Repubblica del 19 marzo 2020
Da verificare se è la sua prima volta in prima.
Riecco il Diario dalla quarantena di Paolo Rumiz.
"State a casa" urla il titolone arancione di verdelliana memoria.
In 24 ore più morti della Cina. Pezzi di Sandro De Riccardis, Alessandra Corica, Tommaso Ciriàco e Alessandra Ziniti.
Il punto lo fa Gabriele Isman.
E a proposito di Bergamo ieri c'è stato il dolorosissimo rito dei camion militari che portano via le bare.
Foto che entrerà nella storia.
E un bel pezzo di Maurizio Crosetti che raccoglie una selezione di tipiche scuse di chi va a spasso nonostante i divieti.
Il secondo capitolo del Diario dalla quarantena di Paolo Rumiz. Quanto ci manca.
L'esordio della rubrica di Riccardo Luna "Vero o falso" sulle presunte bufale sul Covid che girano in rete.
Oggi in Argentina tutti i giornali sono usciti con la stessa prima pagina: «Al virus lo frenamos entre todos», il virus lo fermiamo tutti insieme. Iniziative molto bella.
E poi una HomePage significativa che entrerà nella storia.
Nel pezzo di Corrado Zunino si parla di un altro mese prima di tornare in aula... sappiamo com'è finita...
Riccardo Luna invece ci racconta tutte le app minuto per minuto, da Zoom a Skype, da Facetime a Houseparty.
Oggi 21 paginate (nuovo record), ieri 20 altroieri 19.
Rialzo dei TITOLONI arancioni: oggi 11. Ieri e altroieri 9.
Prosegue il boom di republicones impegnati: 31 (record) inclusi i collaboratori. Ieri 30 altroieri 28.
Situazione estrema.
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La doppia di apertura. "Più morti che in Cina" recita il titolone. E c'è un allarme Lombardia: "Dobbiamo prepararci all'onda" pezzo di Elena Dusi.
Michele Bocci intervista Massimo Galli.
Pezzullo di Paolo Griseri.
Il punto lo fa Brera.
Il dramma di Milano nelle parole di Piero Colaprico.
Nuovo drammatico reportage da Bergamo dell'autoctono Paolo Berizzi.
Siamo vicini al dolore di Paolo che anziché essere in giro a presentare il suo L'educazione di un fascista, è costretto a firmare articoli che non avrebbe mai voluto scrivere.
E poi.
Chi meglio di Michele Smargiassi poteva commentare l'angosciante immagine della colonna di camion militari che portano via da Bergamo le bare dei morti?
Le vignette di ellekappa e Mauro Biani.
E il bellissimo racconto del "parigino" Bernardo Valli. Accipicchia quanto ci manca il nostro pioniere!!!
Giampaolo Visetti racconta il mese di Mattia, il paziente 1 di Codogno: "Ho tenuto duro solo per vedere nascere mia figlia".
E il pechinese Filippo Santelli racconta il primo giorno senza contagiati di Wuhan.
Comincia a manifestarsi la preoccupazione che la rete digitale non riesca più a supportare le connessioni. Netflix nel mirino (pezzo di
Jaime D'Alessandro).
Jaime D'Alessandro).
Melania Mazzucco e Daria Bignardi protagoniste di #lecosechestoimparando.
Un'altra a piccola vittoria di PPR: dopo aver segnalato la difficile fruizione della mappa dei contagi nel mondo, oggi Rep propone un restyling decisamente più chiaro e meno confuso della mappa.
Ma la fissazione dei planisferi non finirà mai nei giornali.
Oggi a me domani a te.
Sulla prima del dorso milanese si parla del triste record dei 2.000 morti lombardi e si fa cenno al Vajont e del "crollo della diga nel '63".
Ma nella tragedia del Vajont la diga non è crollata...
A margine.
Paolo Riccardi su Twitter
Giusto così.
Repubblica del 21 marzo 2020
La prima. Da collezione, purtroppo. La cosa più drammatica è quel chilometrico e inedito sommarione. La luce in fondo al tunnel sono quei pochi cm quadrati in basso dedicati a Robinson.
Oggi 18 paginate, ieri erano 21 (record), l'altroieri 20. Ma rialzo dei TITOLONI arancioni: oggi 13. Ieri 11 e altroieri 9.
Repubblica sta facendo un lavoro incredibile, straordinario. Le grandi tragedie di una nazione affinano le menti.
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Oggi in prima Francesco Merlo gioca a scacchi con la morte. E con un titolo pieno zeppo di pathos, forse troppo. Ma che spiega perfettamente ciò che sta accadendo al mondo intero.
La doppia di apertura.
Comincia la rumba dei divieti (Ziniti). Conte dà carta bianca ai governatori sulle chiusure (Ciriàco). Gaetani fa la cronistoria dell'epidemia a un mese dal primo contagiato di Lodi.
Il Punto lo fa Gabriele Isman.
Così l'amerikano Federico Rampini sulla città dove vive da anni.
E Luca Fraioli ci spiega il "modello Corea del Sud", paese che ha limitato i contagi con tamponi mirati e controlli sugli spostamenti.
Giampaolo Visetti tenta di darci una risposta. E ci riesce benissimo.
E le mascherine? Prezzi gonfiati e sistema in tilt, tra sciacalli e burocrati (Foschini-Mensurati-Tonacci).
Il bel reportage di Brunella Giovara tra i bambini milanesi a caccia dei loro "attimi di felicità".
Sport: i Giochi (olimpici) d'azzardo. A Tokyo sono ancora convinti che le gare si terranno, nonostante il virus (Chiusano-Pinci-Sisti).
E il simpatico pezzullo di Bartez, al secolo Stefano Bartezzaghi, che lancia il suo vocabolario al tempo della crisi.
Paolo Berizzi sospende i reportage da Bergamo e firma un pezzo a 4 mani con l'altro Paolo (Griseri) su Atalanta-Valencia, possibile detonatore del contagio.
Enrico Currò intervista Kike Mateu, giornalista spagnolo al seguito del Valencia.
Dopo circa un anno, lo stesso Kike Mateu ci risponde così su Twitter.
E un avviso a pagamento di Giorgio Armani con la lettera a tutti gli operatori sanitari.
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