Certo, confondere tiratura con diffusione... Comunque, simpatico lo stile scanzonato dell'intervista. Poi che Padellaro adesso si metta a fare il buon giornalista che rifiuta il confronto tra idee diverse di fare giornalismo mi lascia perplesso... Si muove con passo felpatissimo.
ho letto l'intervista. Mi son girate leggerissimamente le palle quando ho letto chr Padellaro è in pensione (da quando?) e piglia 5200 euri al mese. In piu si è fatto assumere, bontà sua, col minimo sindacale a 2400 euri, per un totale di 7600 euri al mese.
Diciamo che infastidisce leggermente, per usare un eufemismo. Non è esattamente come fare il metalmeccanico che si è visto rinnovare il contratto (separato) per importi di cui neppure si accorgerà, per l'evanescenza. Non per fare il solito discorso demagogico, però compiacersi dell'assunzione come "redattore ordinario", quasi fosse stato un sacrificio, beh io l'avrei evitato. Così come la retribuzione da redattore. La pensione che, giustamente ha, basta e avanza. Magari si potrebbero assumere con quello stipendio da "redattore ordinario" un paio di praticanti che aiutino nella stesura del giornale. Nel bel reportage di Sandra Amurri dall'Abruzzo, il nome della regione è stato ancora una volta storpiato "Abbruzzo" nel riquadro in alto, che precede l'articolo a pag.5. Tanto per dire.
fermo restando che io mi sono sempre chiesto che contatto con la realtà possa avere uno che guadagna 7600 euro al mese ed è in pensione a 60 anni...
E sono soldi e pensione che paghiamo noi, perché anche l'Epsresso è stato generosamente finanziato dai quattrini pubblici.
Come quelli dell'indecente "riformista" alla Polito, 10.000 euro di stipendio al mese (nostri) per un giornale virtuale che non legge nessuno. Si potrebbero fare molti altri esempi, uno più indecente dell'altro.
Credo che una riflessione sulla casta dei giornali, e dei giornalisti, prima o poi bisognerà pur farla.
12 commenti:
possibile che giornalisti di lungo, anzi lunghissimo corso, come Padellaro e soci, non si fossero accorti che la grafica era pessima?
Mah...
"Paolo Isidori" invece di Residori... refuso del giornalista o lapsus del direttore? (la cosa farebbe molto ridere, nel secondo caso).
tumy, l'ho notata anch'io questa cosa del residori-isidori. secondo me non lo regge più e così fa apposta a storpiarne il nome.
Certo, confondere tiratura con diffusione...
Comunque, simpatico lo stile scanzonato dell'intervista. Poi che Padellaro adesso si metta a fare il buon giornalista che rifiuta il confronto tra idee diverse di fare giornalismo mi lascia perplesso... Si muove con passo felpatissimo.
ho letto l'intervista. Mi son girate leggerissimamente le palle quando ho letto chr Padellaro è in pensione (da quando?) e piglia 5200 euri al mese. In piu si è fatto assumere, bontà sua, col minimo sindacale a 2400 euri, per un totale di 7600 euri al mese.
Chiamalo fesso.
Me cojoni, come dicono a Roma, non sapevo di questa cosa di Padellaro dei soldi che prende...
Diciamo che infastidisce leggermente, per usare un eufemismo. Non è esattamente come fare il metalmeccanico che si è visto rinnovare il contratto (separato) per importi di cui neppure si accorgerà, per l'evanescenza.
Non per fare il solito discorso demagogico, però compiacersi dell'assunzione come "redattore ordinario", quasi fosse stato un sacrificio, beh io l'avrei evitato. Così come la retribuzione da redattore. La pensione che, giustamente ha, basta e avanza. Magari si potrebbero assumere con quello stipendio da "redattore ordinario" un paio di praticanti che aiutino nella stesura del giornale.
Nel bel reportage di Sandra Amurri dall'Abruzzo, il nome della regione è stato ancora una volta storpiato "Abbruzzo" nel riquadro in alto, che precede l'articolo a pag.5. Tanto per dire.
Potevano usare quei soldi per assoldare un grafico con più gusto dell'estetica.
fermo restando che io mi sono sempre chiesto che contatto con la realtà possa avere uno che guadagna 7600 euro al mese ed è in pensione a 60 anni...
E sono soldi e pensione che paghiamo noi, perché anche l'Epsresso è stato generosamente finanziato dai quattrini pubblici.
Come quelli dell'indecente "riformista" alla Polito, 10.000 euro di stipendio al mese (nostri) per un giornale virtuale che non legge nessuno. Si potrebbero fare molti altri esempi, uno più indecente dell'altro.
Credo che una riflessione sulla casta dei giornali, e dei giornalisti, prima o poi bisognerà pur farla.
bisognerebbe coinvolgere il buon giannantonio stella
@ Enrico
il buon giannantonio stella
da buon giornalista si interessa della casta degli altri!
:)
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