mercoledì 25 marzo 2009

Mieli amaro.

Silvio Berlusconi ha appena detto: "Non mi risulta un cambio della direzione del Corriere della Sera". Eppure dovrebbe risultargli. I rumors danno per certo l'addio di Paolo Mieli. Gli azionisti si scannano. Ma soprattutto Berlusconi e Tremonti guerreggiano da settimane per decidere il successore. Il primo vorrebbe Carlo Rossella, quello che gli dipinse i capelli sulla copertina di Panorama. Il secondo vorrebbe Roberto Napoletano, direttore del Messaggero, già Sole 24 Ore La redazione è in allarme. Ieri assemblea fiume e oggi comunicato di avvertimento. Ma non c'è solo l'affaire direzione. Perché, a quanto risulta, il neo direttore si troverebbe a gestire uno stato di crisi ormai dato quasi per sicuro. Stato di crisi vuol dire prepensionamenti obbligati, quasi cento, cassa integrazione a rotazione, azzeramento benefit e dintorni. Un bagno di sangue per il re dei quotidiani italiani. L'ideale per il governo, che vede da sempre con fastidio il ruolo di Paolo Mieli. Non a caso ieri, all'Infedele, Massimo Pini, il vicepresidente di Sai Fondiaria (ovvero Ligresti, azionista non nel patto di sindacato, ovvero Berlusconi) ha detto basta con un Corriere che vuole fare da king-maker nella politica. Ovvero basta con Mieli, "che ha inventato delle situazioni politiche e ha perso copie". La redazione, fino a qualche tempo fa, non sarebbe stata neanche contraria alla fine di una direzione Mieli, sempre più contraddistinta da un politicismo spinto, volto alla ricerca di un dialogo tra le componenti moderate del Pd e quelle equivalenti del Pdl. Ma il problema è che dalla padella si rischia di scivolare nella brace. Anche perché, dicono tutti in via Solferino, questa rischia di essere davvero la prima volta che il presidente del consiglio, e che presidente!, sceglie direttamente un direttore del Corriere.

Fonte: Stampa Rassegnata

2 commenti:

day waster ha detto...

non ho mai capito la posizione di mieli riguardo alla politica dei governi che si sono succeduti negli ultimi anni. è vero che un giornalista e un giornale non devono schierarsi ma in questo nostro Paese dove anche Alba Parietti ha facoltà di pensiero e di esporlo in qualsiasi trasmissione tv non vedo perchè lui invece si astenga dal farlo.

Anonimo ha detto...

personalissima opinione: mieli è interprete adattissimo al corsera e alla sua politica, che da anni è sempre la stessa: stare con chi governa.
nelle ultime elezioni si è visto subito il cambio di tono.

sostituire mieli non penso colpisca il suo lavoro (peraltro ha recuperato il primato delle vendite contro repubblica). Penso serva piuttosto ad una lottizzazione politica.