mercoledì 9 settembre 2009

Un inviato che fa Aqua da tutte le parti.

Trovo che Angelo Aquaro sia una soluzione poco convincente per il post-Calabresi. Intendo dire che, avendo deciso Ezio Mauro di dispiegare la portaerei Rampini su NY, non si riesce a capire quale senso abbia la presenza di un corrispondente che si dedica alla cronaca e alle storie minime (recuperate, come naturale, dai mass media locali) presentate come paradigmatiche dei cambiamenti o dei trend che gli Usa sottotraccia stanno vivendo. A questo fine, a parer mio, era sufficiente (ed economicamente meno dispendioso) la presenza di un Zampaglione... Eppoi, come qualità di scrittura... Bah!

Barbapapà

3 commenti:

nonunacosaseria ha detto...

aquaro (inviato che scrive di fatterelli sociali e si candida a diventare lo zucconi del 2020, ma con meno capacità affabulatoria) sta a calabresi (inviato che nei suoi resoconti rispettava le 5W del giornalismo) come maltese (brillantissimo editorialista con il culo incollato alla sedia della redazione) sta a bonini (scoopista che si arrapa ogni volta che può parlare con un colonnello dei servizi segreti, possibilmente su una panchina al parco). giornalisti bravi, ma con differenti ruoli, non equiparabili tra loro.

Frank57 ha detto...

Osservo solo, nonunacosaseria, che Curzio Maltese era a raccontarci dal di dentro l'Onda dello scorso autunno, quando avvennero gli scontri con i fasci e la polizia. Insolito, ma c'era. Come pure l'inchiesta sui beni ecclesiastici. Insomma qualche digressione se l'è concessa pure il grande Maltese.
Per il resto concordo con la valutazione che, i diversi ruoli dei giornalisti citati, non permettono di equipararli in modo credibile.

Barbapapà ha detto...

Mi sbaglierò, ma che Acquaro si appresti a diventare lo Zucconi del 2000 mi pare altamente improbabile. Le stimmate del giornalista di livello si notano subito, come è stato per Calabresi e come invece non mi pare sia per Acquaro. Suppongo, e spero, che Ezio Mauro voglia testarlo per un po' (magari Acquaro s'era stancato di stare nel retrobottega a dedicarsi alla confezione del giornale e voleva provare, o tornare a provare, l'ebbrezza della scrittura) per poi prendere una decisione.
In ogni caso, auspico che il giornalismo "creativo" alla Zucconi abbia fatto il suo tempo a Repubblica: a me personalmente piace il giornalismo che sta sulla notizia e approccia gli eventi in maniera rigorosa, alla Rampini per intenderci. Oggi Zucconi, per legittime e comprensibili ragioni legate al suo status di senatore, non è più sulla notizia, ma quando doveva esserci in passato si faceva fatica a trovarla, sepolta com'era sotto l'immaginifica sua scrittura. E' impareggiabile in occasione di celebrazioni o ricorrenze o ritratti di personaggi famosi (vedi il recente omaggio a Ted Kennedy), nulla più.
In ogni caso, caro nonunacosaseria, ho molto apprezzato le tue sintetiche fotografie dei quattro giornalisti!