Era il 6 gennaio del 1989
'TOMBOLA' E ARRIVA LA FINANZA
LUCCA
Parrocchie, circoli di paese o bische clandestine? La gente è disorientata, da qualche tempo ha anche paura. Giocare a tombola il sabato sera, nei paesi di campagna, è una tradizione: mille lire una cartella e si vincono prosciutti, salami, buste di caffè. Con quel rettangolo di carta in mano nessuno si era mai sentito fuorilegge. Il gioco è semplicemente un modo per passare il tempo in compagnia, meglio che davanti alla televisione. Ma per i pensionati e le casalinghe della Lucchesia al brivido della cinquina da qualche tempo si è aggiunto quello della retata. Insieme al numero fortunato, la sorte può portare la Finanza: agenti in borghese entrano all' improvviso dalla porta della sala parrocchiale o del circolo sportivo e bloccano le uscite. La gente si spaventa, qualcuno tenta di fuggire, nel caos i finanzieri chiedono ai giocatori i documenti e registrano i dati anagrafici. Per gli organizzatori della tombola scatta la denuncia in pretura: se saranno condannati pagheranno una multa che va da trecentomila lire a un milione e mezzo. Era accaduto l' anno scorso a S. Cassiano a Vico e S. Angelo in Campo, due paesini ai margini di Lucca, è successo di nuovo a dicembre in un circolo Endas di Guamo, una frazione del Comune di Capannori. Duecento persone per lo più anziani, donne e ragazzini sono state identificate e schedate, i responsabili del circolo denunciati. E la polemica, sopita nella distrazione dell' estate, si riaccende. La gente protesta, non capisce. Per affermare il diritto alla tombola è nato persino un Comitato per la difesa del gioco popolare che si propone, con l' appoggio del senatore democristiano Mauro Favilla, di portare in Parlamento una proposta di modifica delle vecchie norme di divieto. Ma poi la tombola è davvero un gioco d' azzardo? E se anche lo fosse perché la Finanza si accanisce contro chi evade poche migliaia di lire, spesso in buona fede? Ma soprattutto perché solo a Lucca ciò avviene con tanta insistenza? Dalle strade di paese questi angosciosi quesiti sono rimbalzati ai microfoni della Rai. Da chiamate Roma 3131 ieri mattina l' intendente di Finanza di Lucca Mario Cricca ha spiegato a tutta Italia i termini della questione. La tombola è, in effetti, uno dei giochi proibiti dal Testo unico di pubblica sicurezza del 1931 insieme ai dadi, la roulette, la morra, e via scommettendo. Chi lo organizza in locali pubblici senza l' autorizzazione dell' intendenza di Finanza viola la legge speciale del ' 39 sul lotto pubblico, non pagando la tassa del 20 per cento su premi e incassi evade il fisco. Accade poi che il valore dei premi sia inferiore, a volte di molto, all' incasso per la vendita delle cartelle: in questo caso c' è chi ci guadagna, organizzare tombole potrebbe diventare un' attività redditizia e come tale punibile in quanto gioco d' azzardo. Il codice penale vieta infatti il gioco a fini di lucro. Il problema si fa complesso. In effetti, nei casi delle tombole nelle parrocchie e nei circoli di paese, l' autorità potrebbe chiudere un occhio: giocano tutti, hanno sempre giocato ed è difficile pensare a pensionati e casalinghe in malafede. Ma ci sono delle norme da far rispettare, è una questione di principio. E poi di fronte alle denunce c' è poco da fare. Riceviamo segnalazioni quasi ogni giorno dice con un certo rammarico il dottor Mario Cricco, che non vorrebbe passare alla storia come l' intendente della tombola e sappiamo perfettamente che ci sono luoghi dove regolarmente, ogni giovedì sabato e domenica si gioca a tombola. Di fronte alle denunce non possiamo non intervenire. Ma chi può sentirsi danneggiato o offeso dai vicini che sperano nella cinquina? Le segnalazioni sono per lo più anonime, circola voce però che a chiamare la Finanza siano spesso i commercianti di paese: con tutti quei prosciutti in palio, nessuno compra più. Sotto le feste poi sono anche calate a picco le vendite di panettoni e torroni. Da parte nostra precisa Cricco non ci sono intenzioni persecutorie. Semplicemente facciamo rispettare la legge. E' vero, sono norme vecchie, ispirate a principi fascisti tesi a limitare associazioni e comitati: l' autorizzazione al gioco della tombola si più concedere solo ad enti morali, deve essere presente un funzionario dell' intendenza e il ricavato deve andare a fini assistenziali. E' vero anche che il gioco è una tradizione nei paesi, è assurdo pensare di sopprimerlo. A volte comunque resta il dubbio che ci sia chi ci guadagna: di fronte a premi per un valore di cinquanta-sessantamila mila lire abbiamo calcolato incassi intorno alle trecentomila. E in una sera i giri di tombola possono essere molti.
Concita De Gregorio
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