lunedì 29 settembre 2008
Paolo Berizzi, ce le hai grattugiate.
Sicuramente ai più attenti di voi non sarà sfuggita la notizia della "cheese connection".
Tonnellate di formaggio avariato che, percorrendo la via che fu della seta, dalla Russia e dalla Cina arrivano a Ceuta, passano ad Algeciras e da qui al mercato europeo fino all'Italia.
Tutti i grandi marchi sono coinvolti, in particolare quelli forti nella nicchia del grattugiato pronto (Ferrari, Biraghi).
Ma questo lo sapete già, forse anche grazie alla meritoria opera di Paolo Berizzi, giornalista di Rep, che da luglio (leggete qui) ci racconta i truculenti dettagli della vicenda.
Passate le vacanze Berizzi ce ari-prova, (ari-leggete questo). E tu pensi: ok, ne so abbastanza.
Berì, m'hai convinto. Col cavolo che ricompro la bustina col parmigiano avariato.
Ma Berizzi, che ormai deve averci qualcosa di personale col formaggio, ritorna sull'argomento, casomai qualcuno fosse ancora all'oscuro, sabato scorso (l'altroieri).
E stavolta il racconto è completissimo. C'è pure una mappina che ci mostra la rotta del formaggio scaduto, con tanto di freccine che andano e riandano. Ma questo è merito dei grafici di Repubblica che meritano un post a parte.
Insomma, Berizzi. Basta. Ti giuro che il formaggio dei cinesi non lo compro più. Promesso. Da ieri solo formaggio di fossa, bitto doc e taleggio. Pur di non leggerti più.
Arianna G.
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2 commenti:
E bravo Paolo, spero che tu faccia con l' articolo sui bambini quello che hai fatto con il formaggio: creare una mappa di tutti i colpevoli di questo immane dramma. Ci sono dentro anch' io e mio figlio di due anni. Una storia raccapricciante, quasi come decine di migliaia di altre, che se vuoi ti racconto.
Sergio Grassi, Milano, private@luxdor.com
Ossequi.
peccato che bisognerebbe raccontare anche di chi, quei bambini che hanno avuto l'unica sfortuna di avere dei genitori che non sarebbero neanche dovuti esistere, prova a rimetterli in societa', preparati, sottopagati e sotto la minaccia di quegli stessi genitori. Insomma, non si può fare giornalismo vedendo le cose solo da un lato.
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