Sapevo che il richiamo in prima pagina (Guardare Charlot come si legge Kafka o Proust) prometteva qualcosa di veramente buono. E infatti! Tra gli incipit immortali di ogni tempo: "
Quest'estate ho passato tutti i pomeriggi a vedere i film di Charlot" (Pietro Citati, prima della Cultura, p. 53). Tutti i pomeriggi, capite? Un giorno magari leggerò anche il resto dell'articolo, ma intanto grazie.
Caterina
10 commenti:
suona meno bene ma fa più ridere: "Ho passato tutti i pomeriggi a vedere film di Stanlio e Ollio" :)))
Stan&Ollie forever!
Nessuno che apprezzi il fatto che, all'età di 79 anni, Citati dedichi il suo tempo a Charlot. Chissà cosa farà invece a quell'età lo psiconano... Ancora escort, magari ottuagenarie?!
Devo ammettere che avevo evitato l'articolo. Divertito dal post di Caterina ho iniziato a leggerlo. Mi sono fermato alla fine della prima colonna...
Colgo infine l'occasione per chiedere l'mposizione delle quote rosa in questo blog, che mi pare frequentato quasi esclusivamente da maschietti. Apprezzo particolarmente la brillante ironia di Caterina, che però ci riserva ahinoi a piccole dosi (ogni volta che mi accingo a leggere un pezzo di Ilvo Diamanti, non posso fare a meno di ripensare alla strepitosa parodia da lei fatta in un post di qualche tempo fa).
Ergo, Feticista Supremo, quote rosa alla mano, devi imporre che ogni 10 commenti almeno 3 siano di Caterina!
Caterina for president!
E' evidente che Citati legge PPR – strano, a pensarci, poiché pare che non ha un buon rapporto con le nuove teconologie; credo che detti i suoi pezzi a un amanuense; eppure è chiaro che, dopo l'exploit di ieri, ci vuole lusingare, donandoci non solo un incipit, ma anche (e soprattutto!) un explicit da veri amatori:
"Come ogni anno, quest'estate ho conversato spesso con Carlo Fruttero" (17/10, p. 1).
(Impagabile il successivo accenno alla loro "stessa pineta". Le conversazioni vanno immaginate di mattina, poiché nel pomeriggio il Citati già sappiamo che guardava i film di Chaplin.)
Ed explicit glorioso:
"Fruttero si arrestò. Forse si vergognava di aver parlato tanto, e di aver alzato la voce, come un padre della patria. Si sedette. E cominciammo a parlare delle lettere che Flaubert aveva scritto per anni a Louise Colet, al tempo di Madame Bovary" (p. 37).
E che palle, però! E lettere di Flaubert di qua, e lettere di Flaubert di là: anche ai bagni miei: tutti a parlare di 'ste lettere di Flaubert alla Colet: e vabbè, lo sappiamo, le lettere della Colet non ce le abbiamo, dice, l'hanno distrutte – e allora? Le altre opere della Colet, "Lui", per esempio, chi se lo legge più? "Les Funérailles de Napoléon" (mica così male come diceva il bagnino)? A declamare "Les Cœurs brisés" saremo stati in tre o quattro in tutta la spiaggia (in pineta non so). E Citati, su, ma figlio mio bello, "Flaubert, Flaubert", devi stare sempre nel gregge pure tu! E datti un contegno! Sei un intellettuale o no? Dacci un segno, no? faccelo capire!
Somma Caterina, il tuo commento flaubertiano esalterebbe Arbasino!
Ho fatto uno sforzo e mi son letto tutto l'articolo. Mi è sembrato un modo originale per rimpiangere gli anni della giovinezza, attraverso l'elogio dei vecchi politici democristiani (Rumor, Piccoli, Forlani!). A cosa ci ha ridotti l'età berlusconiana...
Grandissima Caterina!
Sai che ieri ero a Pontremoli a riposarmi per il weekend e durante la lettura di Rep mi sei proprio venuta in mente quando ho visto in prima pagina l'articolo (un altro?) di Citati con quell'insulsissimo incipit.
Barbapapà (Tu solus Altissimus, non scherziamo), sei davvero pazzo. Come hai fatto a superare indenne il passo sul "profumo di prugna" dei ministri democristiani (cito a memoria)? Io sono svenuta; sindrome di Stendhal. Grazie, Enrico. Lo sapete quando Citati è davvero un grandissimo? Quando parla di Umberto Bossi. Ricorderete l'articolo del 4 agosto su Bossi e il Mein Kampf. Ma cercate su Rep.it. Uno dei migliori articoli mai scritti da Citati (questo sì da leggere tutto, parola per parola) è "Tutti i Bossi delle nostre osterie", 30/09/2000. Se avete tempo, http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2000/09/30/tutti-bossi-delle-nostre-osterie.html. "Mentre la sua voce si gonfia, si arrochisce, stride, ridacchia, sale sopra se stessa…" – fantastico. "I pochi o molti frequentatori dell' osteria-trattoria lo ascoltano volentieri. Quella voce roca, euforica, smargiassa li diverte: amano la sua cialtroneria, compatiscono la sua miseria. E poi rivela loro cose che non sospettavano." Lo citerei tutto. (Purtroppo, la profezia finale non si è finora avverata.)
Somma Caterina, tanta è la fede che ripongo nelle tue segnalazioni che la tua citazione citatiana è stata per me motivo sufficiente per trangugiare la micidiale pozione toscana dall'acre odore (va da sè, di prugna) democristiano.
Ammetto solo di aver adoprato una velocità di lettura doppia rispetto a quella normale per minimizzare l'effetto della pozione. Devo dire con buoni risultati: a stento rammento la finalità dell'articolo.
Ma poi, Fruttero avrà fatto una pausa o avrà stordito il suo caro amico con un torrenziale sfogo senza interruzioni di sorta?! Certo, a quel punto si capisce perchè nel pomeriggio Citati si dedicava a Charlot...
Barbasommo, ammetto che anch'io sono arrivata al passo delle prugne (quello che mi ha schiantata) usando la velocità con cui solitamente si accede all'iperspazio. (Un po' come leggo gli articoli di cinema della Aspesi – tanto non si capisce niente della trama – soffermandomi solo sui superlativi, usati come Lei sola li sa usare.) Superleggendo l'articolo in cui il Citati loda da par suo l'intelligenza del suo anziano interlocutore, il malcapitato, incolpevole Fruttero – un'intelligenza che il Citati sembra suggerire essere del tutto endogena, quasi miracolosa, visto che, se non ricordo male, egli viene elogiato per la sua moderazione nel leggere, e per il suo "solo sfiorare" i giornali (cito a mem.) – ebbene, mi è venuto in mente di quando l'illustre scrittore, da Fazio, raccontava di quanto lo irritassero coloro che, dopo avergli parlato, commentavano (quasi lui neppure fosse presente): "ma è lucidissimo!". Mi sbaglierò, ma tutto l'articolo domenicale di Citati si potrebbe riassumere così: "ma Fruttero – è lucidissimo! E poi parlammo a lungo di Flaubert e della Colet, ignoranti che non siete altro, che neanche l'avete mai sentita nominare".
Ma quando parla del Bossi – giuro che di quell'articolo del 2000 me ne ricordavo sintagmi a memoria, "la voce roca, euforica, smargiassa".
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