giovedì 7 febbraio 2008

Gabriele Romagnoli va a p. anche ad Amsterdam.



Gran pezzo oggi su Repubblica di Gabriele Romagnoli da Amsterdam.

Amsterdam va in piazza
per il quartiere a luci rosse
di GABRIELE ROMAGNOLI


AMSTERDAM - Il simbolo della protesta non è dei più eleganti: un organo genitale maschile che, come dire, s'ammaina. Ma dietro la marcia in programma stasera alle 7 in quel che resta del quartiere a luci rosse di Amsterdam è in gioco davvero la bandiera della città. Per che cosa si vuole che venga visitata: per le donne in vetrina e gli spinelli liberi nei caffè o per le nuove boutique e i futuri boutique hotel sul canale?
Più in generale: il Nord Europa deve poter mantenere delle oasi di ultra tolleranza (come questa, Christiania a Copenhagen, i bordellodromi di Amburgo e Anversa) o spazzarle via col vento della purezza che trasporta il polline del nuovo affarismo?

La risposta soffia in questo reticolo di strade famose in tutto il mondo. Se non esistessero, Amsterdam sarebbe una piccola Venezia o una grande Bruges. Di sicuro attirerebbe turisti con l'età media di quelle città e non di vent'anni più giovani. Eppure qualcosa sta cambiando, e molto in fretta. I media di tutto il mondo hanno pubblicizzato l'operazione di "bonifica" avviata dal Comune. Più che il sindaco Job Coehn, a volerla è stato il suo giovane vice, Loodewijck Asscher, fresco di studi giuridici negli Stati Uniti e, va da sè, di colloqui con Rudy Giuliani.

Il colpo pubblicitario è stata la "riconversione" di 17 vetrine, per cominciare. Prima esponevano ragazze, ora abiti. Lo slogan è: "Compra il vestito, non la donna". Peccato non si possa fare: non sono negozi, solo show room bonsai, minuscoli come i bugigattoli delle prostitute. Degli stilisti in mostra, nessuno è di Amsterdam. I capi che hanno creato per l'occasione flirtano con l'assurdo: per gli uomini lo smoking confina con la divisa da arbitro, per le donne compare sul busto una maschera da clown.

L'accostamento tra questi manichini e le signore della porta accanto in bikini di lamè non manca di una imperturbata continuità. La cifra ufficiale dell'affare è: 15 milioni di euro per 51 vetrine. Quella ufficiosa, fornita dagli organizzatori della protesta: 26 milioni per 17 palazzi che ne valevano la metà. Paga il Comune, affitta gratis, esentasse e regala anche la luce. Curiosamente, il venditore è unico: si chiama Charles Geerts, incensurato, nessuna condanna e molti processi, come gli imprenditori di maggior successo sul pianeta. Anche dietro l'acquisto c'è una sola società immobiliare: NV Stadsgoed.

Il progetto è un film già visto. Via le bettole e avanti gli hotel a cinque stelle. Saluti alle ragazze e benvenuti quelli che possono permettersi monolocali sul canale a canoni stile Parigi e Londra. Asscher dice che vuole portare Amsterdam nella "top five" della capitali d'Europa, il primo passo è allineare i prezzi. Oggi uno spinello costa 4 euro, un po' di sesso 50, una camera con vista al "Royal Taste" (Gusto Regale) 120.

Via le prime due offerte, la terza tariffa può raddoppiare. Il problema è che Jon Broers, il proprietario, non può fare lo stesso con le stelle del suo albergo. Per questo è diventato l'organizzatore della protesta. A vederlo è un gentleman che ha passato la sessantina e molto altro. E' in affari qui da quarant'anni e quando dice affari non fa giri di parole: "Le camere, il bar, le ragazze: tutto legittimo". E' il capitano della barca che affonda, ma prova di tutto per non lasciarla sparire nel canale. Mostra un poster che verrà affisso nella notte. Il fotomontaggio è stato realizzato al computer: il vicesindaco Asscher, in auto, si sporge al finestrino per contratta con una ragazza di strada. La didascalia dice, più o meno: "E' questo che vuoi?".

Il concetto di Broers è semplice: la prostituzione c'è sempre stata e sempre ci sarà, a Amsterdam esistono 8mila professioniste, di cui soltanto mille in questa zona, non se ne andranno, semplicemente si sposteranno. L'effetto, sostiene, non sarà impedire il "traffico di schiave del sesso", come lo chiamano, ma deviarlo e alzare i valori immobiliari. Ogni fazione ha un sondaggio che dimostra l'appoggio della maggioranza dei cittadini. Ma le domanda erano diverse: "Siete a favore del commercio sessuale?" "Noooo!", "Volete salvare lo storico quartiere a luci rosse?" "Siiii!".

Stasera cominceranno a contarsi davvero. Assicurata la presenza di tutti gli esercenti, dei dipendenti che stanno per perdere il lavoro (150 soltanto a "Casa Rosso", senza troppo indagare sulle loro mansioni). E le ragazze? Chiuderanno bottega, ma non parteciperanno. Una di loro, Paloma, lo dice con un sorriso: "Sono venuta qui proprio per non battere le strade".


(7 febbraio 2008) - La Repubblica

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