di tutto un po': refusi, scarabocchi, errori, elogi e chi più ne ha più ne metta.

Lui sarebbe contento di rileggerli.

Li leggerà. Ovunque egli sia.

Questa è la seconda parte. La prima la trovate qui.

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Innanzitutto questa foto, che ritrae Vittorio con il Feticista Supremo alla Festa di Repubblica di Bologna del giugno del 2012.




E poi, in rigoroso ordine di apparizione:

12 marzo 2012

Il citazionista.

Doppia citazione, una giusta e una sbagliata, nell'ultimo post di Zucconi su Repubblica.it. La prima frase, che mette lì come se fosse sua, è "Abbiamo incontrato il nemico e il nemico siamo noi", ed è del fumettista Walt Kelly, quello di "Pogo" (l'originale sarebbe "We have met the enemy and he is us", ma non stiamo a sindacare sulla traduzione). La seconda è, parlando di Bush, "tutto cappello e niente cavallo, come dicono in Texas". Avrà deciso che per assonanza il cavallo stava bene col cappello, ma l'originale è "All hat, no cattle", e dice che uno fa tanta scena ma la mandria non ce l'ha, ed è una cosa diversa.

Fabio P.


11 aprile 2012

Repubblica Story: l'incubo di Chernobyl.

La prima pagina di Repubblica del 30 aprile 1986 con la notizia del disastro alla centrale nucleare di Chernobyl.

Un disastro che attendeva soltanto di accadere per la pessima qualità della costruzione e della manutenzione, accade, con la fusione e l'esplosione di un obsoleto reattore nucleare nella cittadina ukraina di Chernobyl. La piuma radioattiva, prima negata e poi ammessa dai dirigenti sovietici, raggiungerà anche l'Italia, scatenando il panico che porterà alla psicosi e al rifiuto antinucleare. Chernobyl rimane la più grande catastrofe atomica della storia, da Nagasaki in poi. 

(testo di Vittorio Zucconi)



16 aprile 2012

Repubblica Story: crolla il muro di Berlino.

La prima pagina di Repubblica del 10 novembre 1989 con la notizia del crollo del muro di Berlino.

"Come un frutto marcio appeso a un albero morto" secondo la definizione di Guenther Grass, il Muro di Berlino, monumento perfetto della Guerra Fredda, crolla senza colpo ferire, segnando la fine della DDR e la liquidazione dell'ultima eredità della guerra nazifascista, la divisione della Germania. La città che aveva portato Urss e Usa più volte sul limitare della terza guerra mondiale, diviene il simbolo di quella pace mondiale che parve allora, ingannevolmente, a portata di mano.

(testo di Vittorio Zucconi)



16 aprile 2012

Repubblica Story: la guerra del golfo.

La prima pagina di Repubblica del 17 gennaio 1991 con la notizia dell'inizio della guerra nel golfo.

Sorprendendo anche gli Americani che lo avevano puntellato e aiutato nella guerra contro il grande Satana Iraniano, permettendogli le atrocità per le quali oggi è processato, Saddam Hussein inghiotte il minuscolo Kuwait, per succhiarne i giacimenti. Per il "rais" sarà l'inizio della fine. Per l'Occidente sarà l'inizio di una guerra dei 15 anni in Mesopotamia, da un Bush all'altro Bush passando per i bombardamenti in serie ordinati da Clinton, che continua.

(testo di Vittorio Zucconi)



20 aprile 2012

Un piccolo appunto a Vittorio Zucconi.

Vittorio Zucconi ha scritto un post sul suo blog e la cosa ha provocato la reazione di Luca Massaro:
In chiusa di un post molto condivisibile sul probabile mini-esodo di alcuni parlamentari pidiellini (26) che vorrebbero raggiungere la terra promessa dell'Udc, Vittorio Zucconi scrive:

Una prece per Giorgio Gaber che ebbe la Colli come moglie, anche i grandi possono sbagliare. dato che, tra quel gruppo di esodanti v'è, appunto, anche Ombretta Colli, già presidente della provincia di Milano e attuale senatrice del Popolo della Libertà.Non mi ricordo se l'ho scritto precedentemente, sicuramente mi è già capitato di dirlo, ma trovo che tirare in ballo un marito per le idee della moglie e viceversa, sia una grande cazzata. E spiace che un commentatore attento come Zucconi scivoli su queste banalità.

Al di là del fatto che è indelicato frugare nei matrimoni o nelle unioni altrui senza cadere nel più trito pettegolezzo, serve a qualcosa constatare, dalla stessa biografia di Ombretta Colli, che ella, negli anni Sessanta del Novecento, aveva idee politiche toto cœlo diverse da quelle che attualmente professa? E infine, in cosa avrebbe sbagliato Gaber se sua moglie fu una delle prime a credere nell'illusione politica berlusconiana (e una delle più longeve a crederci, tra l'altro)? Ché Gaber doveva chiedere necessariamente la separazione o il divorzio per questo? Io credo di no. Io credo che coloro che ritengono Gaber responsabile delle idee della moglie*, abbiano del matrimonio (dell'unione) una visione forzatamente religiosa, come di coloro che pensano che accompagnarsi a qualcuno nella vita significhi rinunciare alla propria individualità, alle proprie opinioni, ai propri desideri in favore dell'individualità, delle opinioni e dei desideri dell'altro. Ché Zucconi (o la moglie o la compagna) hanno rinunciato a queste cose?


1 maggio 2012

Zucconi: "Ecco come non si dovrebbe scrivere".

Vittorio Zucconi al Festival del Giornalismo di Perugia.

Cliccate qui per vedere il filmato.



8 maggio 2012

Repubblica Story: gli attentati dell'11 settembre.

Previsto e anticipato da molti servizi di sicurezza già in agosto, in un documento riservato per il Presidente, come ammise poi Condoleeza Rice, la mattina dell' 11 settembre del 2001 quattro aerei di linea sono dirottati e lanciati da un gruppo di terroristi in maggioranza sauditi, contro emblemi del potere americano. Tre raggiungono il bersaglio, un quarto si sbriciola sulle colline della Pennsylvania. Tutto cambia, da quel giorno, e le conseguenze a lungo termine dell' "effetto 9/11" restano ancora del tutto incalcolabili.

Testo di Vittorio Zucconi



11 maggio 2012

Repubblica Story: il sito di Largo Fochetti ai tempi dello tsunami in Indonesia.

Ecco come si presentava la Home Page di Repubblica ai tempi della tragedia sello tsunami in Indonesia.
Dopo una serie di disastri provocati dalla malvagità umana, madre natura solleva un maremoto nell'Oceano Indiano che consumerà centinaia di migliaia di vite in pochi minuti. Insieme con Katrina, che nel 2005 spazzerà via una città come New Orleans e il terremoto nel Pakistan, le catastrofi di origine naturale del 2004 e del 2005, sono viste da qualche predicatore allucinato come un "castigo divino" contro le nuove Sodoma e Gomorra. La realtà, più banale, è il conto che periodicamente e puntualmente la terra presenta agli insetti che brulicano sulla sua superfice e s'illudono di averla sotto controllo.

(testo di Vittorio Zucconi)



15 settembre 2012

I feticismi di GPP.

Vittorio Zucconi inizia l’articolo con una congiunzione (“Ma L’america non si ritirerà…”).
Brutta moda, nella quale è cascato anche VZ, di solito molto attento alla grammatica.
Papà Guglielmo verrà a tirargli i piedi, stanotte.



8 ottobre 2012

Osservatorio Strafalcioni.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:

Ciao Pazzo,
hai letto l'articolo di Vittorio Zucconi del 3 ottobre scorso sul duello tv delle presidenziali americane? Secondo me, nelle prime 10 righe, lo zio Vittorio ci piazza due strafalcioni pazzeschi.
Prima parla di George H. Bush, dicendo che si è giocato l'elezione del 2000 perchè non sapeva il prezzo del latte nel 2000. Quell'anno vinse sì un Bush, ma era George W. Se Zucconi si riferisce al padre, era di certo un anno diverso. Poi parla di un errore strategico di Jimmy Carter dovuto alla figlia Chelsea. Ho pensato: strano, lo stesso nome della figlia di Clinton, un'omonimia incredibile, poi guardo sul web e la figlia di Carter ha tutt'altro nome...

Ciao Alberto



8 novembre 2012

Osservatorio Errori.

Su Repubblica di oggi a pag. 35 il buon Vittorio Zucconi ha fatto vincere a Jeb Bush "il governatorato della California" (anziché della Florida).

Ringraziamo Enrico per la segnalazione



22 novembre 2012

Alla faccia di Romagnoli.

Leggete l'incipit di Vittorio Zucconi sulla prima di oggi. Non male, vero?


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Qui trovate la prima parte.

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