C'è di tutto un po': refusi, scarabocchi, errori, elogi e chi più ne ha più ne metta.
Lui sarebbe contento di rileggerli.
Li leggerà. Ovunque egli sia.
Questa è la settima e ultima parte. La prima la trovate qui, la seconda qui, la terza qui , la quarta qui, la quinta qui e la sesta qui.
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In rigoroso ordine di apparizione:
26 ottobre 2007
Vittorio Zucconi e il silicio.
Quando si vive a lungo all'estero si finisce con il parlare una strana lingua con parole nate dal mix fra l'idioma natale e quello del paese che ci ospita.
Tipo i vecchi immigrati di "Broccolino" che dicono "Prendo il carro per andare alla grosseria". Tutto questo per segnalare che lo strano disturbo alla fine ha colpito un grande (e poliglotta, per di più) come Vittorio Zucconi.
Il quale ogni volta che parla di seni rifatti dice che contengono il silicio. E questo perchè silicio in
inglese si dice silicon, e il buon Vittorio pensava ovviamente al silicone. Negli ultimi mesi lo ha fatto tre volte.
inglese si dice silicon, e il buon Vittorio pensava ovviamente al silicone. Negli ultimi mesi lo ha fatto tre volte.
Oggi parlando dei rimaneggiamenti alla Magna Carta, ha scritto che il documento è stato riscritto, manipolato ed editato. "To edit" si può tradurre come "rivedere," o anche riscrivere (esempi: montare un film si dice "to edit", e il tasto Modifica dei browser in inglese ha scritto Edit), cose che nell'ambito della frase hanno perfettamente senso. Solo che "editare" in italiano, soprattutto con quel significato, non esiste.
Fabio P.
23 ottobre 2007
Vittorio Zucconi ricasca nel vizietto dell'ammeregano.
23 ottobre 2007
Vittorio Zucconi ricasca nel vizietto dell'ammeregano.
Vittorio Zucconi l’ammeregano l’ha fatto ancora. Cioè ha tradotto alla lettera una parola inglese in italiano, utilizzandola con il significato inglese. Parlando del messaggio audio di Bin Laden ha scritto “Assumendo che il messaggio sia vero…”, traducendo dall’inglese “assuming”, che si significa “presumendo”. Assumendo invece in italiano significa un'altra cosa, a meno che Zucconi voglia dare lavoro al suddetto messaggio.
6 gennaio 2008
Primarie in Usa: Vittorio Zucconi muove il culo da Washington e va a Concord, New Hampshire.
Mentre Mario Calabresi ritorna temporaneamente acasina a New York e Zampaglione allunga il soggiorno a Des Moines, Vittorio Zucconi frega tutti e vola a Concord, New Hampshire per raccontarci umori e sensazione dei candidati alle primarie che si terranno martedì.
Finalmente Zucconi muove il culo da Washington.
9 gennaio 2008
Le vampirate cinematografiche di Vittorio Zucconi.
Vittorio Zucconi ha qualche problema con il cinema. Qualche settimana fa ha scritto che l'unico film di Michael Moore che gli era piaciuto era stato "Io e Larry" che parlava della città di Flint. Invece il film era "Io e Roger".
Chi è questo Larry? Nel megalapsus di Zucconi era probabilmente Larry (appunto) Flint, l'editore di giornali porno al centro dell'omonimo film di Milos Forman.
Oggi invece parlando di Rudy Giuliani ha scritto che somiglia all'attore Peter Cushing, che secondo lui ha interpretato Dracula, e ha parlato di vampiri per tutto il pezzo. Ma a interpretare il vampiro era Christopher Lee: Cushing era Val Helsing, il cacciatore di vampiri.
Nelle foto qui sotto Rudy Giuliani e Peter Cushing. Secondo voi si somigliano?
Ringraziamo il collaboratore Fabio P. di Bergamo per l'imbeccata.
Finalmente Zucconi muove il culo da Washington.
9 gennaio 2008
Le vampirate cinematografiche di Vittorio Zucconi.
Vittorio Zucconi ha qualche problema con il cinema. Qualche settimana fa ha scritto che l'unico film di Michael Moore che gli era piaciuto era stato "Io e Larry" che parlava della città di Flint. Invece il film era "Io e Roger".
Chi è questo Larry? Nel megalapsus di Zucconi era probabilmente Larry (appunto) Flint, l'editore di giornali porno al centro dell'omonimo film di Milos Forman.
Oggi invece parlando di Rudy Giuliani ha scritto che somiglia all'attore Peter Cushing, che secondo lui ha interpretato Dracula, e ha parlato di vampiri per tutto il pezzo. Ma a interpretare il vampiro era Christopher Lee: Cushing era Val Helsing, il cacciatore di vampiri.
Nelle foto qui sotto Rudy Giuliani e Peter Cushing. Secondo voi si somigliano?
Ringraziamo il collaboratore Fabio P. di Bergamo per l'imbeccata.
11 gennaio 2008
Hillary e la giacca fantasia trapuntata, in stile divani da Orient Express. Strepitoso Zucconi.
Strepitoso il pezzo di Vittorio Zucconi a commento del riscatto di Hillary Clinton ai danni di Barack Obama da Manchester, New Hampshire.
Ecco l'incipit del pezzo:
"Era una sconosciuta, una donna che nessuno di noi aveva mai visto prima, quella che alle 22 e 30 di martedì, indossando una giacca fantasia trapuntata in stile divani da Orient Express, è salita sul palco di un hotel del New Hampshire per annunciare una vittoria nella quale neppure lei, 24 ore prima, osava più credere."
Ed ecco la giacca in questione:
16 gennaio 2008
Zucconi svela a Markette che la settimana prossima andrà nel South Carolina per le primarie.
Piero Chiambretti ieri a Markette si è collegato con Vittorio Zucconi, in diretta da Washington, per parlare del più o del meno.
Il discorso è scivolato sulle primarie negli States e a un certo punto Chiambretti ha chiesto a Zucconi come mai non fosse andato a Detroit per il voto di ieri. Zucconi ha risposto che non voleva prendere altro freddo dopo quello patito nel New Hampshire e che sta conservando le energie per il viaggio che farà la settimana prossima quando si voterà nel South Carolina.
Chissà se manterrà la promessa.
3 febbraio 2008
Zucconi e il pezzo su Microsoft-Yahoo: un disastro totale!
Una volta giornali e giornalisti avevano archivi e materiali per le documentazioni. Oggi si fa prima ad andare su Internet e riprendere il lavoro già fatto da altri (sperando che abbiano fatto un buon lavoro) oppure i siti ufficiali. E poi tradurre. Cercando di farlo bene. Con il risultato che oggi nella doppia pagina sull’affare Yahoo!-Microsoft Repubblica scrive che Windows è stato “rilasciato” nel 1995. Era in prigione? No, è stato tradotto alla cavolo il verbo “released”, che viene usato anche per i film e indica quando un film (o un sistema operativo, in questo caso) “esce”. Per non parlare dei corrispondenti dall’America che, causa fuso orario e impossibilità di essere esperti di qualsiasi cosa, da sempre copiano in bello stile i giornali americani (e ora i siti Internet). Ma c’è sempre il problema della traduzione. Vittorio Zucconi, per esempio, si dimentica di tradurre i nomi delle città. Cosicchè nella stessa doppia pagina la capitale della Cina non viene chiamata Pechino come in italiano ma Bejing, quasi (c’è il refuso: sarebbe Beijing) come in inglese. Il grande Zucconi ieri doveva essere in bambola (quasi come chi gli ha passato il pezzo): ha scritto che il nome Yahoo “era già stato appropriato da una salsa” (uso spericolato del verbo appropriare: in quel modo in italiano proprio non esiste), e dice anche che la bolla di Internet “implose”. Una cosa implode quando la materia va verso l’interno (succede alle nebulose quando diventano stelle, per esempio): le bolle a casa mia scoppiano, quindi esplodono.
Fabio P.
10 luglio 2008
Zucconate (le chicche di Vittorio Zucconi).
Parte una nuova rubrica dal nome "Zucconate", che raccoglie le chicche dell'inviato "ammerigano" Vittorio Zucconi.
Oggi Zucconi parla dell'I-Phone:
"In una tavoletta di 10 centimetri per sei, per lo spessore e il peso di una merendina da asilo..."
Per leggere tutto il pezzo, cliccate qui.
Oggi Zucconi parla dell'I-Phone:
"In una tavoletta di 10 centimetri per sei, per lo spessore e il peso di una merendina da asilo..."
Per leggere tutto il pezzo, cliccate qui.
16 settembre 2008
Berlusconi, Zucconi e gli ex ragazzi ulivisti.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
"Caro Feticista, è passata inosservata anche a te qualche giorno fa, il 10, questa letterina alla rubrica della posta di Zucconi sul sito di Repubblica, che invece secondo me è interessantissima per lucidità e chiarezza
SE INDIETREGGIO, SUICIDATEMI
Bentornato direttore!
Parlo in nome e per conto di un nutrito gruppo di ex ragazzi ulivisti (vicini ai sessanta ma sempre pronti a essere infinocchiati) che leggono costantemente la Repubblica. Ho la strana sensazione che la linea del giornale sia stata orientata a far cadere Berlusconi con le minchiate.
Legga i titoli: ci sono almeno tre rivolte al giorno (i consumatori, le hostess, i conciapelli, ecc.), una stangata (luce, acqua, camomilla, ecc), un 'bruciati 170 miliardi' ma mai riguadagnati quando la borsa sale, un 'governo spaccato in due' per ogni esternazione di ignoto portaborse, per non parlare dell'immancabile 'è polemica' su ogni provvedimento proposto dalla maggioranza. Lei che può e conosce, dovrebbe consigliare al caro Ezio Mauro e, di conversa, al povero Walter che Berlusconi va contrastato con incisività e metodo su argomenti importanti e drammatici (non mancano...), e che la politica della lamentela quotidiana non funziona. Anzi alla fine ci fanno diventare simpatici anche Calderoli e la Gelmini.
Mi saluti la simpatica Zanna bianca Palin quando la incontra nelle battute di caccia nello Yukon..
Guido Scrocca
E questa è la risposta di Zucconi
Come tutti i governi nella storia d'Italia (quello di Mussolini compreso, deposto dal Gran Consiglio) anche questo, se cadrà, cadrà per contrasti interni alla maggioranza che lo regge. Nessuna opposizione, e tanto meno nessun giornale, hanno mai fatto cadere un governo italiano che non si fosse già sparato in bocca.
Risposta che risponde solo in parte. Anzi, secondo me il senso della lettera di Scrocca è chiaro e, almeno per quanto mi riguarda, ultra-condivisbile:
Repubblica, che amo e continuo a leggere, ormai più che informazione fa emozione, anzi emotività, che è pure peggio. E cerca sempre scandali e polemiche."
"Caro Feticista, è passata inosservata anche a te qualche giorno fa, il 10, questa letterina alla rubrica della posta di Zucconi sul sito di Repubblica, che invece secondo me è interessantissima per lucidità e chiarezza
SE INDIETREGGIO, SUICIDATEMI
Bentornato direttore!
Parlo in nome e per conto di un nutrito gruppo di ex ragazzi ulivisti (vicini ai sessanta ma sempre pronti a essere infinocchiati) che leggono costantemente la Repubblica. Ho la strana sensazione che la linea del giornale sia stata orientata a far cadere Berlusconi con le minchiate.
Legga i titoli: ci sono almeno tre rivolte al giorno (i consumatori, le hostess, i conciapelli, ecc.), una stangata (luce, acqua, camomilla, ecc), un 'bruciati 170 miliardi' ma mai riguadagnati quando la borsa sale, un 'governo spaccato in due' per ogni esternazione di ignoto portaborse, per non parlare dell'immancabile 'è polemica' su ogni provvedimento proposto dalla maggioranza. Lei che può e conosce, dovrebbe consigliare al caro Ezio Mauro e, di conversa, al povero Walter che Berlusconi va contrastato con incisività e metodo su argomenti importanti e drammatici (non mancano...), e che la politica della lamentela quotidiana non funziona. Anzi alla fine ci fanno diventare simpatici anche Calderoli e la Gelmini.
Mi saluti la simpatica Zanna bianca Palin quando la incontra nelle battute di caccia nello Yukon..
Guido Scrocca
E questa è la risposta di Zucconi
Come tutti i governi nella storia d'Italia (quello di Mussolini compreso, deposto dal Gran Consiglio) anche questo, se cadrà, cadrà per contrasti interni alla maggioranza che lo regge. Nessuna opposizione, e tanto meno nessun giornale, hanno mai fatto cadere un governo italiano che non si fosse già sparato in bocca.
Risposta che risponde solo in parte. Anzi, secondo me il senso della lettera di Scrocca è chiaro e, almeno per quanto mi riguarda, ultra-condivisbile:
Repubblica, che amo e continuo a leggere, ormai più che informazione fa emozione, anzi emotività, che è pure peggio. E cerca sempre scandali e polemiche."
3 ottobre 2008
Barbecue amari
Oggi Vittorio Zucconi (direttore di Repubblica.it) risponde a un lettore: "Se lei sapesse in quali condizioni mandiamo avanti il nostro giornale online (...) Lavoriamo "on a string"".
Va bene, d'accordo, tutto quello che vuoi, e saremmo anche curiosi di sapere come sono queste condizioni. Però quando si cercano fotografie per corredare gli articoli, bisognerebbe fare qualcosa di di più che andare su Google Immagini. Altrimenti ecco il risultato: la foto apparsa un paio di giorni fa a corredo della notizia "Il Barbecue inquina più dell'auto", e precipitosamente ritirata quando qualcuno l'ha guardata più da vicino.
Diciamolo: una foto un po' del c....
Fabio P.
1 dicembre 2008
Obama: l'idea dell'abbronzato non è di Berlusconi ma di Zucconi.
Abbiamo trovato sul blog Pensieri Convulsi, questo post risalente al 13 novembre scorso:
Come sempre quando si vuol fare i politically correct... si finisce per fare la figura degli ipocriti....
da "Italia Oggi": Vittorio Zucconi, grande firma de la Repubblica, è un timido che rinuncia ai suoi exploit, persino quando gli vengono copiati da Silvio Berlusconi. Infatti nel sito de la Repubblica del 31 ottobre, nello speciale elezioni Usa (per verifica: http://elezioni-usa-2008.blogautore.repubblica.it/2008/10/31/piu-sondaggi-per-tutti/)Zucconi scriveva: «I commentatori che calcolavano il margine di vittoria del senatore abbronzato e la batosta della Fata turchina dei ghiacciai, ora non si fidano dei sondaggi». Invece, fidandosi de la Repubblica e di Zucconi, Berlusconi, una settimana dopo, il 6 novembre, ha ri-usato il termine abbronzato e la Repubblica ha tirato giù il mondo. Evidentemente non vuole essere copiata. Lo dica, però.
Come sempre quando si vuol fare i politically correct... si finisce per fare la figura degli ipocriti....
da "Italia Oggi": Vittorio Zucconi, grande firma de la Repubblica, è un timido che rinuncia ai suoi exploit, persino quando gli vengono copiati da Silvio Berlusconi. Infatti nel sito de la Repubblica del 31 ottobre, nello speciale elezioni Usa (per verifica: http://elezioni-usa-2008.blogautore.repubblica.it/2008/10/31/piu-sondaggi-per-tutti/)Zucconi scriveva: «I commentatori che calcolavano il margine di vittoria del senatore abbronzato e la batosta della Fata turchina dei ghiacciai, ora non si fidano dei sondaggi». Invece, fidandosi de la Repubblica e di Zucconi, Berlusconi, una settimana dopo, il 6 novembre, ha ri-usato il termine abbronzato e la Repubblica ha tirato giù il mondo. Evidentemente non vuole essere copiata. Lo dica, però.
12 dicembre 2008
La solitudine dei refusi primi. Atto primo.
Andrea G. ci segnala che:
"Nella pagina del video sui consigli dei libri per Natale, si legge che Vittorio Zucconi consiglia il libro "la Solitudine dei numeri primi" di Andrea Giordano. Peccato che il giovane vincitore del premio Strega si chiami Paolo...
Il refuso è stato già corretto, ma la foto catturata da Andrea ci rivela l'errore.
"Nella pagina del video sui consigli dei libri per Natale, si legge che Vittorio Zucconi consiglia il libro "la Solitudine dei numeri primi" di Andrea Giordano. Peccato che il giovane vincitore del premio Strega si chiami Paolo...
Il refuso è stato già corretto, ma la foto catturata da Andrea ci rivela l'errore.
16 gennaio 2009
L'ammaraggio del campo di calcio.
Problema: Vittorio Zucconi scrive che l’aereo ammarato nel fiume Hudson era lungo 40 metri e largo “più di un campo di calcio”. Visto che la larghezza media di un campo di calcio secondo i regolamenti Fifa è di circa 65 metri (45 minimi, 90 massimi) e quindi l’aereo sarebbe molto più largo che lungo, e visto che l’infografica nella pagina a fianco ci dice invece che l’aereo era lungo 35,57 metri e largo 34,10, serve con urgenza calcolare come sono fatti i campi da calcio che frequenta Vittorio Zucconi.
Fabio P.
Fabio P.
21 gennaio 2009
L'ultimo refuso dell'era Bush. E il primo dell'era Obama.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
"Ciao, ti segnalo un bel refuso nella prima pagina del 19 gennaio, nel titolo del pezzo a firma di Zucconi: "Bush, ultima notte all Casa Bianca".
Capisco che i correttori di bozze sono i primi ad essere "tagliati" in tempi di crisi, ma almeno i titoli della prima pagina (come tutti del resto) andrebbero letti un paio di volte prima di andare in stampa... :)
Complimenti per il blog, ciao!"
Alberto F., Merate (LC)
"Ciao, ti segnalo un bel refuso nella prima pagina del 19 gennaio, nel titolo del pezzo a firma di Zucconi: "Bush, ultima notte all Casa Bianca".
Capisco che i correttori di bozze sono i primi ad essere "tagliati" in tempi di crisi, ma almeno i titoli della prima pagina (come tutti del resto) andrebbero letti un paio di volte prima di andare in stampa... :)
Complimenti per il blog, ciao!"
Alberto F., Merate (LC)
22 gennaio 2009
Lapsus lincolniano.
Su Repubblica di ieri c'è un articolo a firma Vittorio Zucconi. In un passaggio si dice: Questo senso di un capovolgimento della clessidra, della riapertura a un mondo che l' angoscia delle Torri Gemelle aveva sbarrato nell' unilateralismo bushista e nella seduzione della forza è quello che ha portato ieri forse due milioni di persone lungo i tre chilometri della spianata fra il Congresso e il mausoleo di Lenin. Lapsus freudiano? Il mausoleo di Lenin è a Mosca. A Washington c'è semmai il mausoleo di Lincoln.
Geppo
20 marzo 2009
The Zucconi Show.
Bisognerà spiegare a Vittorio Zucconi, che vive in America da decenni, che la trasmissione di Jay Leno di cui ha scritto oggi e che esiste da decenni anche lei si chiama “The tonight show” e non “Late Night show”. Che è invece quella (peraltro identica) che va in onda subito dopo, era stata creata da Letterman ed è oggi condotta da Jimmy Fallon.
Fabio P.
22 aprile 2009
Zucconate.
Vittorio Zucconi, corrispondente dagli Usa per Repubblica, ha spesso il vizio di tradurre un po' creativamente i termini inglesi. E anche stavolta ci è ricascato. Nell'articolo di martedì 21 aprile a pag. 9, intitolato "Stop al regno delle credit card, così gli Usa si scoprono europei", traduce l'imperativo "charge it!" con "me lo carichi sulla carta". Una traduzione quanto meno bizzarra, visto che si parla di carte di debito: "(ri)caricare" indica piuttosto l'aggiunta di denaro. La traduzione esatta è "me lo addebiti sulla carta".
Geppo
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Qui trovate la prima parte, qui la seconda, qui la terza, qui la quarta, qui la quinta e qui la sesta.
Fabio P.
22 aprile 2009
Zucconate.
Vittorio Zucconi, corrispondente dagli Usa per Repubblica, ha spesso il vizio di tradurre un po' creativamente i termini inglesi. E anche stavolta ci è ricascato. Nell'articolo di martedì 21 aprile a pag. 9, intitolato "Stop al regno delle credit card, così gli Usa si scoprono europei", traduce l'imperativo "charge it!" con "me lo carichi sulla carta". Una traduzione quanto meno bizzarra, visto che si parla di carte di debito: "(ri)caricare" indica piuttosto l'aggiunta di denaro. La traduzione esatta è "me lo addebiti sulla carta".
Geppo
Qui trovate la prima parte, qui la seconda, qui la terza, qui la quarta, qui la quinta e qui la sesta.
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