domenica 11 ottobre 2009

Infilare il naso in casa d'altri.



Una volta alla settimana per noi di PPR è bene occuparsi anche di cosa succede in casa d’altri, per esempio il Corrierone.

Oggi scrive De Bortoli (bruciandosi il budget di articoli per i prossimi 6 mesi ?).
L’articolo del Direttore, per quel poco che so di giornalismo, si chiama” editoriale” e nell’edizione cartacea compare di solito in prima pagina in posizione ben visibile e con un carattere che lo evidenzia rispetto al resto della pagina.

Vale la pena di leggerlo, comunque, è uno sprazzo di luce sulla linea editoriale del quotidiano, oggetto abbastanza impenetrabile per molti, fino ad ora.

Io l’ho interpretato così:

"Caro Silvio, siamo stati bravi, non ti critichiamo mai troppo, ma cerca di capirci, dobbiamo sembrare neutrali e abbiamo fatto i salti mortali per non apparire “inginocchiati” anche quando fai enormi cazzate. Sappi che non siamo comunisti come quelli di Repubblica, e che in fondo ti vogliamo bene, e allora perché adesso te la prendi anche con noi ?".

Voi che ne pensate ?

9 commenti:

gpp ha detto...

L'editoriale di Scalfari di oggi parla esplicitamente di questo articolo, e dice esattamente quello che ho pensato, anche se ovviamente in maniera "scalfariana".
Piccola soddisfazione, sapere che la penso come il Maestro (o è lui che la pensa come me ?).

aghost ha detto...

ho letto l'articolessa di De Bertoli. La traduzione è: siamo un popolo di santi, poeti e NAVIGATORI.

Io sono un lombrosiano fervent,e e la faccia di de Bertoli mi dice tutto quel che serve.

E pensare che qualcuno, anche qui dentro, auspicava che venisse a repubblica! Per carità!

Geppo ha detto...

È esattamente quello che ho pensato anch'io: il solito comportamento cerchiobottista italiano, pieno di accortezze pelose, di delicatezze stucchevoli, per giunta con la faccia tosta di voler apparire imparziali. A me è parso un discorso sconclusionato per placare l'ira di Berlusconi. Vergognoso.

Giorgio ha detto...

Al dì là dell'articolo, de Bortoli in pochi mesi ha dilapidato un patrimonio di autorevolezza accumulato in anni di giornalismo dalla schiena dritta che ha saputo resistere a pressioni di destra e sinistra. Sembra che ci sia da rimpiangere Mieli...

Barbapapà ha detto...

Penso che la tua traduzione dell'articolo di Flebuccio De Bortoli (mai soprannome fu più azzeccato da parte di Dagospia!) sia perfetta, caro Feticista Supremo. E l'analisi odierna di Scalfari altrettanto chiara e netta nei confronti di questo personaggio.
Una delle pagine più tristi del giornalismo italiano è stata la doppia nomina di De Bortoli al Corsera e di Riotta al Sole 24 ore. E' stato certificato che non vi sono giornalisti nuovi e "affidabili" cui assegnare poltrone prestigiose. Si è preferito l'inconsistente americanismo d'accatto di Riotta, digiuno vieppiù di conoscenze economiche (però quanto è bravo ad accodarsi al Financial Times!), e la minestra riscaldata del De Bortoli (l'Avvocato, fosse stato in vita, non l'avrebbe mai permesso).
Al Corsera è dall'arrivo di Mieli, quindi dal 1992, che mettono in scena sempre il solito giornale cerchiobottista (come dice Geppo) o doppiopesista. Un giornale fintamente super partes che però vede la propria linea editoriale appaltata ad una muta di cani rabbiosi contro la sinistra: Galli della Loggia, Romano, Panebianco per arrivare al peggio dei peggio: ServOstellino. Come ufficiale di complemento l'insopportabile Piggi Battista, amichetto del cuore di Mieli, che ci deve sempre ammannire la tiritera di cosa è buono e giusto che la sinistra debba fare per poter migliorare il clima civile nel Paese (non ambire al ruolo di guida, per carità!). Questa gente da anni scrive sempre lo stesso livoroso articolo contro la sinistra, che chissà perchè non riesce mai ad emendarsi del suo passato, e a favore dello psiconano, sia pure con qualche velatissima, timidissima, dubbiosissima critica quando l'Egoarca eccede (cribbio! Ma è un essere umano!). Anni e anni con la medesima impostazione editoriale, spacciata per liberalismo, ma che cela un’inerzia nei confronti del governo più corporativo che c’è.
L'editoriale di Flebuccio di ieri è imbarazzante, peggio ancora: vomitevole. De Bortoli si era conquistato qualche benemerenza (autorevolezza mi pare eccessivo, caro Giorgio) con una linea critica verso il secondo governo di destra, salvo poi pagare il tutto con una defenestrazione (dorata, sia mai! perchè quando sei nella schiera dei direttori un cadreghino lo rimedi sempre, vedi Sole 24 Ore). E' rientrato nei ranghi del Corsera grazie all'ennesimo accordo tra poteri forti e lui ha accettato di buon grado sapendo che c'era un prezzo da pagare. Ma quando sei Flebuccio e vuoi la poltroncina, nessun prezzo è mai troppo alto da pagare. Si, forse ha ragione Aghost, con un approccio lombrosiano verso le vicende editoriali di casa nostra si intuiscon per tempo molte cose. Mi sento male solo al pensiero che qualcuno lo abbia pensato adeguato a ricoprire il ruolo di direttore di Repubblica...
Comunque, come scrive Battista, non siamo in un regime. Lo conferma infatti il Sole 24 Ore di sabato ove sono riportati i dati dell’Osservatorio di Pavia: TG1 e TG2 hanno dedicato a settembre solo il 55% del tempo di parola al Governo...

Andrea ha detto...

Scalfari oggi era privo di argomenti, ha rifilato due-tre cose dette, ridette, stradette su Berlusconi, ha ripreso l'altra editorialista della domenica, Barbara Spinelli, e ha replicato a Fdb. Zero originalità

Fdb che dovrebbe aver fatto in questi mesi? Consideriamo innanzitutto che il CdS è un giornale liberale ed europeo, dai toni sempre pacati e mai urlati, a differenza di Repubblica. Avrebbe dovuto copiare il concorrente, riproporre le 10 domande di Rep, scavare nella vita di SB dimenticando i fatti reali, cosa che invece Repubblica ha fatto?
Secondo me no, ha mantenuto una linea distinta, evitando la contrapposizione che c'è stata tra Repubblica e il Giornale, decisamente deleteria per i giornalisti e il giornalismo in sé.

Barbapapà ha detto...

Temo che oggi il Corriere della Sera sia curiosamente il solo, tra i fogli "liberali ed europei", a non aver assunto un atteggiamento quantomeno severo nei confronti di Berlusconi. Forse Flebuccio, oltre a perdere la poltrona, teme anche di essere iscritto al partito degli anti-italiani...

Giorgio ha detto...

Benemerenza, chiedo venia. Anche se prima di capitolare, De Bortoli aveva scritto (e lasciato scrivere) articoli molto duri su Berlusconi e il conflitto d'interessi (anche se poi non mancava di dare anche un colpetto ai girotondini... così, per par condicio). Ha scritto bene Travaglio sul Fatto di oggi: all'epoca scrivevano in prima pagina Grevi, Penati, Biagi, Montanelli, Sartori. Di questi due sono morti, uno è passato a Repubblica, Grevi lo nascondono e Sartori scrive con una cadenza bimestrale (quasi mai di Berlusconi, tra l'altro). Il Corriere d'altronde è un giornale certamente moderato, ma più che liberale, liberista. Le persone che occupano la prima pagina attualmente (Galli della Loggia, Panebianco, Romano, il pessimo Ostellino) sono tutte timidissime con Berlusconi e feroci con il centrosinistra e scrivono editoriali solitamente privi di fondamento fattuale. De Bortoli forse avrebbe fatto meglio a non scrivere neanche quell'editorialino.

Barbapapà ha detto...

Il vero problema per Flebuccio è che il consenso del Cavaliere oggi rimane, nonostante tutto, granitico (differentemente dall'altra epoca in cui la disillusione montava nei suoi confronti anche tra le fila di chi lo aveva votato) e lui ben si guarda dal fronteggiarlo.
Anche perchè a destra si trova un Feltri agguerritissimo, pronto a succhiargli copie...