giovedì 11 febbraio 2021

Coronavirus Story - Cronistoria del COVID19 sulle pagine di Repubblica (diciottesima parte - 19, 20, 21 marzo 2020).

La prima parte la trovate qui. La seconda quiLa terza quiLa quarta quiLa quinta quiLa sesta qui. La settima quiL'ottava qui. La nona quiLa decima quiL'undicesima quiLa dodicesima quiLa tredicesima quiLa quattordicesima quiLa quindicesima quiLa sedicesima quiLa diciassettesima qui.

Repubblica del 19 marzo 2020

La prima pagina. 

Ancora bellissima, nella sua drammaticità. Trasmette energia positiva. Sarà tutto quell'arancione e sarà pure quel Bucchi simbolico. 

Da verificare se è la sua prima volta in prima. 

Riecco il Diario dalla quarantena di Paolo Rumiz.


La doppia d'apertura. 

"State a casa" urla il titolone arancione di verdelliana memoria. 

In 24 ore più morti della Cina. Pezzi di Sandro De Riccardis, Alessandra Corica, Tommaso Ciriàco e Alessandra Ziniti. 

Il punto lo fa Gabriele Isman.


Il bergamasco Paolo Berizzi va a Brescia dove "un morto su 7 è qui. L'11 settembre della nostra città ".

E a proposito di Bergamo ieri c'è stato il dolorosissimo rito dei camion militari che portano via le bare. 

Foto che entrerà nella storia.



La fotografia del contagio regione per regione. 

E un bel pezzo di Maurizio Crosetti che raccoglie una selezione di tipiche scuse di chi va a spasso nonostante i divieti.



"Dalla mia Trieste vedo l'Europa in ginocchio". 

Il secondo capitolo del Diario dalla quarantena di Paolo Rumiz. Quanto ci manca. 

L'esordio della rubrica di Riccardo Luna "Vero o falso" sulle presunte bufale sul Covid che girano in rete.



Oggi in Argentina tutti i giornali sono usciti con la stessa prima pagina: «Al virus lo frenamos entre todos», il virus lo fermiamo tutti insieme. Iniziative molto bella.

E poi una HomePage significativa che entrerà nella storia.



E la scuola, come va? 

Nel pezzo di Corrado Zunino si parla di un altro mese prima di tornare in aula... sappiamo com'è finita...

Riccardo Luna invece ci racconta tutte le app minuto per minuto, da Zoom a Skype, da Facetime a Houseparty.


Repubblica del 20 marzo 2020

La prima pagina. 

Che sarebbe piaciuta tanto a Cesare Zavattini. E che piacerà un po' meno ai non milanesi. In ogni caso, c'è tutta la forza del direttore meneghino Carlo Verdelli. Considerato anche che Repubblica è un giornale "de Roma".



Oggi 21 paginate (nuovo record), ieri 20 altroieri 19. 

Rialzo dei TITOLONI arancioni: oggi 11. Ieri e altroieri 9. 

Prosegue il boom di republicones impegnati: 31 (record) inclusi i collaboratori. Ieri 30 altroieri 28. 

Situazione estrema.

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La doppia di apertura. "Più morti che in Cina" recita il titolone. E c'è un allarme Lombardia: "Dobbiamo prepararci all'onda" pezzo di Elena Dusi.

Michele Bocci intervista Massimo Galli. 

Pezzullo di Paolo Griseri.

Il punto lo fa Brera.


"Ora la Lombardia conta gli stessi morti che fece la tragedia del Vajont nel '63: e il simbolo della diga che deve tenere è ciò che spiega meglio di altro il momento che stiamo vivendo." 

Il dramma di Milano nelle parole di Piero Colaprico.



Nuovo drammatico reportage da Bergamo dell'autoctono Paolo Berizzi. 

Siamo vicini al dolore di Paolo che anziché essere in giro a presentare il suo L'educazione di un fascista, è costretto a firmare articoli che non avrebbe mai voluto scrivere.


Un tweet apocalittico ma non troppo di Maurizio Crosetti. 

E poi. 

Chi meglio di Michele Smargiassi poteva commentare l'angosciante immagine della colonna di camion militari che portano via da Bergamo le bare dei morti?



Le vignette di ellekappa e Mauro Biani

E il bellissimo racconto del "parigino" Bernardo Valli. Accipicchia quanto ci manca il nostro pioniere!!!




Dal Paziente 1 agli Zero Pazienti. 

Giampaolo Visetti racconta il mese di Mattia, il paziente 1 di Codogno: "Ho tenuto duro solo per vedere nascere mia figlia"

E il pechinese Filippo Santelli racconta il primo giorno senza contagiati di Wuhan.



E Internet ce la farà? 

Comincia a manifestarsi la preoccupazione che la rete digitale non riesca più a supportare le connessioni. Netflix nel mirino (pezzo di
Jaime D'Alessandro). 

Melania Mazzucco e Daria Bignardi protagoniste di #lecosechestoimparando.



Un'altra a piccola vittoria di PPR: dopo aver segnalato la difficile fruizione della mappa dei contagi nel mondo, oggi Rep propone un restyling decisamente più chiaro e meno confuso della mappa. 

Ma la fissazione dei planisferi non finirà mai nei giornali.


Oggi sui siti spagnoli e 
americani si leggono le stesse cose che si leggevano sul sito di Repubblica dieci giorni fa. 

 Oggi a me domani a te.



Osservatorio Erroracci Meneghini 

Sulla prima del dorso milanese si parla del triste record dei 2.000 morti lombardi e si fa cenno al Vajont e del "crollo della diga nel '63". 

Ma nella tragedia del Vajont la diga non è crollata...

A margine.

E' credenza comune pensare che sia "crollata la diga"; quando passi da Longarone e vedi la diga ancora in piedi la prima domanda che ti fai è: "Ma non era crollata?". Se poi approfondisci l'argomento scopri quanto sia davvero inquietante quello che è successo.

Paolo Riccardi su Twitter


I contagi aggiornati alla mezzanotte di ieri e la Home Page di Repubblica con la notizia della chiusura di New York.



In epoca di Coronavirus l'inserto Weekend riduce la foliazione: solo 5 pagine. Intervista a Cesare Cremonini, i maghi del riordino in casa e la ginnastica casalinga a chilometro zero. 

Giusto così.



Repubblica del 21 marzo 2020

Oggi è il giorno in cui è morto Gianni Mura. RIP 

La prima. Da collezione, purtroppo. La cosa più drammatica è quel chilometrico e inedito sommarione. La luce in fondo al tunnel sono quei pochi cm quadrati in basso dedicati a Robinson.


Oggi 18 paginate, ieri erano 21 (record), l'altroieri 20. Ma rialzo dei TITOLONI arancioni: oggi 13. Ieri 11 e altroieri 9. 

Repubblica sta facendo un lavoro incredibile, straordinario. Le grandi tragedie di una nazione affinano le menti.

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Oggi in prima Francesco Merlo gioca a scacchi con la morte. E con un titolo pieno zeppo di pathos, forse troppo. Ma che spiega perfettamente ciò che sta accadendo al mondo intero.



La doppia di apertura. 

Comincia la rumba dei divieti (Ziniti). Conte dà carta bianca ai governatori sulle chiusure (Ciriàco). Gaetani fa la cronistoria dell'epidemia a un mese dal primo contagiato di Lodi. 

Il Punto lo fa Gabriele Isman.



"Di colpo si arrende anche New York". 

Così l'amerikano Federico Rampini sulla città dove vive da anni. 

E Luca Fraioli ci spiega il "modello Corea del Sud", paese che ha limitato i contagi con tamponi mirati e controlli sugli spostamenti.



Perché si muore in Lombardia? 

Giampaolo Visetti tenta di darci una risposta. E ci riesce benissimo. 

E le mascherine? Prezzi gonfiati e sistema in tilt, tra sciacalli e burocrati (Foschini-Mensurati-Tonacci).


Il bel reportage di Brunella Giovara tra i bambini milanesi a caccia dei loro "attimi di felicità". 

Sport: i Giochi (olimpici) d'azzardo. A Tokyo sono ancora convinti che le gare si terranno, nonostante il virus (Chiusano-Pinci-Sisti).



La vignetta di ellekappa. 

E il simpatico pezzullo di Bartez, al secolo Stefano Bartezzaghi, che lancia il suo vocabolario al tempo della crisi.



Paolo Berizzi sospende i reportage da Bergamo e firma un pezzo a 4 mani con l'altro Paolo (Griseri) su Atalanta-Valencia, possibile detonatore del contagio. 

Enrico Currò intervista Kike Mateu, giornalista spagnolo al seguito del Valencia.



Dopo circa un anno, lo stesso Kike Mateu ci risponde così su Twitter.


Il formidabile racconto di Matteo Marano su Tokyo 2020 Olimpiadi perduta. 
Un'ossessione che il Giappone sta vivendo nuovamente dopo quella del 1940. 

E un avviso a pagamento di Giorgio Armani con la lettera a tutti gli operatori sanitari.


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