mercoledì 28 ottobre 2009

Se lo dicono loro, che sono in mille.

Dal sito de iMille.

L’affermazione della mozione Bersani e l’ottimo risultato di Marino significano anche un’altra cosa: la sconfitta della linea politica del quotidiano-partito la Repubblica e del suo fondatore, Eugenio Scalfari. Quella linea politica – fatta di piazze, di informazione che passa dal buco della serratura delle camere da letto, di lodi e di faziosità – è la grande sconfitta di queste primarie. Ci auguriamo questa sconfitta possa essere colta appieno sia dal quotidiano-partito sia (soprattutto) dalla nuova squadra che guiderà il PD.

Il pezzo integrale lo trovate qui.

5 commenti:

Fabio V. ha detto...

In molti anche a sinistra vedono Repubblica come il fumo negli occhi.
Ci sono timori che il quotidiano possa apertamente prendere le distanze dal PD e appoggiare una eventuale nuova formazione di C.SX.

Spetta a Bersani non rintanarsi nell'ormai veccchio stereotipo del partito socialista o social-democratico.

Ma rimane il fatto che Repubblica muova molti voti e il suo sostegno sia fondamentale per ogni partito riformista in Italia.

Enrico Maria Porro ha detto...

Quoto Fabio.

Jacopo Noio ha detto...

A me personalmente una socialdemocrazia (una via socialdemocratica, diciamo) non parrebbe né uno stereotipo, né una cosa vecchia. Anzi: una cosa seria, ecco.
Il sedicente partito riformista, disancorato da qualsiasi storia europea (da dove viene? dove vuole andare? che cos´è?), ha già organi di partito suoi propri. Se qualcuno quindi, anche a sinistra, vede Rep come il fumo negli occhi è perché – a mio avviso – l´assuefazione al peggio fa scambiare sacrosante azioni giornalistiche, fondate su inchieste circa fatti e misfatti, per “campagne d´odio”.
Che Rep detenga e sposti voti, lo si dice e ritiene vero (quanti e dove – però – è ben difficile sapere). Contesto però che agisca come “partito”, e che cosí venga vissuto dai suoi lettori in blocco. I quali formano, semmai, una “buona compagnia”, come del resto qui ;-)
Concludo osservando che il campione nostrano di terzietà (che in italiano si traduce da sempre con donabbondismo), il nemico cioè, oggi titolava grosso con l´intervento sguaiato di Berlusconi in tivù, e relegava a margine, in colonnino, la condanna di Mills in appello (e di B. stesso, cioè, in contumacia).

Fabio V. ha detto...

@ jacopo noio
concordo con te riguardo al "partito" di Repubblica.
Ma sul tema della socialdemocrazia ho un diverso punto di vista.
Oramai in tutta Europa i partiti che si richiamano direttamente o indirettamente al socialismo stanno arrancando.
Le nuove generazioni di votanti neanche ne comprendono il significato, relegando la parola socialismo alle categorie del secolo passato.
Vanno trovati dei nuovi contenitori politici, in grado di far emergere nuove idee riformiste e nuove generazioni politiche.

Il partito democratico doveva essere tutto ciò, ma ancora fa fatica a togliersi di dosso i rimasugli del secolo scorso.

Jacopo Noio ha detto...

ok, ma io volevo solo sottolineare che una partito "riformista" che non abbia chiaro (perché non è unito, concorde) quali riforme intenderebbe seguire/attuare, ha già fallito in partenza. Si discute insomma di tutto tranne della sostanza del riformismo. E si sa: chi lascia la strada vecchia per quella nuova...