ho letto con interesse le due articolesse. Ne esce, a mio avviso, un quadro abbastanza avvilente di quello che è stata ed è la stampa italiana, legata a filo doppio, triplo e quadruplo alla politica e ai poteri forti.
Sarà forse per questo che Italia la credibilità della stampa è cosi modesta e con una percentuale di lettori agli ultimi posti nella Ue?
L'articolo di Belpietro è poca cosa, giusto un cenno al proprio padrone che si è molto indignati e addolorati per il proditorio attacco delle toghe rosse all'immacolato dispensatore di favori. L'aspetto più divertente riguarda l'affermazione "non mi soffermerò sulle anomalie del processo"... E' evidente che fa comodo alla servitù di destra inquadrare la sentenza sul lodo come ad una manovra ordita dal Gruppo L'Espresso. E' la tipica tattica del loro padrone: distrarre le masse dalla sostanza della questione. Io ricordo gli eventi dell'epoca e rammento come dalla lettura delle cronache emergesse una generale forte sorpresa per il ribaltamento del primo lodo. Per quanto concerne l'articolo di Pansa, niente di nuovo sotto il sole. Che venga pagato per raccontare sempre le stesse storie è un po' curioso, ma capisco che a destra non lo abbiano mai letto... Devo riconoscere che l'articolo è molto fedele nel raccontare lo choc della vicenda (Prima Comunicazione fornì all'epoca un esaustivo quadro delle veementi reazioni della redazione) e non trasuda quel livore che lasciava invece paventare quel titolaccio orribile. Che poi Scalfari si sia sempre mossa in una logica di contropotere nella gestione dei giornali è noto e ci sta, a parer mio, quando ci si pone come watchdog del potere politico. Meno, forse, quando si aspira a fare il king maker (scusate l'abuso di inglesismi), come Eugenio ha sempre cercato di fare. Niente di avvilente, quindi, a parer mio, caro Aghost.
3 commenti:
ho letto con interesse le due articolesse. Ne esce, a mio avviso, un quadro abbastanza avvilente di quello che è stata ed è la stampa italiana, legata a filo doppio, triplo e quadruplo alla politica e ai poteri forti.
Sarà forse per questo che Italia la credibilità della stampa è cosi modesta e con una percentuale di lettori agli ultimi posti nella Ue?
L'articolo di Belpietro è poca cosa, giusto un cenno al proprio padrone che si è molto indignati e addolorati per il proditorio attacco delle toghe rosse all'immacolato dispensatore di favori. L'aspetto più divertente riguarda l'affermazione "non mi soffermerò sulle anomalie del processo"... E' evidente che fa comodo alla servitù di destra inquadrare la sentenza sul lodo come ad una manovra ordita dal Gruppo L'Espresso. E' la tipica tattica del loro padrone: distrarre le masse dalla sostanza della questione.
Io ricordo gli eventi dell'epoca e rammento come dalla lettura delle cronache emergesse una generale forte sorpresa per il ribaltamento del primo lodo.
Per quanto concerne l'articolo di Pansa, niente di nuovo sotto il sole. Che venga pagato per raccontare sempre le stesse storie è un po' curioso, ma capisco che a destra non lo abbiano mai letto... Devo riconoscere che l'articolo è molto fedele nel raccontare lo choc della vicenda (Prima Comunicazione fornì all'epoca un esaustivo quadro delle veementi reazioni della redazione) e non trasuda quel livore che lasciava invece paventare quel titolaccio orribile.
Che poi Scalfari si sia sempre mossa in una logica di contropotere nella gestione dei giornali è noto e ci sta, a parer mio, quando ci si pone come watchdog del potere politico. Meno, forse, quando si aspira a fare il king maker (scusate l'abuso di inglesismi), come Eugenio ha sempre cercato di fare. Niente di avvilente, quindi, a parer mio, caro Aghost.
Il pezzo di Pansa su Scalfari è un pauroso autocopiaincolla tratto dal suo ultimo libro Il Revisionista.
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