ps: tutto ciò giustifica in parte la confusione di AA
2 commenti:
Anonimo
ha detto...
Fa piacere diventare famosi!
Del resto, la raccolta di saggi col titolo-parodia "Going Rouge" era già ben nota al Sommo Feticista (per litteras; troppo modesto per ricordarlo: grande Enrico), il quale però non aveva ritenuto rilevante menzionarla.
Tuttavia, temo che tu sia troppo buono, Sommo Feticista, mel suggerire che quella raccolta di saggi giustifichi AA in qualche modo, essendo altamente improbabile che egli sia stato distratto proprio da essa. Il mio sospetto è che AA non abbia nessuno dei due libri sul suo comodino.
E' vero invece, come Sofri dice, che non stupisce che con un titolo astruso come "Going Rogue," "l’equivoco sia dietro l’angolo." In un commento al blog di Costa, cui tu rinviavi, si faceva per esempio notare quanto sia diffuso lo scambio "Rogue"/"Rouge" nel caso del personaggio di "X-Men" (e mentre scrivevo questo, non conoscendo bene l'universo di tale fumetto, ho controllato su Google digitando "Rouge x-men"!).
Tra "Going Rogue" e "Going Rouge," "G. Rogue" è la "lectio difficilior," la variante più difficile, che molto spesso è anche la migliore ("l. d. potior"), come appunto in questo caso. (Avevo di nuovo scritto "Rouge" invece di "Rogue.")
Si suppone però che un giornalista che scrive un articolo sulle recensioni a questo libro debba stare attento! E' vero che è facile sbagliarsi; ma tu sbagli, tu ti correggi. Santo cielo, si autocorreggevano persino i lapicidi, che incidevano sul marmo a suon di punteruolo e martello! E se non ti correggi tu, ti correggono coloro che si chiamano col suggestivo nome di "correttori di bozze."
"lectio difficilior" che è quella più facilmente soggetta a corruzione, naturalmente. Nello scrivere è ovvio che il "difficilior" "Going Rogue" tenderà a corrompersi nel "facilior" "Going Rouge." Anche se mi rendo conto, in ritardo, che questa terminologia filologica è scarsamente rilevante, o pertinente, in questa sede.
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Fa piacere diventare famosi!
Del resto, la raccolta di saggi col titolo-parodia "Going Rouge" era già ben nota al Sommo Feticista (per litteras; troppo modesto per ricordarlo: grande Enrico), il quale però non aveva ritenuto rilevante menzionarla.
Tuttavia, temo che tu sia troppo buono, Sommo Feticista, mel suggerire che quella raccolta di saggi giustifichi AA in qualche modo, essendo altamente improbabile che egli sia stato distratto proprio da essa. Il mio sospetto è che AA non abbia nessuno dei due libri sul suo comodino.
E' vero invece, come Sofri dice, che non stupisce che con un titolo astruso come "Going Rogue," "l’equivoco sia dietro l’angolo." In un commento al blog di Costa, cui tu rinviavi, si faceva per esempio notare quanto sia diffuso lo scambio "Rogue"/"Rouge" nel caso del personaggio di "X-Men" (e mentre scrivevo questo, non conoscendo bene l'universo di tale fumetto, ho controllato su Google digitando "Rouge x-men"!).
Tra "Going Rogue" e "Going Rouge," "G. Rogue" è la "lectio difficilior," la variante più difficile, che molto spesso è anche la migliore ("l. d. potior"), come appunto in questo caso. (Avevo di nuovo scritto "Rouge" invece di "Rogue.")
Si suppone però che un giornalista che scrive un articolo sulle recensioni a questo libro debba stare attento! E' vero che è facile sbagliarsi; ma tu sbagli, tu ti correggi. Santo cielo, si autocorreggevano persino i lapicidi, che incidevano sul marmo a suon di punteruolo e martello! E se non ti correggi tu, ti correggono coloro che si chiamano col suggestivo nome di "correttori di bozze."
"lectio difficilior" che è quella più facilmente soggetta a corruzione, naturalmente. Nello scrivere è ovvio che il "difficilior" "Going Rogue" tenderà a corrompersi nel "facilior" "Going Rouge." Anche se mi rendo conto, in ritardo, che questa terminologia filologica è scarsamente rilevante, o pertinente, in questa sede.
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